Orchestra sinfonica siciliana: “Vergognoso quanto sta succedendo, presenterò un'interrogazione”

Cracolici: “Vergognoso quanto sta succedendo all'Orchestra sinfonica siciliana, presenterò interrogazione” Palermo, 29 Aprile - “Quello che sta succedendo all'Orchestra sinfonica siciliana è vergognoso: è assurdo che dopo mesi abbiamo un presidente che si è dimesso, un’incompatibilità del Sovrintendente e un governo regionale che non prende alcuna iniziativa per ridare delle garanzie e stabilità ai vertici della Foss. Tutto questo accade in un momento nel quale la cultura viene considerata solo un poltronificio e non uno strumento per attrarre e veicolare l'immagine di una Sicilia attiva e intraprendente”.  Lo dice Antonello Cracolici, deputato Pd all'Ars e primo firmatario di un'interrogazione presentata per “Far assumere iniziative immediate e per ridare certezza a un ente – aggiunge Cracolici – mentre il governo, ripiegato su logiche di occupazione del potere, non riesce neanche a svolgere l'attività di ordinaria amministrazione. Oltretutto, vorrei ricordare

NINO ALIBRANDI CONFERMATO SEGRETARIO GENERALE DELLA FIM CISL DI MESSINA

Messina, 12 febbraio ’13 – Nuove sfide per la Fim Cisl di Messina. “Una su tutte, favorire nuova industria per nuovo lavoro”. Così Antonino Alibrandi, 36 anni, confermato segretario generale della Fim Messina, ha voluto sintetizzare il nuovo impegno dopo la rielezione da parte del IX Congresso dei Metalmeccanici Cisl tenutosi oggi presso l’Aula Magna del Liceo Ainis di Messina.
Ad affiancarlo, in segreteria, c’è il riconfermato Giuseppe Crisafulli, dipendente della Trio (indotto Raffineria di Milazzo) e la nuova eletta Giovanna Beccalli, dipendente Feluca. I lavori del congresso Fim, alla presenza del segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese, del segretario regionale Fim Cisl Salvatore Picciurro e del segretario nazionale FIM Cisl Gianfranco Gasbarro.

Alibrandi, nella sua relazione, ha evidenziato come sia urgente e necessaria una politica industriale consapevole, che faccia i conti con la struttura diffusa di realtà di piccole dimensioni e con la presenza di pochi grandi gruppi. “Una politica industriale – ha detto - in grado di creare integrazioni, indirizzare e sostenere l’innovazione nei settori strategici, costruire reti per la ricerca, valorizzare i distretti e l’internazionalizzazione. Occorre sostenere la buona industria, quella capace di innovare nei prodotti, produrre con qualità e sostenibilità, confrontarsi con i mercati esteri in primis l’Europa continentale, verso cui indirizziamo il 60% del nostro export, ma anche i mercati nuovi dell’Asia, dell’America e dell’Africa”.
Particolare attenzione il segretario provinciale Fim l’ha riservata per la sostenibilità ambientale. “Vicende come quella dell’Ilva – ha sottolineato - hanno dimostrato quanto il clima di scontro, il vuoto di politica e delle istituzioni locali, l’elettoralismo demagogico condito con un industrialismo ottocentesco e un ambientalismo populista, abbiano creato una bomba sociale senza tuttavia riuscire a disinnescare la bomba ecologica. Tutto ciò scarica i suoi effetti sul sindacato e fa gravare sui lavoratori rischi occupazionali inaccettabili, oltre ai danni alla salute e all’ambiente. L’economia ambientale, la mobilità sostenibile, la necessaria cura del trasporto su rotaia (ferroviario e metropolitano), il ripensamento del territorio, delle città (verso le smart city) e delle produzioni, possono essere una grande occasione di sviluppo e di riqualificazione del paese”.

Con il Congresso si avvia anche una stagione di grandi appuntamenti e sfide a livello locale. “Molto è stato fatto ma molto ci sarà da fare per la FIM di Messina – ha detto Alibrandi - Oggi possiamo dire e vantarci di essere la prima organizzazione dei metalmeccanici sul territorio provinciale, un risultato ottenuto in un contesto di crisi senza precedenti e vi sono tre vertenze simbolo nella provincia di Messina: i cantieri Navali Rodriquez, il Laminatoio Duferdofin-Nucor di Giammoro e la Raffineria di Milazzo”.

Alibrandi ha, poi, approfondito i tre fronti di vertenze. “Alla Rodriquez, negli ultimi giorni, alcuni lavoratori sono tornati fuori dai cancelli dello stabilimento a protestare per la discriminazione che subiscono: da 4 anni in perenne cassa integrazione. Oggi anche Leopoldo Rodriquez, fondatore nel lontano 1887 del cantiere navale che porta il prestigioso marchio Rodriquez, si rivolterebbe nella tomba. Rodriquez è stato un orgoglio di Messina nel mondo. Da quando, nel 2004 la Rodriquez è stata acquisita dal gruppo IMMSI di Roberto Colaninno, lo stabilimento di Messina è passato da 400 unità a poco più di 70 unità senza portare una sola commessa da quando si è insediata la nuova proprietà. E di queste 70 unità, un gruppo di 14 lavoratori, come detto, è fuori dal ciclo produttivo da 4 lunghi anni.La FIM e la CISL denunciano dal 2008 lo scippo del marchio Rodriquez e l’ultima operazione compiuta dal gruppo che ha prima portato la ragione sociale a Sarzana presso la INTERMARINE, società sempre del gruppo e, in ultimo, la fusione per incorporazione in intermarine, fa diventare il cantiere di Messina un cantiere della Intermarine”.

