Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

"LA RONDINE" DI PUCCINI IN SCENA AL VITTORIO EMANUELE


Sul podio il maestro giapponese Hirofumi Yoshida, regia di Stefano Vizioli. Nel cast Donata D'Annunzio Lombardi, Francesca Pedaci, Leonardo Caimi e Fabio Previati

Messina, 26/05/2012 - In un momento molto difficile per la vita dell'Ente Teatro di Messina, andrà in scena quello che è diventato l'ultimo appuntamento della stagione: "La Rondine" di Giacomo Puccini. L'opera, finora mai rappresentata a Messina, sarà sul palcoscenico del Vittorio Emanuele lunedì 28 e mercoledì 30 maggio (ore 21) e venerdì 1 giugno (ore 17,30). Si tratta di un nuovo allestimento, con il maestro giapponese Hirofumi Yoshida alla guida dell'Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele e con la regia di Stefano Vizioli. Di notevole valore la compagnia di canto: Donata D'Annunzio Lombardi (Magda), Francesca Pedaci (Lisette), Leonardo Caimi (Ruggero), Fabio Previati (Rambaldo), Enea Scala (Prunier), Cristina Sogmaister (Suzy/Lolette), Rossella Bevacqua (Bianca/Gabriella), Fernando Cordeiro Opa (Gobin), Yuchi Tabuchi (Yvette/Georgette), Francesco Verna (Périchaud), Maurizio Muscolino (Crébillon/Rabonier), Marcello Siclari (Maggiordomo), Francesca Canale (Cantore). Coro lirico "Francesco Cilea", diretto da Bruno Tirotta. Scene di Cristian Taraborrelli; costumi di Angela Buscemi; disegno luci di Nevio Cavina; assistente alla regia e coreografo Pierluigi Vanelli.
"La rondine" è una delle opere meno conosciute di Puccini, ma, secondo gli intenditori, è una delle più belle. Tanto che negli anni recenti sta conoscendo una significativa popolarità. «"La rondine" - spiega il direttore artistico per la musica, Lorenzo Genitori - ha avuto un percorso accidentato nel catalogo pucciniano. Concepita come operetta, e pubblicata la prima volta come tale, essa crebbe via via, fino a collocarsi in una zona intermedia tra i due generi: a nostro avviso, sposando i pregi ed emendandosi dai difetti. Infatti abbiamo le dimensioni ridotte, la snellezza esecutiva, le danze, il mood spensierato dell’operetta, accompagnati dalla qualità musicale, dall’orchestrazione, e dalla compiutezza fraseologica dell’opera, oltre alla scolpitura di una serie di personaggi che non possono che rivelarsi come icone del panorama borghese dell’inizio del secolo scorso».

Il regista Stefano Vizioli è ben noto al pubblico messinese per la regia di altre opere pucciniane: "Madama Butterfy" prima e poi, nella scorsa stagione, "Suor Angelica" e "Gianni Schicchi". Ha operato uno spostamento temporale in avanti: «Una delle protagoniste dell’opera è proprio Parigi, la città dalle mille luci e tentazioni che affascina, stritola, seduce ed inebria nel suo ruolo di popoloso deserto. Puccini connota "Rondine" in una metà ‘800 ma vista la sensualità della trama sentivo l’esigenza, insieme con la costumista Buscemi e lo scenografo Taraborrelli, di identificare un’epoca che accarezzasse i corpi femminili in modo meno ridondante ed eccessivo. Abbiamo puntato su una Parigi anni ’50, l’epoca della grande sartoria degli Shubert, dei primi Balenciaga, contrapponendola nel secondo atto agli ambienti “alternativi” e fumosi frequentati dalle giovanissime Juliette Greco e muse consimili e storditi dalle violenze dei balli apaches. Il terzo atto, che parla di una ipotetica Costa Azzurra si risolve in una stanza d’albergo dove due amanti, con il testosterone al massimo, si chiudono per fare l’amore in continuazione, ma è un mondo illusorio e fittizio perché il denaro, altro importantissimo elemento drammatico nell’opera, viene a mancare. Magda e Ruggero sono felici beati ma anche tanto squattrinati, e questo alla fine si evince dalle piccole rinunce e da un certo squallore di base che farà optare Magda per la scelta definitiva e francamente più giusta per entrambi».

La partitura pucciniana inserisce una serie di musiche inconsuete per la lirica: «L'elemento più affascinante della "Rondine" - dice il maestro Hirofumi Yoshida, che nella scorsa stagione ha diretto al Vittorio Emanuele un applauditissimo concerto - sono i suoi valzer, che pervadono tutta l'opera, donandole un incanto squisito e  innovativo per la sua epoca. Ascoltando questa musica densa e raffinata, infatti, si comprende bene come il Maestro sia riuscito perfettamente a rivestire una danza già classica e tradizionale con la varietà e la ricchezza armonica, a volte stupendamente dissonante, che era il frutto degli studi, degli esperimenti e delle conquiste novecentesche europee. Oggi siamo ormai abituati ad ascoltare questa tecnica compositiva, e la riconosciamo “nostra” senza fatica, ma, negli anni in cui apparve "La Rondine", essa rappresentava una novità fresca e travolgente, soprattutto nel panorama musicale italiano».

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