Trasporto merci pericolose in Sicilia: garantire sicurezza e tracciabilità, ma occorre un punto di equilibrio

Trasporti merci pericolose: CNA Fita Sicilia, un tavolo per risolvere le criticità. Un tavolo tecnico per risolvere le criticità sollevate dalle aziende che si occupano del trasporto di merci pericolose in Sicilia. “Siamo consapevoli della necessità di garantire sicurezza e tracciabilità, ma occorre trovare un punto di equilibrio tra queste esigenze e la continuità operativa dei trasporti essenziali”. Palermo, 12 aprile 2025 – È questa la proposta avanzata dalla CNA Fita Sicilia che ha registrato la disponibilità del Presidente della IV Commissione, on. Carta, dell’assessore alla mobilità, On. Aricò, del Presidente del CAS, avv. Filippo Nasca (nella foto) , e del suo direttore, dott. Fazio. Una delegazione della CNA Fita Sicilia, composta da Saro Tumino, Giorgio Stracquadanio, Daniela Taranto e Francesco Lombardo, è stata ricevuta dalla IV Commissione Ambiente, dell’Assemblea Regionale Siciliana dalla Territorio e Mobilità. Durante l’audizione, la CNA Fita ha illustrato le gravi cr...

MAFIA. SONIA ALFANO: "LUCIA RIINA BENEFATTRICE CON IL SANGUE DI TANTI INNOCENTI”

PALERMO, 5 GIU - “L’ultima trovata è un sito internet per la vendita di souvenir. Questo, ovviamente, non sconvolge nessuno, anzi. Ma se l’iniziativa arriva da Lucia Riina, figlia minore del super ergastolano Totò Riina, la faccenda è diversa. Perchè da chi non ha mai, e dico mai, preso le distanze dagli atroci atti compiuti dal padre, non si può accettare una proposta simile, peraltro travestita da dubbia generosità”.


Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea) esprime la sua indignazione in relazione alla recente iniziativa di Lucia Riina, figlia del noto boss di Corleone. Lucia Riina, infatti, ha avviato un’attività di vendita su internet di alcune sue ‘opere’, con la promessa di destinare il 5% dei proventi a ‘Save The Children’.

“E’ un Paese alla rovescia - scrive Sonia Alfano in un suo post sul sito de ‘Il Fatto Quotidiano’ - quello in cui i figli delle vittime innocenti sono costantemente impegnati nella difesa della memoria dei propri cari, spesso infangata e oltraggiata, mentre i figli dei carnefici sottolineano, anche solo tra le righe, di avere la fedina penale pulita. Bisognerebbe che i “figli di mafia” comprendessero che non basta “differenziarsi” dai propri padri criminali, ma anche riconoscere e rinnegare pubblicamente la crudeltà e la disumanità di quegli stessi padri. Pertanto - conclude Sonia Alfano - se Lucia Riina vuole davvero apparire come una benefattrice, lontana dal pianeta criminale nel quale è cresciuta, non basterà devolvere il 5% delle sue vendite ad un’organizzazione come “Save The Children”, che peraltro ha già smentito di avere avuto contatti. Bisognerà che riconosca di provenire da un mondo violento e ingiusto e che rinunci al patrimonio accumulato dalla sua famiglia per mezzo dello spargimento di tantissimo, troppo, sangue innocente. Altrimenti, avrà fatto solo “chiacchiere”. Lei.”.


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