Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

CINA, PONTE SULLO STRETTO E TIBET...

Librizzi (Me), 23/03/2012 - Lo svolgimento, oggi, a Librizzi, e domani a Patti, del Convegno «TIBET E CINA» - La storia, il contesto culturale e l'attualità, ci offre l’occasione di riflettere più e meglio sul tentativo operato in lancia di penna
da taluni settori politico-mediatici siciliani di favorire l’espansionismo economico in Sicilia della più popolosa autocrazia del Mondo: la Cina Popolare.

Si offre una subordinazione “coloniale” del Territorio Siciliano all'imperialismo economico cinese nel Mediterraneo ed in Europa.

E si propone addirittura di chiedere un finanziamento per la realizzazione
del Ponte sullo Stretto di Messina.
Tentativi di gruppi mediatici, economici e politici di orientare il Premier,
Monti a trattare con la Cina sul finanziamento al Ponte, dimostrano, se ve
ne era bisogno, quanto lontani questi settori siano dalla realtà quotidiana
che vivono la stragrande maggioranza dei Siciliani.


Auspichiamo che il Presidente del Consiglio ignori, dunque, l’ improvvido
invito rivoltogli dal Presidente della Regione di farsi “raccomandatario” della
“questione ponte” presso Pechino.

Sarebbe oltremodo grave se il Ponte tornasse ad essere e proporsi come
modello e paradigma di un prototipo di relazioni politiche, economiche e
infrastrutturali di tipo dirigista e coloniale e per lo più stavolta subappaltate
al più grande sistema assolutistico del Pianeta.

Quella stessa Cina Popolare che dal 10 marzo 1950 conculca, opprime e
offende la Nazione ed il Popolo Tibetano.

Come Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia
Indipinnenti” speriamo che il nostro ragionamento sia condiviso anche dai
convegnisti di Librizzi oggi e di Patti domani e che dal Messinese venga un
monito e un rinnovato, popolare NO ad un Ponte che minaccia il futuro
della Sicilia e di Messina e che per di più favorirebbe l’imperialismo
economico cinese nel Mediterraneo solo per rimettere in circuito un
modello depauperativo come quello del Ponte sullo Stretto.

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