Giornata di buon livello la sesta giornata di Tindari TeatroGiovani con i laboratori dell' Istituto Istruzione Superiore "E. Basile" di Monreale (PA), che ha messo in scena "Le Antigoni" da Sofocle - Brecht – Weil e del Liceo "Regina Elena" di Acireale (CT) con "La dodicesima notte" di William Shakespeare

Patti, 12 Maggio 2012 - Nel primo spettacolo, in effetti, come ha spiegato il regista Maurizio Carlo Luigi Vitale, la contaminatio è lieve perché si è rispettato per la maggior parte del lavoro il testo di Sofocle trasponendo però la vicenda ai nostri giorni. Sulla proiezione del Sunset Boulevard, un'importante e famosa arteria stradale che si snoda nella parte Ovest della Contea di Los Angeles, inizia la tragedia: due bande giovanili si sono scontrate per il controllo di un territorio, entrambi i capi sono rimasti sul terreno, ma il poliziotto – Creonte incaricato di riportare l'ordine, ora che nessuna banda prevale, ha fatto seppellire uno dei due e, pur essendo entrambi suoi nipoti, lascia per strada l'altro, come monito affinché ciò che è accaduto non si ripeta. Nessuna scenografia, scena spoglia, a rappresentare la solitudine di Antigone, che si oppone al despota. Sul fondo una proiezione continua di immagini di insegne al neon, di strade, di metropoli di oggi e del passato, lasciata immaginare anche dai quadri di Edward Hopper. Proprio sull'immagine di un'auto in corsa esplode lo sparo che segna il suicidio di Antigone e che provoca l'escalation di rovina del capo banda Creonte.
Ottimo il lavoro fatto dal regista sui corpi e sui movimenti scenici di grande suggestione, come la sciarpa-cappio rossa che avvolge ora il collo di Antigone, ora quello di Creonte, in una sorte di danza di morte.
Efficaci le musiche da Billy Holliday a Jim Morrison, alcune suonate dal vivo, così come il gioco delle percussioni realizzate sul palco con le mazze da baseball e fuori scena con oggetti di latta. Anche i costumi hanno alternato quelli classici di Antigone e della Corifea (Cassenti Martina e Alfano Gloria), le più convincenti dal punto di vista recitativo, con le calzamaglie nere e con abbigliamenti moderni.
Anche la "Dodicesima notte" ha entusiasmato il pubblico per la coralità, visto che è una commedia giocosa, complessa e ricca di sfumature, che, alternando momenti farseschi ad altri appassionati e malinconici, mette in gioco il tema dello scambio e della ricerca dell'identità. L'autore si diverte a contaminare e a mescolare i generi, offrendoci una carrellata molto vivace di caratteri unici: nobili innamorati dell'amore e della musica, cavalieri gran bevitori e gaudenti, dame malinconiche e innamorate, puritani ipocriti e beffati, buffoni irriverenti e amari. Su tutti naturalmente giganteggia il personaggio di Viola, davvero brava anche nel balletto iniziale, soavemente femminile anche negli ambigui panni maschili. L'adattamento ha forse risentito dei tagli che probabilmente, con i continui cambiamenti di scena, di cui assoluto protagonista è stato il divano, hanno determinato una caduta del ritmo. Pregevole è stato il lavoro di traduzione del laboratorio per rendere la lingua adatta alla esigenze sceniche e più vicina alla sensibilità dei giovani di oggi.
Su tutto hanno vinto, però ,la sinergia tra personaggi protagonisti i e secondari su cui spiccavano lo zio Tobia (Paolo Schiavo) e il suo compagno di bevute Andrea, (Giovanni Coniglio) e la cura dei costumi.
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