Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

MIS: “LE FRASI SPREZZANTI DEL SOCIALDEMOCRATICO STEINBRÜCK GRAVISSIMA OFFESA PER I SICILIANI E IL SUD”

All’esito delle elezioni politiche in Italia fanno riscontro le frasi sprezzanti del socialdemocratico di Germania, candidato alla successione dell’attuale cancelliera, Angela Merkel. Il Movimento per l’Indipendenza della Sicilia apprezza la reazione del Presidente Napolitano, ritenendo che se vogliamo essere rispettati dobbiamo farci rispettare come Paese, come popolo. La metafora
del ‘clown’ non si addice ad un popolo operoso che ha dato molte energie umane e giovanili alla Germania, attraverso l’emigrazione di molti Siciliani e Gente del Sud, ma semmai ad una classe politica che vuole salvare solo se stessa

Catania, 28/02/2013 – La Sicilia è terra dove prima che in altre Regioni il cambiamento in politica ha dato esiti prima d’ora insperati, sia con l’avvento del presidente Rosario Crocetta che del Movimento 5 Stelle, che alle politiche 2013 ha superato in Sicilia il dato nazionale per percentuale di voti ottenuti.

Ma ecco che all’esito delle politiche italiane fanno riscontro le frasi sprezzanti del socialdemocratico di Germania, Peer Steinbrück, candidato alla successione dell’attuale cancelliera, Angela Merkel. Apprezziamo la reazione del presidente, Giorgio Napolitano, convinti come siamo che se vogliamo essere rispettati dobbiamo farci rispettare come Paese, come popolo, non certo subendo perentoriamente ogni diktat imposto da Berlino e da Bruxelles. Ciò non si addice ad un popolo operoso che non ha contratto alcun debito, anzi ha dato molte energie umane e giovanili alla Germania, attraverso l’emigrazione di molti Siciliani e Gente del Sud.

Piuttosto stride con gli obblighi contratti da una classe politica interessata solo a salvare se stessa: è il vuoto della politica. La Germania, almeno negli ultimi 10 anni, ha affidato all’utilizzo dell'euro il riequilibrio degli stipendi per bilanciare il blocco dei salari e la diffusione del lavoro precario e/o a basso costo, in Germania sconosciuto prima d’ora.

In quanto figli dei tanti siciliani che hanno contribuito col lavoro alla crescita della Germania rivendichiamo il rispetto che il candidato socialdemocratico Peer Steinbrück non ha ritenuto di adottare. Ci uniamo al presidente Napolitano nella protesta, nella speranza che ciò induca la politica, per far si che la ‘protesta’non si risolva in una rivendicazione formale della dignità. L'austerità è stata già vissuta dall’Italia e, soprattutto, dalla Sicilia in tempi recenti, non bellici, ed è stata vissuta e gestita - tutto sommato - con sacrificio ma senza la totale perdita della dignità sociale.

Non è colpa del popolo italiano se la costruzione europea è fragile e precaria, se l’euro rischia di subire un tracollo in tutta Europa, compresa la Germania.

Non pensiamo affatto che si tratti di mettere nelle carni dei popoli, a partire da quello italiano, il debito dovuto al fallimento dell’euro, attraverso un sistema ‘iperbancario’ che fonda l’umana essenza sul debito. È piuttosto urgente un'Europa diversa, da rifondare su nuove basi, che non siano prioritariamente fondate sul debito e sull’interesse bancario. L’Europa della Mekel & C. sa bene che i debiti eventuali sono ‘faccenda di Stato’ e non di popolo, e sa pure che qualora gli Stati dovessero fallire per dissanguamento i ‘creditori’ non avrebbero più un ‘debitore’ cui attaccarsi, perdendo ‘scecco e carrube” (asino e carrube).

Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (MIS)

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