Patti, 9 Maggio 2012 - Giornata di grande brio e leggerezza a Tindari TeatroGiovani con "Sicily Tragedi: un testo, il teatro, la realtà"rilettura e adattamento di Sasà Neri sull'opera di Ottavio Cappellani. Il regista ha portato sulla scena una godibilissima storia di mafia e risate, tra assessori alla cultura, messe in scene d'avanguardia, attori dialettali e feste aristocratiche, che riprende i protagonisti di una delle più famose tragedie di Shakespeare, Romeo e Giulietta, raccontandoli al contrario rispetto alla trama originale.
Le famiglie nemiche sono, in questo caso, d'accordo sull'unione dei due giovani, mentre è la ragazza, Betty, a ribellarsi. A rendere la commedia più esilarante è lo stampo mafioso delle due famiglie coinvolte, essendo prevista la presenza di due boss rivali: Pirrotta l'anziano e Turrisi il più giovane. Turrisi, si innamora della figlia di Pirrotta. Pertanto, si profila l'occasione per un matrimonio di stampo "mafioso", che potrebbe sancire la pace tra le due famiglie e la creazione di una cosca invincibile.
Commedia corale, rappresentazione pop sia per musiche, per coreografia e costumi
Il laboratorio ha messo in scena una gamma di personaggi contemporanei, dalla moglie agghindata del mafioso, al gay, alla prostituta, alla mantenuta, al regista, all'attore. Non sono mancate sfrecciatine allo sfascio culturale del Paese, mentre gli aspetti metateatrali tendevano a coinvolgere il pubblico, provocandolo sui grandi temi dell'opera d'arte: la realtà è finzione o la finzione è realtà?
La seconda opera della mattinata è stata "La Casina" di Plauto del Convitto Nazionale "T. Campanella" di Reggio Calabria. Anche se è la prima volta che l'Istituto si cimenta con il teatro classico, i registi Marta Arrigo e Roberto Modafferi hanno realizzato un lavoro perfettamente riuscito. Gli attori erano ben calati nella parte e hanno messo in scena l'opera platina con l'eliminazione delle parti che rallentavano lo svolgimento della scena. L'ambientazione è stata mantenuta originale, valorizzando le parti ritenute più efficaci per la messa in scena. I costumi (curati da Maria Crucitti e Maria Antonia Fusaro) erano coerenti con il periodo proprio per far rivivere, nel migliore dei modi, la concezione della vita latina.
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