Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

CRISI; CISL: ECCO I NUMERI DEL FALLIMENTO CLASSE POLITICA IN SICILIA

Palermo, 14/06/2012 -  In Sicilia quest’anno il Pil regionale calerà di quasi il 3% e del 2,2% si ridurranno gli occupati “cosicché a lavorare sarà poco più del 40% dei siciliani in età da lavoro”. E non è andata meglio l’anno scorso. Nel 2011 il tasso di occupazione s’è attestato al 56,4% per gli uomini (-0,7%) e al 27,7% per le donne (-1%). Complessivamente ha perso 0,4 punti.

Sempre nel 2011 nell’Isola l’indebitamento delle
famiglie è aumentato del 3% ed “è, ora, più alto della media nazionale”. È volato l’indebitamento della Regione (5,3 miliardi) e degli enti locali dell’Isola (oltre 7 miliardi). E solo nell’ultimo anno è calato di oltre un miliardo il gettito delle entrate fiscali prodotte nella regione. Ancora, sono crollati gli investimenti industriali: -8%.

E quanto ai giovani, è su loro che pende,
soprattutto, una spada di Damocle: il 36% di chi ha tra 15 e 29 anni,
non studia né lavora. Insomma, una débâcle per l’economia dell’Isola.
Per la Cisl, un “fallimento storico”. Meglio: “il fallimento economico
e politico della classe dirigente regionale che, negli anni, ha
consolidato il proprio consenso sui trasferimenti finanziari e sulla
mera gestione clientelare delle risorse pubbliche”. La Cisl, stamani,
ha riunito a Messina l’assemblea generale dei delegati, 700
rappresentanti sindacali delle nove province dell’Isola che, presenti
Annamaria Furlan, segretario confederale nazionale e Giuseppe Gallo,
leader nazionale Fiba (i bancari), hanno lanciato alla politica
regionale un vero e proprio “ultimatum”.

Un aut aut che annuncia
“mobilitazione sociale”. Perché “questa classe dirigente – sostiene il
sindacato guidato nella regione da Maurizio Bernava – s’è mostrata
incapace di promuovere creazione di ricchezza, risanamento del debito,
riorganizzazione dei sistemi locali”. E di mettere al centro
dell’azione politica la crisi che, invece, specialmente in questa fase
dell’economia, è “l’unità di misura della lungimiranza politica”.
Per la Cisl Sicilia, il fallimento della classe politica regionale è
“un fatto smaccatamente doloso”.

A sostenerlo è l’assemblea generale
dei delegati, riunita oggi a Messina. “È dal 2009 che governo e
politica siciliani ricevono suggerimenti, proposte, contributi,
indicazioni dal mondo del lavoro e delle imprese. Ma non s’è mossa
foglia”, contesta il sindacato. Così, tuona la Cisl: “Se ne vadano a
casa”. “La politica, e il governo, o sono etica, trasparenza,
competenza, legalità, o non sono”. Né merita di candidarsi alle
elezioni regionali chi è stato incapace di sciogliere i nodi della
crisi, segnatamente mediante la riprogrammazione dei fondi Ue, incalza
Maurizio Bernava, segretario generale regionale.

L’assemblea dei delegati della Cisl Sicilia, riunita oggi a Messina,
afferma, si legge in una nota, che nell’Isola “il momento di più dura
contrazione economica coincide, oggi, con quello di maggior disagio
istituzionale e con la più vistosa degenerazione etica della
politica”. È in questo contesto che è stata convocata l’assemblea
generale, “per dare un segnale forte, di svolta”, precisa il
sindacato. E aggiunge Maurizio Bernava, segretario generale:
“Vigileremo, pronti alla mobilitazione, contro le onerose,
insostenibili, vecchie logiche di spartizione elettorale”.

Al riguardo
il sindacato si chiede pure, “che senso ha, ora, con una recessione
che tende a degenerare in depressione, l’ennesima overdose, per
settimane, di logiche e clientele meramente elettorali?”.
La Cisl proporrà un Manifesto per la buona politica in una decina di
punti, al cartello delle forze economiche e sociali che l’1 marzo
hanno sfilato assieme a Palermo, “per la prima volta nella storia
dell’Autonomia”, ponendo all’unisono il tema della crescita economica
e sociale. Lo ha deciso l’assemblea dei delegati della Cisl Sicilia,
in corso oggi a Messina.

“È alle associazioni che hanno promosso la
Marcia per il lavoro produttivo, che proporremo – sono parole del
segretario generale Maurizio Bernava – un manifesto con l’indicazione
di azioni e priorità per portare la regione fuori dalla crisi:
attraendo investimenti, risanando il debito, riorganizzando i sistemi
locali”. La Cisl pone l’accento sulle politiche attive per la crescita
e l’occupazione; l’accelerazione della spesa; le infrastrutture; il
taglio dei costi della politica e della pubblica amministrazione.
Insomma, “la Sicilia non può farsi risucchiare dalle combine
elettorali e spartitorie del passato”, incalza il sindacato.
Dovrà essere “un piano per energia, innovazione, ricerca e
infrastrutture”, il pilastro della strategia per lo sviluppo che sarà
al centro del consiglio dei ministri di domani.

A sostenerlo è la Cisl
per voce di Annamaria Furlan, segretario confederale nazionale,
intervenuta stamani all’assemblea dei delegati della Cisl Sicilia, a
Messina. Per Furlan è, questo, “un piano strategico di assoluta
urgenza per il Paese anche se lo sviluppo è questione che attiene alla
responsabilità del governo centrale come di quelli locali e che passa
pure per una riforma fiscale che tagli il peso delle tasse su
lavoratori e pensionati”. Furlan sollecita lo sblocco delle grandi
opere già finanziate dal Cipe, “abbiamo bisogno di investimenti
importanti”; e sottolinea che perché la crescita si metta in moto “i
comuni virtuosi devono poter derogare dal patto di stabilità per le
opere medio-piccole urgenti per le città”.
Bisogna tagliare il cordone ombelicale tra banche e titoli del debito
pubblico. È la madre di tutte le riforme europee. Ne è convinto
Giuseppe Gallo, segretario nazionale dei bancari Cisl, che lo ha
ribadito stamani nel corso dell’assemblea generale dei delegati della
Cisl Sicilia, a Messina.

Le banche italiane, sostiene Gallo, hanno
complessivamente un buon equilibrio patrimoniale e mostrano una buona
sostenibilità economica. Hanno però in portafoglio qualcosa come 272
miliardi di titoli italiani del debito pubblico. È questo il punto
dolente, perché “sale lo spread e i titoli perdono valore”, cosicché
le banche sono costrette a fare aumenti di capitale e
“conseguentemente, riducono il credito all’economia”. Per Gallo, “da
questo cul de sac se ne può uscire solo consentendo alla Bce di
acquistare direttamente sul mercato primario i titoli del debito
pubblico degli Stati o facendo della Bce un creditore di ultima
istanza”. È questa una riforma europea alla quale non ci si può più
sottrarre.

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