Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

CASA D’ACCOGLIENZA DI GRANITI, UNA GRANDE OPPORTUNITÀ DI RISCATTO PER CHI HA SBAGLIATO

Con i dieci posti letto assicurati dalla struttura, arriva a 120 la capienza delle comunità diocesane: “Una grande opportunità di riscatto per chi ha sbagliato e vuole ricostruirsi una vita". La benedizione dell’Arcivescovo di Messina Calogero La Piana alla Casa d’accoglienza di Graniti
Graniti (Me), 17/04/2013 - Giovani, abitanti del luogo, operatori sociali e la grande famiglia della Chiesa, guidata dall’Arcivescovo della Diocesi di Messina Lipari S. Lucia del Mela, Monsignor Calogero La Piana, stretti in un unico abbraccio, ieri pomeriggio, durante la celebrazione eucaristica e la cerimonia di benedizione della Casa di accoglienza “Madre Veronica Briguglio” a Graniti, provincia di Messina, alla quale hanno preso parte anche il sindaco di Graniti, Marcello D’Amore, e la Giunta, e una delegazione delle forze dell’ordine con il comandante della stazione dei carabinieri, maresciallo Rosario Testa.


“Questa struttura – ha dichiarato l’Arcivescovo a margine della celebrazione nella Chiesa di S. Giuseppe – impreziosisce l’azione del vicariato e della Chiesa al servizio delle categorie più svantaggiate e offre una grande opportunità di riscatto e di recupero assistito della dignità di persone che hanno fatto qualche sbaglio e che vogliono ricostruirsi una nuova vita”. Il centro di Graniti è dedicato, infatti, ai detenuti che potrebbero usufruire di pene alternative ma che rischiano di rimanere in carcere perché non hanno una famiglia e una casa alle quali tornare.
“Con questa Casa la nostra famiglia allarga le braccia dell’accoglienza, portando a 120 il numero di posti letto disponibili nelle nove strutture attive. Da un anno e mezzo – ha aggiunto padre Francesco Pati, direttore delle case d’accoglienza diocesane – lavoravamo in questa direzione con gli ospiti delle altre case di accoglienza, con la gioia di far sperimentare anche ad altri il clima familiare che loro già vivono. Come Chiesa abbiamo questo compito: accogliere con gesti concreti di solidarietà e condivisione quanti hanno una storia da elaborare prima di riprendere il volo”.

La struttura nasce da quello che padre Pati chiama “l’ennesimo gesto d’amore” delle suore cappuccine del Sacro Cuore che hanno messo a disposizione lo stabile, ed è frutto anch’essa della lunga collaborazione delle suore con l’associazione di volontariato e cooperativa sociale Santa Maria della Strada e con la Caritas diocesana, una collaborazione cui si devono tante realtà di assistenza a bisognosi nel territorio messinese.

“Così, con queste nuove attività – ha spiegato suor Prassede, superiora del convento delle cappuccine del Sacro Cuore di Roccalumera – si prosegue nello spirito di accoglienza delle religiose che per tanti anni hanno popolato queste stanze. Per noi è una gioia, una grande gioia, vedere come la struttura riprenda vita e torni ad essere utile a chi ne ha bisogno”.

“Questo luogo è sempre stato un punto di riferimento per le famiglie della comunità locale, fin da quando ospitava il convento delle suore. Adesso – ha aggiunto il parroco di Graniti, padre Vincenzo Di Mura – la struttura si è adeguata per andare incontro ai nuovi orfanelli e alle nuove povertà, e noi siamo certi la comunità di Graniti restituirò a questa Casa la solidarietà che in passato ha ricevuto dalle cappuccine”.
“Auspico – ha commentato il sindaco di Graniti, Marcello D’Amore – che questa struttura possa essere d’aiuto per quelli che nella vita sono stati meno fortunati grazie anche alla serenità, all’accoglienza e allo spirito di collaborazione della nostra comunità granitese”.
Il centro di Graniti ha dieci posti letto distribuiti in camere singole o doppie, tutte con servizi privati. Intorno aree comuni, colorate e luminose, mobili allegri e comodi, un piccolo ufficio per psicologi e assistenti sociali, un giardino, la lavanderia, il laboratorio di restauro e alcune arnie per l’apicoltura. E si deve a volontari, operatori e ospiti delle altre Case questa ristrutturazione che oggi consente l’apertura e l’utilizzo dell’ex convento. Mohammed e Alessio sono tra i tanti che hanno contribuito – con il proprio lavoro – a riadattare lo stabile. Dal giardinaggio alla pulizia, dalla tinteggiatura al restauro dei mobili. Mohammed, 22 anni, algerino, è il primo inquilino della struttura, a cui nei prossimi giorni si aggiungerà Alessio, 23 anni, messinese, entrambi in arrivo dalla Casa di accoglienza di Mili. E se per Mohammed anche questa esperienza, come tutte quelle che ho fatto in comunità, mi ha fatto sentire parte di una famiglia”, per Alessio “nelle case d’accoglienza sto imparando a conoscere me stesso e la strada che davvero voglio intraprendere nella vita, la strada giusta”.

E da Monte Silvano, in provincia di Pescara, dove si tiene il convegno nazionale delle Caritas diocesane, il direttore della Caritas di Messina, padre Gaetano Tripodo ha aggiunto: “E’ grande la soddisfazione per questo ulteriore obiettivo realizzato. Ancora una testimonianza della presenza della Chiesa di Messina, della comunità cristiana, al fianco di chi soffre. Là dove c’è sofferenza la Chiesa fa in modo di essere presente, di dare un segno”.

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