Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

S. STEFANO DI CAMASTRA: UN PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE COMUNALE PER L'EMERGENZA


Santo Stefano Di Camastra (Me), 16/09/2012 - Un piano di emergenza non è altro che il progetto di tutte le attività coordinate e di tutte le procedure che dovranno essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso atteso in un determinato territorio, in modo da garantire l'effettivo ed immediato impiego delle risorse necessarie al superamento dell'emergenza ed il ritorno alle normali condizioni di vita. Il Piano di Emergenza è il supporto operativo al quale il Sindaco si riferisce per gestire l'emergenza col massimo livello di efficacia. Posto che solo attraverso una precisa distribuzione di sforzi volti:
-a conoscere le vulnerabilità territoriali ed antropiche,
-ad organizzare una catena operativa finalizzata al superamento dell'evento,
il Sindaco disporrà quindi di un valido riferimento che determinerà un percorso organizzato in grado di sopperire alla confusione conseguente ad ogni evento calamitoso.

Il Piano deve rispondere alle domande:
a. quale eventi calamitosi possono ragionevolmente interessare il territorio comunale?
b. quali persone, strutture e servizi ne saranno coinvolti o danneggiati?
c. quale organizzazione operativa è necessaria per ridurre al minimo gli effetti dell'evento con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana?
d. a chi vengono assegnate le diverse responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per la gestione delle emergenze?

Per poter soddisfare queste necessità occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all' evento atteso e quindi poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al superamento della calamità con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana (quanti vigili del fuoco, quanti volontari, quali strutture di comando e controllo, quali strade o itinerari di fuga, quali strutture di ricovero, aree sanitarie, etc. ).
Il Piano è dunque uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile non solo in riferimento all'elenco di uomini e mezzi, ma soprattutto quando si acquisiscano nuove conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione. A livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli operatori delle varie componenti della Protezione Civile di avere un quadro di riferimento corrispondente alla dimensione dell'evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilità alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e così via. Considerato che il rischio presente in un territorio può fare riferimento a diverse tipologie di evento (alluvioni, terremoti, frane...) il Piano deve prevedere uno o più "scenari di rischio", a cui debbono o possono corrispondere diverse tipologie di intervento.

È opportuno a questo proposito sottolineare un punto essenziale e cioè che il Piano deve essere redatto comunque sulla base delle conoscenze scientifiche possedute al momento, senza attendere studi in corso o futuri incarichi o perfezionamenti. Un piano "speditivo", sia pure impreciso e cautelativo, è meglio che nessun piano. Appena possibile, si farà una revisione del Piano, lo si migliorerà, lo si completerà con più dati e più basi scientifiche. Il concetto-chiave della pianificazione di emergenza è comunque cercare di prevedere tutto, ma tuttavia occorre essere consapevoli che sarà sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilità e contemporaneamente la capacità di creare i presupposti (ad es. attraverso le esercitazioni) affinché anche in questi casi vi siano le migliori condizioni di successo. Tali piani devono riguardare gli aspetti connessi alla previsione dei rischi e alla mobilitazione delle risorse esistenti, in fase d’emergenza. La predisposizione dei piani in questione, deve pertanto tenere conto di vari aspetti amministrativi e programmatici,articolandone la costruzione in diverse fasi. La prima fase. Riguarda la valutazione dei rischi del territorio, dividendoli per tipologia e livello di pericolosità. La seconda fase, riguarda lo studio del territorio la sua storia e le sue peculiarità.
La terza fase, riguarda le tipologie d’intervento, l’organizzazione e il coordinamento in caso di gravi calamità.

La quarta fase, riguarda l’organizzazione e la preparazione dei mezzi e delle risorse disponibili sul territorio.
Infine, la quinta fase, prende in esame la dislocazione delle forze di soccorso, e l’alloggiamento d’eventuali sfollati.
Il piano Comunale di Protezione Civile vuol essere valido strumento di conoscenza e di guida da utilizzare quando si rende necessario, in modo da favorire l’organicità degli interventi, per raggiungere lo scopo di collegare in maniera ottima le funzioni di prevenzione, previsione e mobilitazione delle risorse in caso d’eventi eccezionali.
Naturalmente anche Santo Stefano di Camastra ha il suo, per tale motivo chiediamo l’aggiornamento ed il coinvolgimento dell’odv di Protezione Civile presenti sul territorio comunale nella redazione di un nuovo piano aggiornato.
Sicuri di una vostra benevole accoglienza della presente, le porgo i miei più cordiali saluti.

Il Presidente rag. Soccorso Salamone

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