Antimafia, il bilancio di un anno: mai come oggi diffuso il possesso di armi, pure tra insospettabili e minorenni

Antimafia: presentato in aula il bilancio dell'attività della commissione a un anno dal suo insediamento. Dal presidente Cracolici la proposta di un Osservatorio per monitorare gli appalti e il pericolo di infiltrazioni nei subappalti. Sono state 55 le sedute tenute dalla Commissione regionale Antimafia, 14 le inchieste avviate, 70 le audizioni, 9 gli incontri con i prefetti e i comitati per l'ordine e la sicurezza pubblica, 302 gli incontri con gli amministratori locali Palermo, 26 Mar - “Ci sono segnali che ci preoccupano: mai come adesso in molti territori si è diffuso il possesso di armi, persino in ambienti insospettabili. La cronaca ci consegna un pericoloso modello di comportamento anche tra i giovanissimi, come il caso di un 17enne che prima di andare in discoteca si è munito di una pistola. Si diffonde la mafiosità come stile di vita”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, in un passaggio della sua presentazione in au

SGARBI PORTA INGROIA IN TRIBUNALE PER L’USO DELLA “RIVOLUZIONE”

Il Partito della Rivoluzione fondato dal critico d’arte presentato lo scorso luglio e registrato con atto notarile. «Determina confusione nell’elettore e imponeun’azione legale per la restituzione del maltolto»
ROMA, 30/12/2012 - Vittorio Sgarbi intraprenderà, attraverso il suo legale Giampaolo Cicconi, un’azione legale contro l’ex Pm di Palermo Antonio Ingroia per avere in sostanza, copiato, la denominazione del Partito della Rivoluzione fondato dal critico d’arte 6 mesi fa.
Spiega Sgarbi: «Inizia male l’ex magistrato italo-guatemalteco: con uno scippo. Rubando spudoratamente la denominazione del suo partito (Rivoluzione Civile) al Partito della Rivoluzione, presentato alla stampa lo scorso 14 luglio e registrato, con apposito notarile, poche settimane dopo a Roma da me e dal responsabile dell’Organizzazione nazionale Sauro Moretti.
Forse Ingroia – osserva Sgarbi - pensa ad una “Rivoluzione” diversa, ma è evidente che determina confusione nell’elettore, imponendo dunque un’azione legale per la restituzione del maltolto»


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