Centri antiviolenza, Case rifugio: in Sicilia e nelle Isole l'88,6% hanno un ente promotore privato

L’Istat e il Dipartimento per le Pari Opportunità rendono disponibile, tramite uno specifico sistema  informativo, un quadro integrato e tempestivamente aggiornato di informazioni ufficiali sulla  violenza contro le donne in Italia 2 . L’obiettivo è fornire dati e indicatori statistici di qualità che  offrano una visione di insieme su questo fenomeno attraverso l’integrazione di dati provenienti da  varie fonti (Istat, DPO, Ministeri, Regioni, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Centri antiviolenza,  Case rifugio e altri servizi come il numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking. 14/04/2025 -  Nel 2023 sono state 7.731 le persone accolte nelle strutture residenziali specializzate (Case rifugio) e non specializzate (Presidi residenziali assistenziali e socio-sanitari) per motivi legati alla violenza di genere.  Sono 3.574 le donne vittime di violenza, di cui 3.054 ospiti di Case rifugio e 520 di presidi residenziali.  Sono 4.157 i minori ospiti de...

PIRAINO B-MOVIE. FARINA: “ABBIAMO CONSEGNATO L’INDUSTRIA DEL CINEMA AGLI AMERICANI”

Messina, 3 agosto 2012 - Sono accorsi in 200 circa alla Guardiola di Piraino, lo scorso mercoledì sera, per assistere alla “prima” della Piraino B-Movie Film Convention, organizzata dall’associazione Maladolescenza con il patrocinio della Provincia regionale di Messina e giunta alla sua terza edizione. Protagonista, il regista Corrado Farina, alla sua seconda partecipazione di fila, con una delle sue opere di culto, Baba Yaga, lungometraggio del 1973. Ma anche l’allegria e la voglia di stare insieme, con la gente che ha tirato fino alle 5 del mattino per prolungare quanto più possibile un momento per certi versi unico.
Proprio Farina, colui che sulle pagine di Nocturno ha definito la Guardiola “il più bel cinema all’aperto del mondo”, al termine della proiezione, ha risposto alle domande del pubblico. Non sono mancate le riflessioni su un cinema di genere la cui fonte di ispirazione ha salde radici in Italia ma che ha trovato la sua consacrazione a livello internazionale solo di recente, grazie ai capitali dell’industria cinematografica statunitense.

“Da quando esistono i primi Vhs e poi i Dvd, hanno conosciuto una seconda giovinezza”, afferma il regista riguardo ai cosiddetti B-Movie, in auge già tra gli anni Sessanta e Ottanta e tornati di attualità dopo un prolungato oblio. “I miei film sono abbastanza anomali nella categoria dei B-Movie. Io sono considerato dagli autori di B-Movie un ‘intellettuale’, anche con un po’ di disprezzo nei confronti del termine, mentre dagli autori di film seri sono considerato uno da B-Movie – prosegue ironizzando – né carne, né pesce insomma”.

“Questi film sono tornati dall’oblio – riprende – e hanno entusiasmato le giovani generazioni. Per esempio, i miei film non li aveva visti quasi nessuno sebbene uno dei due avesse vinto il Festival di Locarno. Adesso, invece, devo dire con grande gioia che trovo fans sparsi per tutto il mondo, anche in America dove hanno girato delle serie. Soprattutto le pellicole arrivate in America hanno entusiasmato per sua stessa ammissione un regista che si chiama Quentin Tarantino il quale, in effetti, nei suoi film sembra aver fatto tesoro di alcuni degli elementi che noi utilizzavamo”.

Il vero problema, secondo Farina, è che il sistema industriale che in Italia era stato tenuto in vita anche grazie all’apporto di “sottocategorie del B-Movie” come horror e splatter – rispetto alle quali, tuttavia, prende le distanze – “è ormai morto”. “L’unica cosa che sopravvive – aggiunge – sotto l’aspetto industriale, è la commedia. Gli altri generi sono pressoché defunti o solo in minima parte trasmigrati nelle fiction televisive ma in maniera molto annacquata. Il vero B-Movie è defunto”.

Farina, che è anche scrittore, alla continua ricerca di un “difficile passaggio a Nordovest che concili l’esigenza dello spettacolo con quella dell’espressione di una serie di sensibilità personali che sono poi quelle che appartengono al cinema d’autore”, ricorda con un pizzico di nostalgia i tempi in cui il cinema di genere serviva a finanziare i grandi capolavori: “Basti ricordare Angelo Rizzoli che girava i film di Totò ma anche La Dolce Vita o Umberto D, bellissimo ma totalmente in perdita. Questo interscambio si è ormai inceppato perché manca la parte industriale. L’abbiamo consegnata bene impacchettata e infiocchettata agli americani”.

Non mancano, in ogni caso, le persone che oggi tentano di rivitalizzare il B-Movie: “C’è chi come me non trova i produttori che glielo permettono. Altri, come i fratelli Manetti (i Manetti Bros, anche loro protagonisti del Piraino B-Movie, ndr), riescono a fare film a bassissimo costo. Però è dura riuscire a riconquistare un mercato che abbiamo lasciato agli americani. E’ una battaglia disperata ma continuiamo a combatterla”.

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