Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

HABEMUS PAPAM, FRANCESCO I È IL NUOVO ROMANO PONTEFICE

Roma, 13/03/2013 - Papa Francesco I è il nuovo Romano Pontefice. Habemus Papam di Santa Romana Chiesa, è il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, argentino, gesuita, 77 anni, che assume per la prima volta il nome di Francesco I. È il 265.mo successore di San Pietro. Papa
Bergoglio:“L’opzione fondamentale è scendere per le strade e cercare la gente: questa è la nostra missione. Il rischio che corriamo oggi è quella di una Chiesa autoreferenziale: simile al caso di molte persone che diventano persone paranoiche e autistiche, capaci di parlare solo a loro stesse”. Papa Bergoglio, grande e deciso oppositore della teologia della liberazione.

(di Nicola Facciolini)

Viva Francesco I, uomo semplice a immagine del Cristo e del poverello di Assisi. “Annuntio vobis gaudium magnum; Habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum Dominum, Dominum Marium, Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem Bergoglium, Qui sibi nomen imposti Franciscum”. Sono le solenni parole pronunciate dal cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran, il giorno 13 Marzo 2013 alle ore 20:09, dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro in Roma. Il 266.mo Vicario di Cristo è Jorge Mario Bergoglio, 77 anni, gesuita, argentino: è il nuovo pastore della Chiesa Universale a immagine di Cristo Buon Pastore. Eletto al quinto scrutinio. Una felice sorpresa dello Spirito Santo! Alle ore 19:06 la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove più volte si erano appollaiati diversi gabbiani quasi in attesa del grande annunzio.

“Mi hanno preso alla fine del mondo...” – sono le prime parole del nuovo Papa Bergoglio, umile e devoto di Maria Santissima, eletto al quinto scrutinio: i Cardinali hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi necessari per l’elezione. Le campane di San Pietro hanno suonato a festa nel tripudio degli oltre 100mila fedeli radunati in Piazza e dei miliardi attraverso i nuovi dispositivi elettronici. La Sacra Scrittura è chiarissima. “Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle»”(Giovanni 21, 15-17). È il primo papa sudamericano della storia. Un Pater, un’Ave e un Gloria aprono il suo pontificato. Il nuovo Romano Pontefice Jorge Mario Bergoglio si è inchinato al popolo, chiedendo le preghiere dei fedeli per la Santa Chiesa e il suo alto magistero.

La sua diocesi di elezione a Buenos Aires è quella che Papa Bergoglio ama chiamare l’«Esposa» retta per quasi 15 anni. Amiamo già il Papa italo-argentino, la sua vocazione tra i poveri dei “barrios” di Buenos Aires visitati chissà quante volte e raggiunti a bordo di un autobus o in metropolitana, prima di proseguire lungo il lungo cammino tracciato dal suo altissimo predecessore Benedetto XVI. Famoso per la sua austerità e per la sua reticenza a concedere interviste proprio nei giorni che hanno preceduto il conclave, Papa Bergoglio, come aveva evidenziato il quotidiano di Bueonos Aires “Clarin”, aveva sottolineato del suo predecessore “il coraggio di spazzare la sporcizia dentro la Chiesa”. E proprio su questo fronte il nuovo Pontefice oltre a portare la ventata di novità del primo latino-americano sul Soglio di Pietro metterà al centro le stesse preoccupazioni e la medesima tensione pastorale che hanno animato e contraddistinto lo stile di Joseph Ratzinger. Figlio di emigranti piemontesi, quattro fratelli, Bergoglio è nato a Buenos Aires il 17 Dicembre del 1936. Il padre Mario era un funzionario delle ferrovie, la madre, Regina Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese. Jorge viene descritto come un ragazzo semplice e schivo, studia da perito chimico, ha un lavoro e una fidanzata.

A 22 anni la svolta religiosa: l’11 Marzo del 1956 entra nel noviziato dei Gesuiti a Villa Devoto, si laurea in filosofia al Collegio Massimo San José de San Miguel e pochi giorni prima del suo trentatreesimo compleanno, nel 1969, viene ordinato sacerdote. Nel 1973 viene eletto provinciale della Compagnia di Gesù, un incarico che eserciterà per sei anni. Si tratta di un periodo molto turbolento per l’Argentina che sprofonda nel vortice della repressione e della violenza. Ed anche per la Chiesa, tentata dall’opzione rivoluzionaria della teologia della liberazione tanto invisa al beato Giovanni Paolo II, sono anni di grandi convulsioni e di drammatiche spaccature. Il giovane provinciale dei Gesuiti si mostra aperto al dialogo ma fermo nelle sue decisioni. “Se non ci fosse stato Bergoglio a capo della congregazione, le difficoltà sarebbero state molto più grandi” – ha dichiarato, alcuni anni fa al quotidiano “La Nacion” l’ex ministro per il culto Angel Miguel Centeno. Nel 1979 padre Bergoglio partecipa al vertice della Celam (Consiglio episcopale latino-americano) a Puebla ed è fra coloro che si oppongono decisamente alla teologia della liberazione, sostenendo la necessità che il continente latino-americano faccia i conti con la propria tradizione culturale e religiosa. È la caratteristica fondamentale di Bergoglio: grande attenzione ai poveri ed agli emarginati insieme con una rigorosa ortodossia dottrinale.

