Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

CESARE MORI: IL PREFETTO DI FERRO TORNA SULLE MADONIE, A GANGI, PER LA LOTTARE LA MAFIA IN TV

Roma, 15/09/2012 - Andrà in in onda il 16 e 17 settembre 2012 su Rai1, in prima serata, "Cesare Mori, il prefetto di ferro", con Vincent Perez, nel ruolo di Cesare Mori, Gabriella Pession nel ruolo della baronessa Chiaramonte, Adolfo Margiotta nel ruolo di Spanò, Anna Foglietta, nel ruolo della moglie Angelina e Cosimo Cinieri (nella foto) nel ruolo di Don Vito Cascio Ferro.

“Cesare Mori: il Prefetto di ferro” è una coproduzione Rai Fiction & Artis, prodotta da Giorgio Schöttler, per la regia di Giovanni Lepre. Firmano la sceneggiatura Pietro Calderoni, Gualtiero Rosella, Nicola Ravera Rafele, con la collaborazione di Carlo Carlei. Le musiche sono di Pino Donaggio.

Quasi del tutto girata quasi in Puglia, tra Maglie, Nardò, Scorrano, Lecce ed Otranto, e nel Lazio, la fiction è in effetti ambientata a Gangi, sulle Madonie, in Sicilia, nei primi del '900.

Cesare Mori, durante i primi decenni del Novecento fu protagonista di una serrata lotta alla mafia siciliana, continuatore dell'azione di Joe Petrosino, il poliziotto italo americano che per primo contrastò la mafia, senza esclusione di colpi e senza mai guardare in faccia nessuno.

Ad interpretare il Prefetto di ferro l’attore svizzero Vincent Pérez. Al suo fianco Anna Foglietta nei panni di Angelina, la sua dolce e cagionevole moglie. Gabriella Pession è invece la giovane e attraente baronessa Elena Chiaramonte, una donna risoluta e molto corteggiata che non mancherà di ammaliare, con il suo prorompente fascino, anche Cesare Mori. Adolfo Margiotta interpreta Francesco Spanò, amico e vecchio collega di Mori che, in Sicilia, lo affiancherà con grande devozione nella dura battaglia quotidiana contro la malavita, contro lo strapotere delle cosche mafiose e contro criminali di ogni genere.

Elementi che costituiscono i punti di forza della storia sono una biografia ricca di eventi e di spunti narrativi, sia sul versante dell'azione pubblica e dell'attività investigativa, sia su quello della vita privata, attraverso la valorizzazione del suo intenso e sfortunato rapporto con la moglie malata e la profonda indagine sulle sue origini: Mori era cresciuto senza genitori, in un orfanotrofio. Sia sul rapporto travagliato con la classe politica dell’epoca, con il fascismo in particolare e con Mussolini stesso, che lo porterà, infine, ad essere richiamato a Roma per occupare un seggio nel Senato Regio.
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NOTE DI REGIA

Cesare Mori. Un uomo tutto d'un pezzo, coraggioso, sempre pronto all'azione. Deciso e incorruttibile. Tanto nella lotta contro la mafia, quanto nel contrastare, da Prefetto di Bologna, l'ascesa squadrista che si faceva beffe delle istituzioni.
La figura, quindi, di un integerrimo funzionario dello Stato. Certo una utile chiave di lettura per inquadrare correttamente un personaggio storico conosciuto ai più come nemico giurato della mafia.

“Non può essere perfettamente forte nel mondo se non chi è solo” è, d'altro canto, uno dei pensieri del Prefetto di Ferro che più mi ha fatto riflettere per cercare di costruire, anche visivamente, una figura che certo non è possibile inquadrare soltanto in una dimensione di risoluto servitore dello Stato. Le azioni, anche quelle più controverse, e le motivazioni più profonde di Cesare Mori si possono delineare con una luce più chiara attraverso lucide e consapevoli convinzioni come quella sopra citata. Perché, dopotutto, tutto ciò che ha mosso l'operato di Cesare Mori, offre il destro ad una riflessione sul potere e sulla sua gestione ma, dal mio punto di vista, soprattutto sull'ingenuità dell'ideale e sulla strumentalizzazione stessa dell'ideale.

Cosa si è disposti a fare, a che compromessi si è costretti a scendere pur di raggiungere il proprio obiettivo? Mori, che è certo stato un acerrimo nemico della mafia, contro la quale ha sempre lottato, è sceso a patti con il fascismo per avere totale mano libera nella conduzione della sua battaglia? E quanto il fascismo e lo stesso Mussolini hanno potuto sfruttare questa spinta ideale per assecondarla ai propri obiettivi? Su questo dualismo tematico si articolano volutamente molti dei momenti di racconto della miniserie.
Mori è un precursore di tutti coloro che, a iniziare da Joe Petrosino, hanno fatto della guerra alla mafia una ragione di vita. Le sue note operazioni in Sicilia restano una lezione di dedizione e determinazione.

Gianni Lepre

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