29/07/2013 - Sarà una inedita Caterina Vertova ad inaugurare la prosa al Tindari Festival. L’attrice, ormai di casa nel teatro tindaritano, sarà la protagonista in Giocasta di Dimitra Mitta per la regia di Stefano Molica. La Vertova sarà affiancata dal giovane attore pattese Marco Conti Gallenti. Suggestiva sarà la colonna sonora originale composta da Luca Pincini che eseguirà le musiche dal vivo.
Il testo della scrittrice greca Dimitra Mitta, ribalta totalmente la visione tradizionale del mito di Edipo ed offre una visione nuova ed innovativa di una della storie più antiche ed affascinanti del Teatro classico. La protagonista è infatti Giocasta, regina di Tebe che a causa di una tremenda profezia sposa Edipo, suo figlio, che nello stesso tempo è anche l’assassino di Laio, primo marito di Giocasta e padre di Edipo stesso.
Nessuno conosce questa terribile verità, tranne Giocasta. Solo lei è consapevole di tutto quello che è successo e di tutto quello che succederà. Solo Giocasta è capace di capire le oscure manovre del fato, solo lei è in grado di sostenere le conseguenze delle azioni altrui. Ne viene fuori una figura di Donna forte, potente, consapevole e moderna. Un ruolo che Caterina Vertova interpreta con la consueta, enorme bravura e con la passionalità di cui forse solo lei è capace.
“Giocasta – ha spiegato Caterina Vertova - nasce a Tindari e di fatto è un laboratorio aperto voluto dal Teatro dei Due Mari e dal regista Stefano Molica. Mi è stato proposto di interpretare il ruolo di Giocasta su un testo contemporaneo di una giovane scrittrice greca che ha fatto una cosa straordinaria: ha preso un personaggio noto della mitologia greca ed è entrata dentro. Nessuno conosce chi è realmente Giocasta, cosa prova o quali siano le sue paure, le sue gioie o i suoi desideri. Quali sentimenti ha provato in relazione ad Edipo. Dimitra Mitta ha preso in braccio questa donna ed è andata ad indagare nella sua vita e nel suo animo. Questo – ha aggiunto l’attrice - mi ha affascinato, anche perché è una visione rivoluzionaria. In primis parla dell’aderire alla propria natura per essere vivi e non adattarsi alla società del tempo. E per fare ciò ci vuole tanto coraggio. In secondo luogo esprime il desiderio di donna di essere madre e di proteggere il proprio figlio e il proprio destino. Un testo talmente attuale da sembrare di essere scritto oggi”.
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