Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

GRILLO E I PUTTANIERI, ORLANDO E I LENONI DI RAINEWS

Troie, puttanieri o culo sono oggi termini ‘istituzionali’ disinvoltamente pronunciati nei tg e dai mass media. Beppe Grillo e Franco Battiato sono i ‘Dante’ causa di tale 'rivoluzione lessicale'. Ma la rivoluzione quando viene, viene per tutti?(di Mimmo Mòllica)

Roma, 28/03/2013 - Con un interessante servizio dal titolo “Tvb per dire: ti voglio bene”, pubblicato qualche tempo fa su Il Messaggero di S. Antonio, Gianni Maritati e Fabrizio Condò si chiedono “quali rischi corre la lingua italiana con l’avvento di telefonini e internet, che obbligano chi li usa al linguaggio quasi cifrato” degli sms e del web. I due giornalisti ne parlano con il prof. Luca Serianni, docente di Storia della lingua italiana presso l'università La Sapienza di Roma.

“Le lingue sono organismi molto robusti - risponde Serianni - hanno stomaco di ferro e digeriscono senza difficoltà le varie manipolazioni presenti nei messaggini. Si tratta, non dimentichiamolo, di usi occasionali: interessano solo una parte della popolazione (gli adolescenti e i giovani); non sostituiscono altre, e più complesse, forme di interazione linguistica; soprattutto - tenendo conto del ritmo vertiginoso di innovazione tecnologica in questo settore - non è affatto detto che fra dieci anni non si disponga di altre modalità di comunicazione interpersonale a distanza e gli attuali sms ci appaiano simpaticamente obsoleti (mentre è facile profetizzare che si stamperanno ancora libri e si leggeranno ancora i quotidiani)”.

Tutto ciò è in buona parte condivisibile. Ma immaginava il prof. Serianni che la “rivoluzione” della lingua italiana, a distanza di qualche anno, avrebbe coinciso con la rivoluzione politica, con gli esiti inaspettati e inarrestabili dell’antipolitica? Avrebbe immaginato il prof. Serianni che lo scenario politico-istituzionale italiano sarebbe stato descritto e dibattuto a botte di ‘troia’, ‘troie’, ‘vecchi puttanieri’, ‘choosy’, ‘padri che chiagnono e fottono’, ‘che ci prendono allegramente per il culo’, ‘che non hanno il pudore di togliersi in modo spontaneo dai coglioni’, ‘trolls’, ‘fake’, ‘multinick’, ‘spammare’, ‘schizzi di merda digitali’ ‘Vday’, ‘non ce ne frega un cazzo’…?

Artefice di tale rivoluzione lessicale è Beppe Grillo. Ma non solo, adesso tra i 'Dante' causa annoveriamo pure Franco Battiato. E non ci scandalizziamo affatto, perchè quando la rivoluzione viene viene per tutti. E' inutile nasconderlo, come rivoluzione va presa poiché il linguaggio adoperato viene pure riprodotto dai tg nazionali e dai media in generale, che volenti o nolenti devono riferire come più fedelmente possibile quanto Grillo diffonde attraverso il suo blog, che rappresenta l’attualità politica più cogente della giornata, del momento, della cronaca politico-istituzionale.

Chi non se la sente può trovare sinonimi che, però, non sono l’originale. Così il bravo Giovanni Orlando, colto giornalista-conduttore di Rainews, con riferimento all'attualità grillina, stamattina ha ritenuto di non pronunciare ‘puttaniere’, sostituendolo con ‘lenone’, termine che ricorda il Canto dell’Odio di Lorenzo Stecchetti (ovvero Olindo Guerrini, 1845 -1916):

Perché m'hai detto no quando carponi
misericordia chiesi,
e sulla strada intanto i tuoi lenoni
aspettavan gl'Inglesi?

Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
questa tua rea carogna,
nuda la carne tua che tanto amavo
l'inchiodo sulla gogna.

E son la gogna i versi ov'io ti danno
al vituperio eterno,
a pene che rimpianger ti faranno
le pene dell'inferno.

Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
piano a colpi di spillo,
e la vergogna tua, la mia vendetta
tra gli occhi ti sigillo.

Beh, non vi sembra che il finale dell'articolo di Beppe Grillo dal titolo 'I figli di NN', ricordi un po' la chiusura di Lorenzo Stecchetti nel Canto dell'Odio?

"Vent'anni senza riuscire a produrre una legge contro la corruzione e contro il conflitto di interessi, vent'anni per trasformare... I figli di NN vi manderanno a casa, in un modo o nell'altro, il tempo è dalla loro parte. Hanno ricevuto da voi solo promesse e sberleffi, non hanno nulla da perdere, non hanno un lavoro, né una casa, non avranno mai una pensione e non possono neppure immaginare di farsi una famiglia. Vi restituiranno tutto con gli interessi".

Mimmo Mòllica
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