Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

RE-CESSI, LA STORIA DEL WC DALL'ANTICA ROMA AD OGGI A 'PASSEPARTOUT'

Come sarà il bagno del terzo millennio? Dal Salone Internazionale del Mobile arrivano nuove indicazioni sui bagni del futuro, che oltre ad essere tecnologicamente avanzatissimi sfiorando quasi l’avveniristico. "Passepartut" di e con Philippe Daverio, dal titolo Re-cessi, domenica 5 maggio racconta l’Orinatoio di Duchamp, una delle opere più controverse e celebrate dell’arte contemporanea. Passepartout racconta come oggetti e luoghi d’uso quotidiano apparentemente banali, nascondano in realtà una lunga storia

04/05/2013 - Puntata di "Passepartut" di e con Philippe Daverio, dal titolo Re-cessi, domenica 5 maggio, alle 13.25, su Rai3. L’Orinatoio di Duchamp, una delle opere più controverse e celebrate dell’arte contemporanea, è il nesso simbolico di questa puntata di Passepartout, che ci racconta come oggetti e luoghi d’uso quotidiano apparentemente banali, nascondano in realtà una lunga storia. E la storia che si racconta questa settimana è proprio quella dei bagni, dall’antichità romana al futuro prossimo venturo. Si parte dal profondo medioevo con due esempi arroccati tra le segrete stanze di castelli e fortezze: il Castello di Haut-Koenigsbourg (Orshwiller, Francia) con l’antico “recessus” germanico che sporge fin oltre le mura per evacuare sulle rocce sottostanti, e il Castello degli Ospitalieri di San Giovanni d’Acri (Akko, Israele) con le latrine dei Templari molto simili alle “forica” delle terme romane.

Tutto questo mondo medievale non prevedeva una grande igiene personale e il ritorno alla tradizione romana era ancora tutto da riscoprire anche se tracce di questi antichi modi e usi erano sparsi un po’ ovunque, come per esempio in Inghilterra nelle Terme Romane di Bath, ancora oggi in attività, dopo 2.000 anni.
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Durante il Rinascimento, in coincidenza con la riscoperta delle virtù dell’antichità romana, Papa Clemente VII commissionò per Castel Sant’Angelo un bagno decorato con grottesche simili a quelle della Domus Aurea, munito di tutti i confort come acqua calda e riscaldamento, idea che risultò molto sagace in quanto fu costretto a restare a lungo chiuso nel palazzo in coincidenza con l’assalto di Roma dei Lanzichenecchi nel 1527.

Questo bagno rappresenta un passo forse decisivo per la nascita di quel miracolo della modernità che è il bagno completo, in cui la funzione evacuatoria e quella sanitaria finalmente tendono a ricongiungersi. Ciò accade nel Settecento, presso la corte borbonica, su impulso della coppia reale formata da Ferdinando IV e da Maria Carolina e si riconferma cento anni dopo anche nelle dimore dei Savoia. Con il Vittoriale di D’Annunzio, si inizia a stemperare il concetto del bagno visto come “ritirata”, e si comincia ad intenderlo come una stanza da vivere, dove si può anche leggere e dedicarsi ad altre attività.

E come sarà il bagno del terzo millennio? Dal Salone Internazionale del Mobile arrivano nuove indicazioni sui bagni del futuro, che oltre ad essere tecnologicamente avanzatissimi sfiorando quasi l’avveniristico, diventano una sorta di salotto, muniti di divani, poltroncine, persino caminetti. Una dimensione contemporanea dove il design e l’industria italiana recitano un ruolo assoluto di protagonisti, a testimonianza di quanto l’antica eredità dalle terme e dalle latrine romane abbia ancora un suo peso. La regia è di Mauro Raponi

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