Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

‘DU MUNTI A MARI’, IL GRUPPO ‘IL MELIUSO’ RESTITUISCE LA MEMORIA A GIOIOSA MAREA

Al cineteatro ‘F. Borà’ di Gioiosa Marea le tradizioni, gli usi e i costumi di questa nobile e bellissima cittadina, raccontate a grandi e piccini da un garbatissimo e sapiente “vecchiu chi cuseva un saccu vecchiu”, per farsi favola (cuntu) e leggenda, fino a lievitare in poesia nel semplice racconto...

Gioiosa Marea (Me), 23/04/2012 – Nell’auditorium ‘F. Borà’ di Gioiosa Marea, davanti ad una nutrita platea è stata resa ampia testimonianza del fatto che le tradizioni popolari appartengono al… popolo e di esso sono il patrimonio, la ricchezza e la memoria. E l’impostore che voglia appropriarsene per un piatto di lenticchie è destinato a soccombere sotto il peso dell’otre che lo schiaccerà nella sua maldestra furtiva ritirata. Perché a guardia di ogni ladro di otri o di galline c’è un arguto e dispettoso folletto, capace di sorvegliarne le magagne e le bassezze altrui.
C’era na vota un vecchiu / chi cuseva un saccu vecchiu / ogni tantu dava un puntu / aspettati chi ora v’u cuntu .
Bella rappresentazione quella dell’altra sera al cineteatro ‘F. Borà’ di Gioiosa Marea dove le tradizioni, gli usi e i costumi di questa nobile e bellissima cittadina sono stati raccontati a grandi e piccini da un garbatissimo e sapiente “vecchiu chi cuseva un saccu vecchiu”, impersonato dal poliedrico Pippo Accordino (speaker di Radio Fiorello e stimato animatore socio-culturale), tanto sinceramente autentico da ‘esalare’ dal palcoscenico come un Aladino, per farsi favola (cuntu) e leggenda egli stesso, fino a lievitare in poesia, seppure nel semplice racconto di un furbastro topolino convinto di farla franca rubando il latte anziché il pane o le noci, sgraffignando i quali avrebbe lasciato tracce.
Sullo sfondo una scenografia semplice ma proprio per questo suggestiva ed efficace: il mondo antico delle origini, il monte, il lavoro, l’arte contadina e i miracoli della pesca e del mare hanno raccontato l’universo gioiosano, l’acqua e la roccia, il metallo e il giunco. L’arte di mietere e quello di giocare, il garbo della danza e del ballo, il corteggiamento amoroso e la fatica del lavoro.

Gli arnesi, i riti, i personaggi e gli aneddoti che li descrivono e li rendono sempre vivi nella memoria hanno trovato posto sul palcoscenico del teatro F. Borà a cura di due grandi estimatori delle tradizioni popolari gioiosane, i fratelli Salvatore e Paolo Borà, quest’ultimo campione de La Corrida, musicista e suonatore di 'friscaletti', flauti di canna, ormai famoso in tutto il mondo.
Lo spettacolo dal titolo ‘Du Munti a Mari’ è stato proposto dal gruppo ‘Il Meliuso’ con l’apporto di attori ormai consacrati come Stefano Lembo, Giulio Russo, Giovanni Ricciardi, Marcello Siligato, Silvestro Borà, Tindaro Capizzi, Paolo Borà, Alfonsina Miragliotta, etc.

Momenti di danza delicata si sono alternati ad emozionanti ricordi, mentre i commenti musicali e i canti muovevano la fronda dell’ulivo e la coscienza, giacché la fatica e il lavoro non sarebbero stati degni di una comunità viva e vera se il lavoro fosse stato solo espiazione e pena.
Così i giochi dei bimbi e degli adulti hanno fatto da necessaria memoria storia al mondo attuale dei più piccoli, quello dei diritti dell’infanzia, prelevata con le automobili direttamente al secondo piano del plesso scolastico, perché non debbano subire l’onta di scendere a piedi le scale e percorrere i metri 'insidiosi' che li separano dalle proprie abitazioni.
Un plauso sentito e meritato va a tutti, dai bambini agli adulti che hanno incarnato i vari personaggi ed eseguito le coreografie studiate da Turi Borà ed uno particolare va a Giovanni Ricciardi per la cura dei testi e le ricerche, per la loro esposizione e la chiarezza.
A Giulio Russo va riconosciuto il merito di avere saputo raccontare una pagina bellissima e vera delle tradizioni gioiosane come il carnevale, la Murga e i personaggi a ciò indissolubilmente legati: dal comandante Zampino al Pillicchino, da Mariano Vento a tutti coloro che hanno mutuato (a loro volta) ruoli e amorevole passione per questa magnifica ritualità, prima dei tentativi di confondere tale pagina gioiosana con le telenovelas.
Così un felliniano Tindaro Capizzi ha sinceramente emozionato e reso vivo il personaggio del comandante Zampino, danzando nel suo elegante abito da Murgo, amabilmente abbracciato a quel violino che conobbe ed eseguì sempre quanto appreso dalle sue lunghe dita di marinaio d’alto bordo. Marcello Siligato ha dato, con la sua presenza e l’abilità scenica che lo distingue una severa lezione di autenticità e rigore teatrale; Giulio Russo ha reso viva e leggiadra l’arte del sonetto del compianto e indimenticato Ignazio Scaffidi Saggio, geniale poeta gioiosano della memoria e dell’antropologia di una comunità realmente esistita ed amata, esemplare di bellezza e vitalità tradizionale e culturale.
Nei personaggi femminili, Rossella Cannella, Alfonsina Miragliotta e Rosa Sorbera hanno riportato vive nella memoria le riottose venditrici ambulanti di pesce, antesignane della concorrenza del mercato, oggi tanto invocata dai modelli economici e commerciali globali. Abile e commovente l’elencazione delle varietà più tradizionali e autoctone del pesce pescato e venduto, degna del Matrimonio del Guarracino di partenopea, classica memoria.
La danza e la controdanza, assieme alle coreografie e ai balletti hanno contribuito a ricostruire la vita del popolo gioiosano, senza trascurare i personaggi leggendari e gli aneddoti che rimangono nella storia leggera di questo popolo vissuto tra la collina e il mare, sempre dipendente dall’acqua, e di essa rispettoso, molto prima che la genialità dell’uomo sapiens arrivasse dissimulato da burocrate o politico ad insidiare il sacrosanto diritto all’aria e all’acqua pubblica.
Degna della nostra cultura gemella, quella partenopea, è stata la rappresentazione coreografica e cantata dei riti della pesca: una danza ricca di figure, mimata e cantata, “U’Cinciolo” che raffigura un tipo di rete servente per la pesca del pesce azzurro, usata a Gioiosa Marea fino agli anni 60.

U’ Cinciolo”, in effetti, era una barca dotata di un particolare tipo di rete e di una lampara, con il compito di attirare il pesce alla barca. L’orchestrina del gruppo, composta da strumenti tipici della tradizione popolare, quali “friscalettu” (zufolo di canna locale con nove fori) è lo strumento solista siciliano per eccellenza necessario per eseguire le tarantelle.
La presenza di Paolo Borà, la sua bravura multiforme e poliedrica richiederebbero una trattazione a parte, perchè trattasi di autentica genialità e virtuosismo musicale e nella recitazione: bravissimo!

L’orchestrina del gruppo ‘Il Meliuso’ è composta da Paolo Borà, Giovanni Ricciardi, Nino Marziano, Emanuele Borà, Gianluca Sorbera, Mario Certo.

M.M.