Codice della Strada: una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi

CODICE STRADA. ANNALISA CORRADO (SEGRETERIA NAZIONALE PD E MEP S&D): “ENNESIMO DISASTRO DEL GOVERNO, NORMA REPRESSIVA E IDEOLOGICA FATTA SULLA PELLE DELLE PERSONE”  Roma, 20 novembre 2024 - "L’approvazione del Codice della Strada non è che l’ennesimo disastro del Governo, che peggiora invece di migliorare la vita dei cittadini. Si tratta di una norma repressiva e ideologica, che complica la vita ai sindaci virtuosi che vogliono adottare pratiche innovative e che non fa assolutamente nulla per prevenire gli incidenti stradali, che ancora oggi registrano numeri terrificanti – oltre 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno”, dichiara Annalisa Corrado, Responsabile Conversione Ecologica nella Segreteria Nazionale del PD e MEP S&D, Commissione ENVI. La riforma, a lungo sbandierata dal Governo Meloni, ha ricevuto oggi l’approvazione in Senato. Tutte le principali associazioni italiane dei familiari delle vittime sulla strada, insieme con le associazioni ambientaliste e per la mobi

SGARBI PORTA INGROIA IN TRIBUNALE PER L’USO DELLA “RIVOLUZIONE”

Il Partito della Rivoluzione fondato dal critico d’arte presentato lo scorso luglio e registrato con atto notarile. «Determina confusione nell’elettore e imponeun’azione legale per la restituzione del maltolto»
ROMA, 30/12/2012 - Vittorio Sgarbi intraprenderà, attraverso il suo legale Giampaolo Cicconi, un’azione legale contro l’ex Pm di Palermo Antonio Ingroia per avere in sostanza, copiato, la denominazione del Partito della Rivoluzione fondato dal critico d’arte 6 mesi fa.
Spiega Sgarbi: «Inizia male l’ex magistrato italo-guatemalteco: con uno scippo. Rubando spudoratamente la denominazione del suo partito (Rivoluzione Civile) al Partito della Rivoluzione, presentato alla stampa lo scorso 14 luglio e registrato, con apposito notarile, poche settimane dopo a Roma da me e dal responsabile dell’Organizzazione nazionale Sauro Moretti.
Forse Ingroia – osserva Sgarbi - pensa ad una “Rivoluzione” diversa, ma è evidente che determina confusione nell’elettore, imponendo dunque un’azione legale per la restituzione del maltolto»


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