"Non solo Mizzica": la Regione finanzia i progetti per la promozione del dialetto siciliano nellle scuole

Scuola, "Non solo Mizzica": Regione finanzia progetti per la promozione del dialetto. Oltre 400 mila euro alle scuole siciliane per il progetto "Non solo Mizzica - Il siciliano, la lingua di un popolo", che prevede interventi di diffusione e promozione del dialetto. Il dipartimento regionale dell'Istruzione ha approvato la graduatoria definitiva degli istituti scolastici con sede in Sicilia che otterranno i fondi. 3 mag 2024 - Nello specifico, sono state ammesse al finanziamento 65 proposte curriculari ed extracurriculari di Tipo A, che riguarda le scuole di ogni ordine e grado, il cui costo massimo non doveva superare i cinquemila euro; due quelle di Tipo B, per i progetti che prevedono partenariati tra istituti superiori, con un liceo coreutico-musicale nel ruolo di istituto capofila e con un costo massimo finanziabile di 60 mila euro ciascuno. I fondi impegnati raggiungono circa 325 mila euro per gli interventi di Tipo A, e poco meno di 80 mila euro per il Ti

PROSTITUZIONE: COME LE NIGERIANE ARRIVANO A MESSINA E IN SICILIA

Messina, 08/12/2012 - Nei giorni scorsi a Messina, nell'ambito dei servizi volti al contrasto del fenomeno della prostituzione nel capoluogo peloritano, gli agenti delle Volanti hanno proceduto al controllo di diverse cittadine straniere che stazionavano in varie zone della città, palesemente in attesa di adescare qualche cliente. Nel corso di detti servizi i poliziotti hanno fermato 6 cittadine extracomunitarie di origini nigeriane, per le quali si sta procedendo a verificare la loro posizione sul territorio nazionale, poiché in possesso di permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari. Una di loro è stata inoltre denunziata per resistenza a pubblico ufficiale.
Ed ecco uno dei percorsi più usuali e turpi per fare giungere in Italia, a Messina e in Sicilia, le donne nigeriane da destinare alla prostituzione. Lo spiega (purtroppo) 'bene' l'operazione 'Caronte', svolta dalla Guardia di Finanza, ieri, venerdì 7 dicembre.

OPERAZIONE "CARONTE". Disarticolata un'associazione a delinquere composta da nigeriani votata al traffico internazionale di esseri umani tra Nigeria ed Italia, alla riduzione in schiavitù ed allo sfruttamento della prostituzione. L'attività d'indagine, coordinata dalla Direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Genova, ha consentito complessivamente l'arresto di 22 soggetti e la denuncia di 54 responsabili in tutta Italia.

L'articolata indagine, iniziata nei primi mesi del 2011 e condotta con metodi investigativi tradizionali e con intercettazioni telefoniche, ha consentito l'individuazione di un'associazione criminale con vertice in Nigeria, dalla connotazione transnazionale, potendo contare su ramificazioni in diversi stati africani (prevalentemente Niger e Libia) ed Europei, tra cui Italia, Francia e Germania.

In considerazione della gravità dei reati accertati nei confronti dell'organizzazione, estesa in tutta Italia, l'indirizzo delle indagini è stato costantemente coordinato dalla Procura e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, che hanno intensamente lavorato sull'esito delle investigazioni eseguite dalla Guardia di Finanza della Spezia, che hanno portato all'arresto di 22 componenti del sodalizio criminale ed alla denuncia di 54 responsabili.
Le operazioni, la cui ultima tranche è stata conclusa nella giornata odierna, sono state eseguite a Torino, Milano, Verona, Reggio Emilia, la Spezia, Crotone e Salerno. L'attività investigativa denominata "Caronte", prima del genere ad essere eseguita con questi risvolti in Europa, ha consentito di pervenire ad individuare il "modus operandi" della compagine criminale nigeriana, che determinava periodicamente delle vere e proprie "quote" di persone da inviare in Europa, mediante i canali dell'immigrazione clandestina, assegnando ai loro referenti, anch'essi di etnia nigeriana ed ormai radicati nelle nazioni occidentali, il compito di destinarli ad attività illecite di ogni genere, quali prostituzione, spaccio di stupefacenti ed altri reati.

Alle donne veniva prospettato l'ottenimento di posti di lavoro in Italia, garantendo un sicuro miglioramento delle condizioni di vita, salvo poi richiedere una somma di danaro (fino a 60/70 mila euro) per "riscattare" l'investimento finanziario sostenuto dall'organizzazione che si è impegnata a facilitare l'espatrio; nei confronti dei soggetti maschi, invece, veniva assegnato l'incarico di introdursi nella rete di spaccio di sostanze stupefacenti.

L'attività di prostituzione e di spaccio della droga, se eseguita con perseveranza ed obbedienza verso i controllori, avrebbe consentito alle ragazze di riscattare il prezzo pattuito per la liberazione; tuttavia, come accertato, alcune di loro hanno preferito, in luogo di una nuova vita, salire di un gradino nell'organizzazione criminale, accettando a loro volta di diventare protettrici e responsabili di nuove arrivate.

Nel corso degli ultimi 3 anni è stato calcolato che almeno 10.000 persone siano state fatte entrare clandestinamente in Europa, attraverso rischiosi viaggi con i quali le vittime venivano condotte prima attraverso il deserto del Niger e della Libia e successivamente ammassati in veri e propri centri di raccolta dislocati lungo le coste libiche da dove, in relazione alle diverse esigenze del "mercato" o delle organizzazioni criminali, venivano imbarcate su natanti alla volta dell'isola di Lampedusa. Qui giunti, dopo un periodo variabile di permanenza, venivano destinati ai centri di accoglienza di Puglia, Molise, Campania, Calabria e Sicilia. In questa fase si attivavano le teste di ponte dell'organizzazione con sede in Italia: nigeriani già domiciliati, legalmente o meno, nel territorio nazionale, rifornivano gli immigrati di schede telefoniche intestate a soggetti inesistenti al fine di renderli reperibili per i loro aguzzini, ma invisibili alle ricerche delle Autorità, e ne organizzavano la fuga per poi assegnarli alle dipendenze degli sfruttatori, posti ad un livello intermedio del sodalizio criminale, che ne avrebbero disposto in relazione alle direttive dell'organizzazione od alle loro esigenze.

L'indagine ha accertato inoltre il meccanismo posto in essere dai protettori i quali, al fine di evitare l'identificazione delle ragazze, ne gestiscono la prostituzione in diverse città del nord Italia, con frequenti scambi di località, controllandole assiduamente per raccogliere i soldi guadagnati e rinsaldare il vincolo di sudditanza, giungendo a malmenare, e talvolta ad uccidere, le ragazze che non pagano il loro debito.

La Guardia di Finanza sta sviluppando le indagini anche al fine di accertare la direzione dei flussi finanziari, che permettono il rientro in patria di enormi somme, utilizzate prevalentemente per l'effettuazione di investimenti in attività illecite, o piuttosto per il riciclaggio con investimento nell'economia.

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