Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

DALLA CHIESA: RITROVATA LA BORSA DEL PREFETTO UCCISO DALLA MAFIA MA RIGOROSAMENTE VUOTA

Palermo, 27/04/2013 – Doveva essere piana di carte e invece l’hanno ritrovata ‘vuota di tutto’, 31 anni dopo, la valigetta di pelle appartenuta al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che l’uomo di Stato aveva con sé il 3 settembre 1982, il giorno in cui fu ucciso a Palermo. Le ricerche della valigetta erano state avviate dopo l’esposto anonimo fatto giungere al pm Nino Di Matteo lo scorso autunno scorso.
Si parlava di una borsa piena di carte, riversa sul corpo del generale Dalla Chiesa ancora sul luogo dell’uccisione. Della borsa ‘piena di carte’ si torna a parlare nel verbale del 6 settembre, ma stavolta delle carte non si fa più menzione, anche se è fuori discussione che la valigetta conteneva documenti, dei quali sembra si sia persa ogni traccia.

La valigetta appartenuta al generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, che l’uomo di Stato aveva con sé il giorno in cui fu ucciso a Palermo, si trovava nei sotterranei del Palazzo di giustizia di Palermo, ma vuota e senza l’ombra di documenti che possano servire agli inquirenti per aggiungere qualcosa a quanto già si sa.

Commenti

  1. Questo e uno dei tanti motivi per cui la gente vota 5*.

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