
01/04/2013 - Marina Scardavi è il medico dei più poveri a Palermo. Li incontra e li cura grazie al suo amico architetto iraniano Mohammed che ha scelto di fare il vagabondo. Ognuno degli invisibili ha una storia da raccontare. Ogni “ombra” ha nome, cognome e un cuore enorme. Per loro Marina ha creato “la danza delle ombre“, l’associazione che ospita i senza fissa dimora di Palermo, che dopo Roma e Milano è la terza città con il più alto numero di senzatetto.
Nella struttura dei preti camilliani, in via Maqueda 206, c'è assistenza medica e psicologica, legale e sociale. Un pacco alimentare una volta a settimana, la doccia due pomeriggi. L’associazione vive di volontariato e le risorse nascono dalla raccolta di fondi organizzati nelle chiese e dalle raccolte alimentari nei supermercati .
Già medico di strada della comunità di sant’Egidio, Marina Scardavi ha raccolto nel libro “La danza delle ombre”, edizioni Paoline, le storie delle persone ai margini che ha incontrato e fotografato e che in questa famiglia ritrovano la speranza di vivere. Martedì 2 aprile, alle 9.07 su Rai1 a Tg1/Fa’ la cosa giusta il racconto di questa esperienza. A Tg1/Fa’ la cosa giusta a cura di Giovanna Rossiello Marina Scardavi e le storie degli emarginati raccolte da Antonio Morgillo.
Marina Scardavi, medico, impegnato nella comunità di Sant'Egidio e in numerose attività a favore dei poveri soprattutto, e non solo, a Palermo. Ha dato vita ad associazioni di volontariato, collabora al mensile socio-politico " Il caffe di Palermo".
Marina Scardavi (Milano 1955) da molto tempo si occupa dei più poveri della città di Palermo. Per alcuni anni medico di strada della Comunità di Sant’Egidio, si è recata in Mozambico per imparare a curare i malati di AIDS in Africa con il <
> della Comunità.
Tre anni fa ha fondato l’associazione di volontariato <>. Responsabile del settore <> del Movimento di democrazia partecipativa <>, è collaboratrice del mensile socio-politico Il Caffè di Palermo. È inoltre appassionata fotografa e reporter di viaggio; ha tenuto numerose mostre fotografiche, anche recensite in siti specializzati internazionali, e ha vinto alcuni premi fotografici.
E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l'uomo
e vennero in tanti e si chiamavano "gente"
ciliegi malati in ogni stagione.
E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.
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