Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

TINDARI FESTIVAL: “SOGNO D’AMORE UBRIACO”, LA SPERANZA TRADITA CON CAPOVOLGIMENTO ANAGRAFICO

Tindari, 17/08/2013 - Una particolare rivisitazione di Otello di William Shakespeare fatta da Angelo Campolo arriva oggi, sabato 17 agosto alle ore 21,30 al teatro antico di Tindari. “Sogno d’amore ubriaco” con Angelo Campolo, Federica De Cola, Annibale Pavone, Margherita Smedile e Tino Calabrò racconterà la speranza tradita con un’interessante capovolgimento anagrafico dei due protagonisti del dramma di Shakespeare, Iago ed Otello.
“Nel testo originario – ha spiegato Angelo Campolo - il Moro di Venezia è un uomo maturo e il suo vile alfiere ha 28 anni. Immaginare il contrario ha aperto tante e interessanti strade per un diverso punto di vista sull'opera a cominciare dal contrasto giovani - adulti che in controluce ci racconta anche un possibile conflitto tra figli e “cattivi” genitori.

Lo spettacolo nasce dal desiderio di utilizzare la poetica del testo shakespeariano per raccontare una speranza tradita che crediamo sia l'argomento che brucia il nostro tempo. Il centro del nostro conflitto generazionale. Un conflitto che non si manifesta più sul piano della ribellione dei figli nei confronti dei padri, come è stato fino a non molto tempo fa, ma che al contrario paradossalmente “riunisce” padri e figli in un confronto spesso disperato che si svolge sopra le macerie di un modello di vita che non ha più funzionato. Oggi i ragazzi vivono di speranza e hanno solo quest'arma per non cadere nel baratro della disperazione rispetto ad un futuro che appare buio e incerto. Ci è stato consegnato un mondo in cui le regole ritenute vincenti hanno mostrato la loro natura ingannevole, egoista, incapace di lungimiranza e solidarietà”.

Da un lato Otello, Desdemona e Cassio, triangolo di gioventù e belle speranze, dall'altro la coppia Iago/Emilia, eterni secondi, cinici e disillusi. Se Otello è un ragazzo innamorato, fiero di sé, totalmente fiducioso verso gli altri, Iago, segnato dagli anni e dalle sconfitte (la mancata nomina a luogotenente, il matrimonio violento e amaro con la moglie Emilia), appare come una sorta di mentore, di padre esperto, buono solo in apparenza, dispensatore di malefici insegnamenti travestiti da lezioni di vita.

La dinamica dello svolgersi degli eventi si basa tutta sul fatto che Iago fa leva sulle debolezze dei giovani che ha intorno. Cassio è l'amico di Otello che si sente totalmente inadeguato rispetto al ruolo che gli è stato affidato. E così Otello e Desdemona, nel delicato passaggio dall'adolescenza al mondo adulto, scopriranno la parte di sé più fragile che diventerà bersaglio per il piano di Iago.
“Spingerci - a “capovolgere” anagraficamente Iago e Otello e ad innestare sulle parole di Shakespeare una drammaturgia originale - ha concluso Campolo - è la strada che cerchiamo di percorrere per andare fino in fondo nel racconto di una speranza tradita, di un amore ucciso sul nascere, di una sconfitta dei modelli patriarcali sulla forza e la determinazione delle donne, di un approdo che non si compie mai”.



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