Vendita AGI, Antoci: “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”

Vendita AGI, Antoci (Capolista M5S Collegio “Isole”): “Operazione priva di trasparenza. Si applichi il Media Freedom Act”. Nota Stampa di Giuseppe Antoci, candidato capolista circoscrizione “Isole” alle elezioni europee col MoVimento Cinque Stelle 4 mag 2024 - "Lascia sgomenti la decisione di ENI, azienda partecipata dello stato, di trattare la cessione dell'agenzia di stampa AGI con il parlamentare leghista Angelucci. Un'operazione "folle", come giustamente definita da Giuseppe Conte. Altrettanto allarmante è il fatto che la vendita si stia realizzando mediante una trattativa privata in assenza di un bando di gara a tutela della trasparenza dell'operazione. Bisogna arginare condotte come queste applicando il "Media Freedom Act", legge europea per la libertà dei media tesa a proteggere i giornalisti e i media dell'UE da ingerenze politiche o economiche e ad evitare la concentrazione dei media sotto il controllo politico (come nel caso di Angeluc

MAFIA. SONIA ALFANO: "LUCIA RIINA BENEFATTRICE CON IL SANGUE DI TANTI INNOCENTI”

PALERMO, 5 GIU - “L’ultima trovata è un sito internet per la vendita di souvenir. Questo, ovviamente, non sconvolge nessuno, anzi. Ma se l’iniziativa arriva da Lucia Riina, figlia minore del super ergastolano Totò Riina, la faccenda è diversa. Perchè da chi non ha mai, e dico mai, preso le distanze dagli atroci atti compiuti dal padre, non si può accettare una proposta simile, peraltro travestita da dubbia generosità”.


Sonia Alfano (Presidente della Commissione Antimafia Europea) esprime la sua indignazione in relazione alla recente iniziativa di Lucia Riina, figlia del noto boss di Corleone. Lucia Riina, infatti, ha avviato un’attività di vendita su internet di alcune sue ‘opere’, con la promessa di destinare il 5% dei proventi a ‘Save The Children’.

“E’ un Paese alla rovescia - scrive Sonia Alfano in un suo post sul sito de ‘Il Fatto Quotidiano’ - quello in cui i figli delle vittime innocenti sono costantemente impegnati nella difesa della memoria dei propri cari, spesso infangata e oltraggiata, mentre i figli dei carnefici sottolineano, anche solo tra le righe, di avere la fedina penale pulita. Bisognerebbe che i “figli di mafia” comprendessero che non basta “differenziarsi” dai propri padri criminali, ma anche riconoscere e rinnegare pubblicamente la crudeltà e la disumanità di quegli stessi padri. Pertanto - conclude Sonia Alfano - se Lucia Riina vuole davvero apparire come una benefattrice, lontana dal pianeta criminale nel quale è cresciuta, non basterà devolvere il 5% delle sue vendite ad un’organizzazione come “Save The Children”, che peraltro ha già smentito di avere avuto contatti. Bisognerà che riconosca di provenire da un mondo violento e ingiusto e che rinunci al patrimonio accumulato dalla sua famiglia per mezzo dello spargimento di tantissimo, troppo, sangue innocente. Altrimenti, avrà fatto solo “chiacchiere”. Lei.”.


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