Petrolio a 57,49 dollari a barile, Marsiglia: "Il nemico peggiore americano non è solo la Cina, ma l'Italia e l'Europa

QUOTAZIONI PETROLIO A 57 DOLLARI. AZIENDE ENERGETICHE USA IN AFFANNO SU COSTI DI ESTRAZIONE Roma, 9 Aprile 2025 -  Le quotazioni del petrolio  WTI  aprono la mattinata attestandosi in prima contrattazione a  57,49 dollari a barile  nelle prime ore in discesa come da giorni sui mercati internazionali. Anche il greggio di riferimento  BRENT  tocca quota  61,28 dollari a barile . "In America diverse oil companies con prezzi così bassi non riescono a mantenere un  Break-even  (punto di pareggio) sull'operatività aziendale, considerando che si viaggia in un range tra  48 e 62 dollari a barile . In questo momento i  dazi  stanno penalizzando molto più gli stessi Stati Uniti d'America che l'Europa. Sicuramente come dichiarato dal  Presidente Donald Trump  la partita si gioca su  quanta energia l'Europa acquisterà dagli USA " queste le parole del Presidente di FederPetroli Italia -  Michele Marsiglia . Continua...

CINA, PONTE SULLO STRETTO E TIBET...

Librizzi (Me), 23/03/2012 - Lo svolgimento, oggi, a Librizzi, e domani a Patti, del Convegno «TIBET E CINA» - La storia, il contesto culturale e l'attualità, ci offre l’occasione di riflettere più e meglio sul tentativo operato in lancia di penna
da taluni settori politico-mediatici siciliani di favorire l’espansionismo economico in Sicilia della più popolosa autocrazia del Mondo: la Cina Popolare.

Si offre una subordinazione “coloniale” del Territorio Siciliano all'imperialismo economico cinese nel Mediterraneo ed in Europa.

E si propone addirittura di chiedere un finanziamento per la realizzazione
del Ponte sullo Stretto di Messina.
Tentativi di gruppi mediatici, economici e politici di orientare il Premier,
Monti a trattare con la Cina sul finanziamento al Ponte, dimostrano, se ve
ne era bisogno, quanto lontani questi settori siano dalla realtà quotidiana
che vivono la stragrande maggioranza dei Siciliani.


Auspichiamo che il Presidente del Consiglio ignori, dunque, l’ improvvido
invito rivoltogli dal Presidente della Regione di farsi “raccomandatario” della
“questione ponte” presso Pechino.

Sarebbe oltremodo grave se il Ponte tornasse ad essere e proporsi come
modello e paradigma di un prototipo di relazioni politiche, economiche e
infrastrutturali di tipo dirigista e coloniale e per lo più stavolta subappaltate
al più grande sistema assolutistico del Pianeta.

Quella stessa Cina Popolare che dal 10 marzo 1950 conculca, opprime e
offende la Nazione ed il Popolo Tibetano.

Come Indipendentisti du Frunti Nazziunali Sicilianu – “Sicilia
Indipinnenti” speriamo che il nostro ragionamento sia condiviso anche dai
convegnisti di Librizzi oggi e di Patti domani e che dal Messinese venga un
monito e un rinnovato, popolare NO ad un Ponte che minaccia il futuro
della Sicilia e di Messina e che per di più favorirebbe l’imperialismo
economico cinese nel Mediterraneo solo per rimettere in circuito un
modello depauperativo come quello del Ponte sullo Stretto.

Commenti