Ponte sullo Stretto, un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia

Ponte sullo Stretto. Di Paola (M5S): Il Ministro Salvini restituisca il miliardo e trecento milioni scippati ai siciliani. Siracusano, a Messina in scena i soliti professionisti del ‘no’. Ponte sullo Stretto: Federconsumatori aderisce al corteo nazionale del 29 novembre, contro  un’opera che non serve alla Sicilia, non serve alla Calabria, non serve all’Italia. Messina 29 novembre 2025 - "Oggi sarò in piazza con i cittadini e le associazioni “No Ponte” per dire no al progetto del ponte sullo Stretto. Un’opera costosissima e rischiosa, che mette a repentaglio territorio, ambiente e sicurezza sismica, mentre le risorse potrebbero essere investite in infrastrutture realmente utili per il Sud. La prossima settimana presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture per chiedere chiarimenti su gravi criticità evidenziate dalla Corte dei conti: mancata trasparenza sulle interlocuzioni con la Commissione europea, carenze nelle valutazioni ambientali, violazio...

SCORTA A SGARBI: «L’ESPRESSO» E IL DIRETTORE MANFELLOTTO CONDANNATI A PAGARE 30 MILA EURO

Per un articolo del febbraio 2011 a firma di Umberto Lucentini. Falsa la ricostruzione del giornalista marsalese secondo cui la scorta a Sgarbi fu «tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze incluse»

ROMA, 15/03/2013 - Il Gruppo Editoriale «L’Espresso» e il Direttore Bruno Manfellotto sono stati condannati a pagare a Vittorio Sgarbi oltre 30.000 (trentamila) euro di danni per il contenuto dell’articolo dal titolo «Sgarbi, torna la scorta», a firma del giornalista marsalese Umberto Lucentini, pubblicati sull’edizione cartacea e online del giornale «L’Espresso» nel febbraio del 2011 (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sgarbi-torna-la-scorta/2145100).

L’articolo riferiva, attraverso ricostruzioni palesemente infondate, le presunte circostanze che avrebbero indotto il prefetto di Trapani a revocare prima, e a ridare dopo, la scorta al critico d’arte, all’epoca sindaco della Città Salemi.

Secondo il giudice del Tribunale di Camerino la notizia non è vera e «L’Espresso» non ha provato la veridicità di quanto affermato dal giornalista marsalese Umberto Lucentini nell’articolo. Pertanto sia l’editore che il Direttore sono stati condannati al risarcimento dei danni morali subiti da Vittorio Sgarbi.

Lucentini si è letteralmente inventato la ricostruzione secondo cui la scorta a Sgarbi fu «tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze incluse…».

Lucentini, tra l’altro, aveva insinuato che la scorta a Sgarbi fosse stata riassegnata dopo un incontro tra il critico d’arte e l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Sgarbi, avuta notizia della revoca della tutela, il 21 gennaio 2011, per protesta, si era autosospeso dalle funzioni di Sindaco.

Il giudice, tra l’altro, ha stabilito che non risulta a verità che Sgarbi fosse andato «a piagnucolare da Berlusconi».

«Le affermazioni di Lucentini – spiega l’avvocato Giampaolo Cicconi – si sono rivelate palesemente offensive nei confronti di Sgarbi e non rispettose, peraltro, del diritto di cronaca e/o di critica ai quali si deve ispirare il buon giornalista»

Vittorio Sgarbi commenta: «Un classico esempio del del “si dice” o del chiacchiericcio elevati a notizia, sui quali, come da copione, si è costruita una campagna di strumentalizzazione politica»



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