Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

IL MAL DI SCUOLA: È POSSIBILE CURARLO?

22/03/2013 - I miei studi di psicologia e la mia esperienza nelle scuole hanno dettato l’interesse ad un contributo che è la sintesi per una cura possibile alla dispersione scolastica. Tantissimi bambini e ragazzi soffrono di un generale “mal di scuola”: non
riescono a stare attenti, passano ore sui libri senza riuscire a concludere quasi nulla, sembrano pigri, lenti o incapaci di memorizzare.
Si etichettano tali alunni, come “svogliati” o “disattenti”, e lo sono, ma di fatto svogliatezza e disattenzione sono “l’unica soluzione possibile per loro in quel momento”. Per insegnanti e genitori diventa fondamentale chiedersi come “creare attenzione” e “come motivare gli studenti, grandi e piccoli, allo studio”, considerando che attenzione e apprendimento sono processi nei quali sia i bisogni che le emozioni giocano un ruolo fondamentale.

Se l’alunno ha dei bisogni fisiologici (mangiare, bere, dormire) e di sicurezza (sicurezza fisica e familiare) che non sono stati soddisfatti, la sua mente non sarà libera per potersi concentrare ed apprendere i contenuti scolastici. Il primo passo pertanto sarà sempre quello di assicurarsi che tali bisogni siano stati soddisfatti.
Se l’alunno è nervoso o preoccupato e dunque il suo stato emotivo non consente la concentrazione, occorre aiutarlo ad esprimere cosa gli sta accadendo; una volta che le emozioni saranno espresse e che lo si aiuterà nel gestirle, potrà essere maggiormente disposto a fare i compiti, sia a casa che a scuola.

Il secondo passo è quello di predisporre delle condizioni ambientali ottimali: luce adeguata, ambiente privo di rumori disturbanti ed uno spazio confortevole.
Assicurate tali pre-condizioni esistono diverse modalità per avvicinare studenti di scuola primaria e secondaria allo studio: esse vanno dalla drammatizzazione, alle tecniche motivazionali, alla ridefinizione linguistica fino al dialogo tra le parti interne. Nel dettaglio:
1) La drammatizzazione: quando lo studente afferma di non sapere fare qualcosa, l’adulto può proporgli di pensare ad una persona che in un occasione simile sarebbe in grado di fare ciò di cui egli non si ritiene capace, spronandolo a raccontare e rappresentare, come in una scena teatrale, cosa, questa persona, farebbe se si trovasse nella situazione stimolo di cui si parla.
Ciò comporta la possibilità successiva in cui potrà chiedere al ragazzo di sostituirsi a questa persona-modello, provando a sperimentare la nuova capacità in prima persona ed esprimendo le emozioni e le sensazioni che ha provato mettendo in atto il comportamento.
2) Il “Fai quello che senti”, per quanto sia una indicazione vaga, poiché nessuno di noi può esattamente sapere cosa l’alunno si sente di fare, generalmente produce l’effetto positivo di stimolare il ragazzo a fare qualcosa in più di quello che era solito fare.
3) Il rafforzamento della motivazione intrinseca, si fonda sullo stimolo alla curiosità, trovando il modo per agganciare i contenuti che si devono apprendere con qualcosa che si ritiene di interesse. ed individuando il collegamento tra quello che si sta studiando con l’utilizzo che se ne può fare nel quotidiano.
4) Ridefinizione linguistica delle difficoltà

Tale metodo si basa sulla convinzione che le parole che usiamo condizionano il nostro agire, in quanto rispecchiano il modo in cui leggiamo la realtà.
Aiutare gli alunni ad utilizzare le giuste parole per i loro disagi e per quelli che considerano i propri limiti può essere fonte di cambiamento: c’è infatti un enorme differenza fra il credere di non avere memoria e il rendersi conto che la memoria funziona solo se si riesce a prestare attenzione a quello che si fa.

Se comprende che deve solo trovare ed applicare le strategie per essere attento, l’alunno aumenterà la sua autostima e il suo senso di efficacia, percependo che è nelle sue possibilità riuscire nel compito.
5) Il dialogo tra le parti interne, specie nel contesto della scuola secondaria, è una tecnica che parte dalla convinzione che in ognuno di noi abitano bisogni ed emozioni che possono configgere analizzandole e riconoscendole, l’alunno potrà riuscire a dare voce ad ognuna di esse. Spesso i ragazzi cosiddetti “svogliati” tendono a dar poca voce alla loro parte leader e a quella che vuole ottenere risultati positivi, che l’adulto invece, attraverso il dialogo e la fiducia nelle capacità del ragazzo, può sostenere e valorizzare.
Non esistono ricette sicure, ma sicuramente l’ascolto, la comprensione e il trasferimento del valore dell’apprendimento sono ingredienti che non possono mancare. Mi piace ricordare a me stessa, quel che Rudolf Steiner, suggerisce di elaborare “una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita dalla vita stessa!”. È la sintesi di un impegno molto forte per genitori ed insegnanti, ma anche per gli psicologi che cooperano con loro.

Dott.ssa Maria Mancuso,

Commenti