Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica

Festa della Liberazione: la filastrocca del 25 aprile di Mimmo Mòllica 25/04/2024 - La «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica ricorda la liberazione dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista. Una data importante per adulti e bambini, da non dimenticare per dire 'no' ai totalitarismi e a tutte le guerre. Sempre e in  ogni luogo, «meglio fiori che armi». «Filastrocca del 25 aprile» di Mimmo Mòllica

FARE FUTURO: SENZA APPELLO LA BOCCIATURA DI FINI E CASINI

Roma, 27/02/2013 - Da lunedì abbiamo una nuova sede, in Via Quirino Visconti 85, dove proseguirà la nostra attività più convinti che mai della necessità di un centrodestra che si fondi davvero su un progetto culturale e politico e non sia solo espressione di una forte leadership, comunque confermata dalle urne.
Lasciamo la sede storica di Palazzo Serlupi Crescenzi, nella quale sono state realizzate tante tappe della storia del centrodestra, nella sua evoluzione, e in particolare di Alleanza Nazionale, che abbiamo contribuito a creare. Restano validi recapiti telefonici, email, siti e quant’altro necessita alla comunicazione internet, sia di Farefuturo che di Fareitalia. Insomma, ci siamo e resteremo, con le forze che anche voi ci darete.

L’Italia ha bisogno di un governo per le riforme e quindi di un’area popolare, nazionale ed europea, moderata e innovativa che sia da stimolo per andare avnti con decisione in un mare in tempesta. L’Europa ci guarda con apprensione ma purtroppo essa stessa è stata fonte di guai, per la mancanza di una leadership, cioè di visione. Nel nuovo fascicolo di “Charta minuta” che è in stampa, parliamo di questo e di altro, appunto di “Europa alla deriva” , con rischio che naufraghi proprio sullo scoglio Italia se le forze politiche non sapranno anteporre gli interessi generali a quelli personali.

Noi daremo il nostro contributo di idee, come sempre. Vi anticipo l’editoriale che apre questo fascicolo, nella speranza che avrete la bontà di seguirci anche in questa fase certo non facile. Insieme, andremo avanti. Senza nostalgie né recriminazioni, convinti, come sempre siamo stati, che la vera politica, quella che davvero serve, deve guardare solo al Bene Comune e deve fondarsi su idee, proposte, progetti, certamente su valori che vanno vissuti e non solo declamati.

Adolfo Urso
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Il caso Italia, con il successo di Grillo, rischia di affondare l’Europa, già alla deriva per errori propri e di coloro che ne hanno la guida, Germania e Francia in testa. I risultati elettorali, giunti mentre andiamo in stampa, confermano purtroppo l’analisi che sviluppiamo in questo fascicolo sull’assenza in Europa di un leader e di una visione, cioè di un progetto comune e condiviso, capace di indicare ai popoli la via d’uscita dal tunnel in cui siamo finiti. In Italia, ciò ha pregiudicato il successo, fin troppo annunciato, della “vecchia sinistra”di Bersani e affossato le ambizioni, smisurate quanto infondate, di Monti e dei suoi alleati. La rimonta, clamorosa, di Berlusconi ne sottolinea le sue qualità carismatiche, piaccia o non piaccia, fondate anche sulla ritrosia degli italiani nei confronti della sinistra. Speriamo che la politica trovi una via d’uscita e indichi la strada delle riforme, che non sono necessariamente quelle che l’euroburocrazia monetaria ci vorrebbe imporre.

Altrimenti, saranno tempi drammatici per noi e per l’Europa.
La nostra Unione, peraltro, si è per troppo lungo tempo crogiolata sul suo superato e compassato modello, sorda ad ogni reale cambiamento a fronte di una globalizzazione che ha imposto tempi diversi e nuovi protagonisti. Innanzi tutto la Cina accanto agli Usa, che delineano in tutta evidenza un nuovo bipolarismo mondiale. Stati Uniti e Cina sono entrati nel 2013 con una forte leadership. l’Europa assolutamente no, come dimostra, purtroppo, l’intesa sul nuovo bilancio dell’Unione, di bassissimo profilo e in buona parte rinunciataria, fatta di tagli senza progetto, di contenimento senza crescita, meramente contabile e conservatrice. La riconferma di Obama, con un risultato superiore alle aspettative, consente agli Stati Uniti di guardare con più fiducia al futuro e anche la recente decisione sul loro bilancio e quella ancor piu significativa sulla sanatoria per undici milioni di immigrati sono segnali importanti per chi vuol intendere.

