Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

IL SINDACO DI GIOIOSA MAREA SARÀ ELETTO DAL VOTO LIBERO E D'OPINIONE?

Una gara che vede i 3 candidati (Lena, Princiotta, Spinella) tutti bene accreditati. Dall’IMU all’occupazione, dall’antipolitica alla corruzione, dalle tasse alla difesa del cittadino, dalle tariffe dei servizi al risparmio individuale e collettivo... dal semplice e solo dare al 'semplice' ricevere, guadagnare qualcosa. 
Perché se la politica prospera quanta più corruzione e miseria ci sono nel Paese, non altrettanto vale per le piccole comunità. E un’amministrazione comunale non può sempre e solo chiedere ma deve pure sapere dare (non solo e soltanto a pochissimi)

Gioiosa Marea (Me), 19/04/2012 – Mentre nel Paese che diede i natali pure a Beppe Grillo soffia, scettico e disperato, il vento dell’antipolitica, in Sicilia, l'Etna, la siccità e il traffico rimangono le vere "piaghe" che soffocano l’Isola e la rendono tristemente famosa agli occhi del mondo.
Peccato: “Jera una bella terra, il sole, il mare, i fichi d'india... Empedocle, Acchimede... puttroppo siamo famosi nel mondo pe quelle che voi chiamate ‘piaghe’... e lei sa a cosa mi riferisco... la siccità..!”.

Allo stesso modo, in Italia l’altra piaga terribile “… lei sa a cosa mi riferisco… è Beppe Grillo”.

In questo scenario, tra poche settimane tre candidati alla carica di sindaco si misureranno per la guida di una cittadina, Gioiosa Marea, che ha le sue ‘piaghe’, come ogni altro luogo della Terra, ma ha pure le sue bellezze, le tradizioni, i suoi valori. Ovviamente. Chi vincerà? Bruno Lena, Giovanni Princiotta, Eduardo Spinella?

Indipendente dall'ordine alfabetico, vincerà chi prenderà più voti. Ma siccome la battuta non sarebbe degna di quanto citato prima (Benigni, Grillo, l’Etna, Archimede…) proviamo ad alzare il tiro sostenendo che se una ‘Lista elettorale’ fosse una banca o un legittimo creditore saprebbe bene quanto dovrà incassare dai propri debitori, e 4 più 4 sarebbe uguale a 8.

Aritmetica, insomma, come quella che rimarrebbe al governo Monti se non avesse obiettivi più ampi e confortanti del pareggio di bilancio. L’antipolitica viene rimproverata come un rischio per la democrazia a noi popolo o cittadini, qualora il popolo non dovesse più esistere o fosse fuori moda. Viene rimproverata a noi cittadini di Torino o di Gioiosa Marea. Ma quelli sono i partiti corrotti…

Qua, a Gioiosa Marea, dove si vota, non ci sono partiti politici ma liste elettorali. Tuttavia, seppure le Liste fossero banche o creditori potrebbero fare il conto di massima dei voti che avanzano e per il resto sperare nel buon esito di tutti i crediti vantati, affidandosi in parte al libero arbitrio, all'altrui discrezione. Nel caso di elezioni comunali, come a Gioiosa Marea, più che di arbitrio si potrebbe parlare di voto libero e/o d’opinione.

Ed ecco che trattandosi di una gara che vede i 3 candidati (Lena, Princiotta, Spinella) tutti bene accreditati, non sarà ininfluente la loro capacità di tenere conto, nella comunicazione, dei fatti locali quanto di quelli nazionali. Specie di quelli più impellenti e gravi: dall’IMU all’occupazione, dall’antipolitica alla corruzione, dalle tasse alla difesa del cittadino, dalle tariffe dei servizi al risparmio individuale e collettivo, dai licenziamenti alla ricerca di un lavoro, dalla cassa mutua al ticket sui medicinali, dal ricovero in ospedale al pedaggio autostradale, dai costi della politica agli oneri aggiuntivi sulle bollette, dalle tasse comunali alle multe per divieto di sosta, dal semplice e solo dare al 'semplice' ricevere, guadagnare qualcosa.

Perché se la politica corrotta prospera quanta più corruzione e miseria ci sono nel Paese, non altrettanto vale per le piccole comunità, dove la raccolta di denaro pubblico viene fatta attraverso l’Irpef e le imposte, le contravvenzioni, la spazzatura, l’acqua, le riffe. E un’amministrazione comunale non può sempre e solo chiedere, deve pure sapere dare. Ma non solo, soltanto e sempre a pochissimi: gli stessi.

E questo potrebbe contare sul voto libero e d’opinione.

d.m.c.
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