Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

SCORTA A SGARBI: «L’ESPRESSO» E IL DIRETTORE MANFELLOTTO CONDANNATI A PAGARE 30 MILA EURO

Per un articolo del febbraio 2011 a firma di Umberto Lucentini. Falsa la ricostruzione del giornalista marsalese secondo cui la scorta a Sgarbi fu «tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze incluse»

ROMA, 15/03/2013 - Il Gruppo Editoriale «L’Espresso» e il Direttore Bruno Manfellotto sono stati condannati a pagare a Vittorio Sgarbi oltre 30.000 (trentamila) euro di danni per il contenuto dell’articolo dal titolo «Sgarbi, torna la scorta», a firma del giornalista marsalese Umberto Lucentini, pubblicati sull’edizione cartacea e online del giornale «L’Espresso» nel febbraio del 2011 (http://espresso.repubblica.it/dettaglio/sgarbi-torna-la-scorta/2145100).

L’articolo riferiva, attraverso ricostruzioni palesemente infondate, le presunte circostanze che avrebbero indotto il prefetto di Trapani a revocare prima, e a ridare dopo, la scorta al critico d’arte, all’epoca sindaco della Città Salemi.

Secondo il giudice del Tribunale di Camerino la notizia non è vera e «L’Espresso» non ha provato la veridicità di quanto affermato dal giornalista marsalese Umberto Lucentini nell’articolo. Pertanto sia l’editore che il Direttore sono stati condannati al risarcimento dei danni morali subiti da Vittorio Sgarbi.

Lucentini si è letteralmente inventato la ricostruzione secondo cui la scorta a Sgarbi fu «tolta perché la usava per gli affari suoi, amici e ragazze incluse…».

Lucentini, tra l’altro, aveva insinuato che la scorta a Sgarbi fosse stata riassegnata dopo un incontro tra il critico d’arte e l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Sgarbi, avuta notizia della revoca della tutela, il 21 gennaio 2011, per protesta, si era autosospeso dalle funzioni di Sindaco.

Il giudice, tra l’altro, ha stabilito che non risulta a verità che Sgarbi fosse andato «a piagnucolare da Berlusconi».

«Le affermazioni di Lucentini – spiega l’avvocato Giampaolo Cicconi – si sono rivelate palesemente offensive nei confronti di Sgarbi e non rispettose, peraltro, del diritto di cronaca e/o di critica ai quali si deve ispirare il buon giornalista»

Vittorio Sgarbi commenta: «Un classico esempio del del “si dice” o del chiacchiericcio elevati a notizia, sui quali, come da copione, si è costruita una campagna di strumentalizzazione politica»



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