La Cina, dal canto suo, ha insediato una forte leadership con il congresso di fine anno che ha eliminato la nuova “guardia rossa” di Bo Xi Lai e consegnato tutto il potere a Xi Jinping, il quale per la prima volta nella fasi di passaggio assomma da subito sia la carica di segretario del Pcc sia quella di responsabile delle forze armate. Il che la dice lunga sulla volontà della nuova leadership di agire subito e con assoluta autorevolezza. E ciò mentre i grandi contendenti asiatici, India e Giappone soffrono, come l’Europa, di carenza di leadership e di assenza di visione.
La nostra Europa non è più una potenza ma una grande assenza, si potrebbe dire, parafrasando la nostra storia, solo una “espressione geografica”. Divisa su ogni azione, interna e internazionale, è tornata ad essere una mera sommatoria di Stati nazionali privi, però, persino della loro moneta. La Bce di Mario Draghi ha fatto miracoli evitando il tracollo degli stati mediterranei, Italia in testa, ma non può superare gli ostacoli frapposti dall’architettura europea, del tutto inadeguata, e dal risorgere preponderante degli interessi nazionali in una visione miope priva di prospettive. Il grave errore fu commesso quando si scelse un esponente debole di un paese debole quale primo presidente stabile del consiglio europeo, invece che un vero leader capace di visione come Blair o Aznar. Gli stati, soprattutto Germania e Francia, preferirono confermare Barroso presidente della Commissione, anch’egli leader debole di un paese debolissimo e marginale come il Portogallo, e nominare appunto il belga Van Rumpoy sconosciuto ai più. Il risultato è una sommatoria di debolezze che impedisce di assumere decisioni forti e tempestive. Solo Mario Draghi è riuscito sinora a far pesare una istituzione europea, un italiano che non ha dimenticatol’Italia “salendo” in Europa.

Il Ppe ha cercato in questi anni di sostituirsi alle istituzioni europee ma di mera supplenza si tratta in mancanza delle riforme che necessitano ma che nessuno riesce davvero a realizzare, nemmeno a programmare. Ed ha commesso anche clamorosi errori, come nel caso-Italia.. La sua presenza politica è riuscita a tamponare la falla greca, con un governo di coalizione guidato dai popolari che sta imponendo duri ma necessari sacrifici, è riuscita a dare un governo a Portogallo e Spagna, che comunque hanno evitato il peggio, ma ha toppato clamorosamente proprio nel passaggio elettorale in Italia, avallando un governo tecnico che non poteva trasformarsi in maggioranza politica prescindendo dal centrodestra così come si è realizzato e, quindi, da Silvio Berlusconi che l’ha fondato e forgiato, tanto più alla luce di disastrosi risultati sul piano dell’economia reale.

L’Italia è diventata il male d'Europa. Priva com’é di una maggioranza che possa davvero esprimere la rappresentanza delle forze moderate e riformiste, sociali ed economiche. Significativo è lo smarrimento della Chiesa cattolica e dei ceti produttivi del paese che hanno perso il loro riferimento, così come senza appello è la bocciatura di Fini e Casini e delle loro smisurate ambizioni. Necessita, quindi, riempire questo vuoto, partendo dal centrodestra così come è emerso dalle elezioni. Quest'area esiste e va rappresentata, serve all’Itala per avere un suo progetto europeo, serve all'Europa per non ridursi ad una mera “Grande Germania”. Tocca alle nuove generazioni realizzarla e in pochi mesi. Noi daremo il nostro contributo, come sempre a partire dalle idee.

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