A quei tempi non era facile sostenere una simile posizione in America Latina. L’ex provinciale gesuita si ritira nello studio. Viene nominato rettore del Collegio Massimo e delle facoltà di filosofia e teologia. Poi va in Germania a completare il proprio dottorato. Tornato in Argentina sente forte il richiamo per l’attività pastorale che eserciterà in una parrocchia di Cordoba. Nel 1992 il cardinale Antonio Quarracino, primate d’Argentina, lo vuole al suo fianco come vescovo ausiliare e poi coadiutore. E dopo la sua morte, avvenuta nel 1998, Bergoglio diventa arcivescovo di Buenos Aires. Nel 2001 viene creato cardinale da Giovanni Paolo II. Per sei anni (due mandati) ha guidato la conferenza episcopale argentina (2005-2011). Solo il 22 Febbraio 2013, Benedetto XVI aveva nominato il cardinale argentino membro della Pontificia Commissione per l’America Latina. Bergoglio fin dall’inizio del suo ministero episcopale ha scelto uno stile di vita semplice ed austero, quasi monacale. Abita in un piccolo appartamento, va in giro con la tonaca nera come un semplice prete e usa sempre autobus e metrò. È abituato ad alzarsi alle 4 e 30 di mattina, e dopo la messa e le preghiere si dedica a rispondere personalmente alle lettere dei suoi fedeli. Di lui dicono che «parla poco ma sa ascoltare molto».

Autore di vari libri che trattano soprattutto di pastorale sociale, ha una grande capacità d’improvvisare discorsi ed omelie, cogliendo d’istinto gli umori di chi gli sta intorno. Uomo di grande cultura è un appassionato lettore di Borges e Dostojevski, Dante e Manzoni ama la musica classica ed il tango. Senza dimenticare la sua passione per la poesia di Holderin e le note di Beethoven. Tra i suoi film preferiti lo ha confessato lui stesso, alcuni anni fa c’è “Il Pranzo di Babette”. Amatissimo nel suo Paese in un libro-intervista autobiografico, divenuto un bestseller uscito nel 2010, “Il Gesuita”, scritto da Francesca Ambrogetti e Sergio Rubin, il futuro Pontefice aveva spiegato le sfide che attendevano la Chiesa moderna:“L’opzione fondamentale è scendere per le strade e cercare la gente: questa è la nostra missione. Il rischio che corriamo oggi è quella di una Chiesa autoreferenziale: simile al caso di molte persone che diventano persone paranoiche e autistiche, capaci di parlare solo a loro stesse”. E, da buon sudamericano, stravede per il calcio tifando per la squadra del San Lorenzo di Almagro da cui ha avuto in regalo una maglietta con gli autografi dei giocatori. Aperto al contatto con le persone, in tutti questi anni il Cardinale Jorge Bergoglio ha conquistato la stima e l’affetto dei suoi, soprattutto dei suoi più poveri che se lo ritrovano particolarmente vicino quando, a partire dal 2001, l’Argentina precipita nella catastrofe economica. Ha saputo ridare credibilità e prestigio sociale alla Chiesa, mantenendo una distanza critica nei confronti del potere politico di qualsiasi colore. Qualche anno fa in Vaticano pensarono di affidargli un importante dicastero.

Ma lui si schermì:“Per carità, se mi chiudete in Curia io muoio”. Eletto ora 265.mo successore di San Pietro porterà tra le mura dei Sacri Palazzi romani il suo stile di umile predicatore capace, come aveva già annunciato solo nei giorni scorsi durante le congregazioni generali del pre-Conclave, di guardare a una Chiesa che si fa prossima alle persone là dove esse vivono portando ovunque “l’annuncio gioioso dell’amore e della misericordia di Dio”. Come aveva preconizzato una frase di Papa Benedetto XVI sulla Chiesa degli ultimi tempi, nel Calendario di Frate Indovino, nel mese di Marzo 2013. C’è bisogno di un Papa semplice ma autorevole. Sono stati 115 i Padri Cardinali che, entrati in Conclave per la prima volta alle ore 16:30 di Martedì 12 Marzo 2013, hanno eletto il 265.mo successore di San Pietro, vivente il Papa Emerito Benedetto XVI che l’11 Febbraio 2013 aveva annunciato e motivato la propria “rinuncia”. Non hanno partecipato al Conclave il Cardinale Arcivescovo di Giacarta (Indonesia) Julius Riyadi Darmaatmadja, che ha rinunciato per ragioni di salute ed il Cardinale Keith Michael O'Brien, ex Arcivescovo di Edinburgh (Regno Unito), per ragioni personali.

Gli occhi del mondo erano ancora una volta puntati sul comignolo della Cappella Sistina in attesa delle fumate. La giornata per i 115 Cardinali Elettori è iniziata presto nella Domus Sanctae Marthae: dopo il trasferimento alle 7:45 al Palazzo Apostolico, la celebrazione della Messa nella Cappella Paolina dalle 8:15 alle 9:15. Alle 9:30 sono entrati nella Cappella Sistina e dopo la recita dell’Ora Media hanno proceduto alle votazioni della mattina. Per i fedeli riuniti in Piazza San Pietro e per quanti hanno seguito l’evento in tutto il mondo, grazie a Internet, è stato il momento di capire se la fumata fosse bianca, in caso di elezione del Papa, o nera per un nulla di fatto come la sera del 12 Marzo. La fumata, nuovamente nera, si è potuta vedere alle 11:40 della mattina del 13 Marzo 2013, circa venti minuti prima del previsto. Le fumate si ottengono bruciando le schede al termine delle votazioni, ma non di ogni singola votazione (a meno che non risulti eletto il Papa) bensì delle due votazioni del mattino e del pomeriggio.

Commenti