29/11/2012 - L'associazione Astoria aderisce all'iniziativa promossa dai Benzinai Italiani Riuniti, che in collaborazione con l'associazione di promozione sociale YouQ hanno lanciato uno spot ed una petizione on-line per chiedere al governo di tagliare le accise ormai scadute. L'aumento esponenziale della benzina, aggiunto all'aggravarsi della crisi economica, ha messo sul lastrico gestori di carburanti, autotrasportatori e tutte le categorie che lavorano con i mezzi di trasporto. Le ripercussioni degli aumenti si riversano poi sugli automobilisti che sono spesso costretti a lasciare l'auto a casa. Aumento del costo dei carburanti vuol dire inoltre conseguente aumento dei prezzi dei prodotti trasportati su gomma, come ad esempio quelli del settore alimentare. A pagare, alla fine, sono tutti i cittadini, nessuno escluso.

“La situazione è ancor più grave e paradossale in Sicilia” – dichiara il presidente di Astoria, Mario Gitto – “Nonostante la nostra regione sia a Statuto speciale e sulla carta goda di particolari privilegi anche in questo settore, il prezzo del carburante è assolutamente in linea con il resto d'Italia, con l'ulteriore penalizzazione della lontananza geografica con i centri del commercio nazionale ed internazionale. Al danno si aggiunge poi la beffa. La Sicilia infatti, per una politica sbagliata che affonda le radici in epoche ormai lontane, subisce la presenza in loco di numerosi impianti di raffinazione del petrolio. Inquinano da noi, corrispondono pesanti accise al governo nazionale. Paghiamo quindi due volte – prosegue Gitto – in termini di salute ed in termini economici. Per questo, come associazione fortemente radicata nel territorio, facciamo nostra la battaglia dei benzinai italiani e dell'associazione YouQ ed aderiamo alla petizione.”
I sottoscrittori e le sottoscrittrici della petizione chiedono:
1. Il taglio delle accise scadute, ormai storiche;
2. La rendicontazione delle accise in corso;
3. 3. La modifica dei contratti economici e di lavoro dei gestori di carburanti.
Perché continuiamo a pagare tutte le accise, ormai scadute, imposte fino al 2004? Quelle imposte successive, vengono realmente destinate alla causa? Non dobbiamo dimenticare che il carburante costa caro a causa della tasse (accise e iva). Stiamo ancora pagando, infatti, attraverso le accise, la guerra di Etiopia del 1935, il finanziamento della crisi di Suez del 1956, il finanziamento della guerra in Libano del 1983 e della missione in Bosnia del 1996, le ricostruzioni dopo il disastro del Vajont del 1963, l'alluvione di Firenze del 1966 e il terremoto del Belice del 1968, la ricostruzione dopo i terremoti del Friuli 1976 e dell'Irpinia del 1980, il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004, l'acquisto di autobus ecologici nel 2005, l’emergenza immigrazione dopo la crisi libica del 2011, il finanziamento alla cultura nel 2011.
E’ possibile firmare la petizione e guardare lo spot sul sito internet: http://www.benzinaitalianiriuniti.com/
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