Patti, 11 Maggio 2012 - Un'Antigone metateatrale. Tanti applausi per gli studenti del Liceo Scientifico "Fermi" di Cosenza che, seguiti dal regista Ennio Scalercio, hanno lavorato sull'Antigone di Sofocle (Colono, 496 a.C. – Atene, 406 a.C.) e di Jean Anouilh (Bordeaux, 23 giugno 1910 – Losanna, 3 ottobre 1987), realizzando uno spettacolo teatrale con l'artificio del "teatro nel teatro": "Alla ricerca di Antigone. Lezione - Spettacolo".

E' la prima volta che il Liceo si affida ad un regista eterno e l'esperimento è certamente riuscito, perché l'idea del gruppo di ragazzi che insieme ad una loro professoressa discutono del mito di Antigone e degli interrogativi che esso pone è stata davvero vincente. Le due diverse epoche erano scandite dalle quinte laterali con cui si creava il tempio greco e dai costumi, borghesi per il primo 900, classici per la tragedia greca. L'alternanza del testo sofocleo con quello di Anouilh era realizzata con stacchetti musicali originali di flauto traverso, clarinetto e tromba; anche il rito teatrale di indossare i costumi e truccarsi era visibile sul fondale.
L'alternanza tra i due piani teatrali non ha certamente valorizzato i tempi dello spettacolo che a tratti è parso rallentato, nonché turbato da un'inflessione linguistica che distraeva il pubblico.
Piccoli dettagli, però, a confronto dello sforzo profuso e dell'interesse che hanno suscitato le discussioni tra la professoressa e gli studenti sul dibattito politico- giuridico tra diritto naturale e diritto positivo, su temi esistenziali e "moderni" di una possibile ricerca della "felicità".
Lo spettacolo lascia allo spettatore una voluta ambiguità, se Creonte (che assume il ruolo di coprotagonista) sia uno spietato tiranno o un onesto funzionario (emblematica l'opposizione "i tiranni sono tutti mediocre/ solo i mediocri diventano tiranni), se Antigone sia una fiera oppositrice della nefanda ragion di stato o una ragazza d'oggi che rifiuta le false consolazioni di un piatto avvenire.
Temi e problemi agitati sulle tavole di un palcoscenico con la consapevolezza che fare teatro a scuola è un'esperienza totalizzante che impegna ragione e cuore e mette in gioco la propria intelligenza e la propria intimità.
A conclusione dell'opera il regista ha ringraziato per la qualità organizzativa della manifestazione e per l'attenzione degli studenti che hanno seguito con molta attenzione l'opera. Un riconoscimento per Tindari TeatroGiovani che negli anni ha investito per educare i giovani alla cultura del teatro voluto e che auspica di continuare quest'azione culturale, che rende i giovani consapevoli fruitori di un patrimonio tale da contribuire a qualificare la formazione integrale dell'uomo.
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Questo ''Spettacolo'' è un insulto.
RispondiEliminaNon si può neanche chiamare "spettacolo"!!
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