Alibrandi è poi passato alla Duferdofin-Nucor di Giammoro. “Una realtà con una forza lavoro di 170 dipendenti e leader in Italia per i laminati mercantili e travi per costruzione – ha detto - Dal 2009, grazie ad un investimento di 100 milioni di euro, ha avviato una nuova linea di produzione per i tondi per cemento armato. Una realtà industriale, insomma, molto importante per il nostro territorio che in questi anni nonostante ha dato dimostrazione di potenzialità produttiva. Soffre, però, il deficit infrastrutturale che persiste nella zona industriale di Giammoro e cioè la costruzione del pontile di Milazzo e il potenziamento dei collegamenti ferroviari, condizioni essenziali in un contesto così difficile per abbassare i costi di produzione che permetterebbe alla Duferdofin-Nucor di essere più competitiva sul mercato e quindi acquisire commesse”.
Ultima capitolo sulla Raffineria di Milazzo che “per fortuna – ha spiegato Alibrandi - in questo momento non sembra avere problemi legati alla produzione e quindi riesce a mantenere un equilibrio che da lavoro a tutti gli addetti diretti e dell’indotto operanti in quell’area. Ma dove non ci sono problemi legati alla crisi ci sono i problemi legati ai demagoghi ai pseudo ambientalisti e ai pseudo politici che vedono in quella realtà industriale un posto per fare speculazione al fine di ritorni personali. Deve essere un campanello d’allarme perché nella storia del nostro territorio questi comportamenti hanno sempre creato desertificazione industriale con cattedrali nel deserto che mai nessuno bonificherà, vedi la degassifica nella Zona Falcata o il centro polifunzionale dell’area industriale di Giammoro”.
Dietro a queste tre vertenze – ha concluso il segretario generale della Fim Messina - ci sono problemi che determinano rallentamento nei processi di innovazione e il più delle volte la chiusura e cioè una politica che non è capace di attivare politiche industriali mirate alla infrastrutturazzione del territorio utilizzando fondi Europei che mote volte tornano indietro per incapacità di utilizzo e un grande problema culturale legato al conservatorismo che frena lo sviluppo culturale e sociale del nostro territorio. La sfida più grande, quindi, sarà quella di favorire un cambiamento di rotta in un contesto di certo difficile ma non per questo impossibile, in cui il sindacato sarà chiamato inevitabilmente a colmare il vuoto di ruolo attivo verso la crescita, lo sviluppo e l’occupazione nella nostra provincia e dunque nella nostra regione”.

“Il territorio messinese – ha detto Tonino Genovese, segretario generale della Cisl di Messina - per anni si è fondato sulla Pubblica Amministrazione e, adesso, con i tagli, risente notevolmente della contrazione di produzione di reddito. Gli insediamenti industriali e produttivi, quindi, sono quel filone che può dare respiro al territorio. Bisogna, quindi, mappare tutte le aree possibili, renderle appetibili per investimenti e investitori affinché nel nostro territorio si cominci a ragionare sulla produzione di beni e non solo di servizi, rendita, parassitismo, pubblica amministrazione”.

Genovese ha evidenziato la necessità di potenziare le aree produttive messinesi. “Messina ha già un polo importante del Petrolchimico a Milazzo, ha un’area di sviluppo industriale a Giammoro che è sottoutilizzata anzi, in grandi parti, addirittura abbandonata. È necessaria, quindi, una politica seria che parta dalla Regione e coinvolga tutti gli organi istituzionali e le forze vive di questo territorio per essere rivitalizzata. In città c’è da sciogliere il nodo, e speriamo di farlo in questi giorni attraverso la condivisione di tutti i soggetti interessati, che è lo scioglimento dell’Ente Porto e l’attribuzione di tutte le aree all’Autorità Portuale per approvare il Piano Regolatore che permetterebbe di utilizzare le aree interne della falce alla produzione, alla cantieristica. Ma bisogna sciogliere, una volta e per tutte, il nodo della ex Rodriquez e cioè Colaninno deve dire il motivo per cui è venuto qui ad occupare quello spazio, ad acquisire quella azienda e deve dire il motivo per cui non ha mai portato commesse considerato che, nonostante la crisi, tutte le altre aziende di cantieristica riescono a produrre e restare sul mercato”.

“Gli investimenti in Italia sono sempre meno perché non c’è una politica adeguata per favorirli – ha spiegato il segretario nazionale della Fim Cisl, Gianfranco Gasbarro - Si deve fare leva sulla creazione di nuovi posti di lavoro attraverso l’abbassamento delle tasse per chi investe su nuova occupazione. Ma non vale solo per il Sud, vale anche per il Nord. L’unica condizione per creare interesse a nuovi investimenti è favorirli e per farlo c’è bisogno di scelte coraggiose, di investimenti sulle infrastrutture. Un territorio come questo potrebbe puntare tranquillamente sull’energia e quindi non solo creare le migliori condizioni ambientali e sostenibili sul territorio, ma valorizzarli. E’ un elemento fondamentale. Le imprese che investono in Italia spendono il 30% in più in energia di quello che fanno all’esterno. Il nuovo Governo – ha concluso Gasbarro - dovrà essere coraggioso. Ha la possibilità, attraverso l’abbattimento dei costi sulla politica, la riduzione degli sprechi spesa pubblica e una tassa per i grandi patrimoni, di recuperare denaro per investirli nel rilancio del Paese”.
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12 febbraio ’13 – Si terrà domani, 13 febbraio, presso la Camera di Commercio di Messina, il X Congresso provinciale della Fit Cisl. I lavori, dal titolo “Ripartiamo da Trasporti – tra default e bisogno di mobilità”, si apriranno alle ore 10 con la relazione del segretario generale Vincenzo Testa. Interverranno il segretario regionale della Fit Cisl Sicilia, Amedeo Benigno e il segretario generale della Cisl di Messina Tonino Genovese.

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