Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

EMERGENZA CARCERI E IMMIGRAZIONE: IL MINISTRO CANCELLIERI RISPONDE ALLE INTERROGAZIONI E A NAPOLITANO

Emergenza carceri, audizione del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri in Commissione Giustizia della Camera
Roma, 17/10/2013 - Montecitorio. Alle ore 13:30, in Commissione Giustizia, presso la Sala Mappamondo, audizione del guardasigilli Annamaria Cancellieri sulle tematiche della questione carceraria, oggetto del messaggio inviato alle Camere il 7 ottobre scorso dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Diretta streaming sulla webtv della Camera dei Deputati.


Ed oggi alla Camera dei Deputati, alle ore 15, il ministro della Giustizia Cancellieri è intervenuta al question time odierno per rispondere a due quesiti: il primo riguarda le iniziative per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento al piano di edilizia carceraria. Il secondo verte sulle proposte di abrogazione del reato d'immigrazione clandestina.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

   MOLTENI, GIANCARLO GIORGETTI, ALLASIA, ATTAGUILE, BORGHESI, BOSSI, MATTEO BRAGANTINI, BUONANNO, BUSIN, CAON, CAPARINI, FEDRIGA, GRIMOLDI, GUIDESI, INVERNIZZI, MARCOLIN, GIANLUCA PINI, PRATAVIERA e RONDINI.— Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il Ministro interrogato, come si apprende da alcune agenzie di stampa e, in particolare, da un'intervista a Radio 24 dell'11 ottobre 2013, si è dichiarato favorevole ad un atto di clemenza, prevedendo l'uscita di circa 20.000 detenuti dalle carceri italiane;
   tali provvedimenti di clemenza, che vengono ciclicamente approvati dal Parlamento ma che hanno sempre visto contrario il gruppo della Lega Nord e Autonomie, si sono rivelati sempre del tutto inefficaci a risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, considerato che dei 36.000 detenuti che hanno beneficato dell'ultimo indulto nel 2006 (legge n. 241 del 2006), più di un terzo sono ritornati in carcere in quanto recidivi;
   successivamente all'approvazione dell'indulto del 2006, in una relazione trasmessa dal dipartimento della pubblica sicurezza del Ministero dell'interno alla Commissione affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni della Camera dei deputati, si evidenziò come dopo l'indulto il numero dei reati commessi era notevolmente aumentato, in particolare quello dei reati cosiddetti predatori: fino a luglio 2006 (quando il Parlamento approvò l'indulto) questi reati erano in flessione rispetto all'anno precedente; tra gennaio e luglio 2006 si era registrata, rispetto allo stesso periodo del 2005, la diminuzione di 1.048 rapine e di 23.323 furti, invece nel periodo agosto-settembre 2006 si registrò, rispetto allo stesso periodo del 2005, un incremento di 1.952 rapine e di 28.830 furti;
   da un'indagine pubblicata recentemente da Il Sole 24 ore, sulla base dei dati forniti dal Ministero dell'interno e riferiti al 2012, si apprende che, se l'aumento dei crimini denunciati in generale ha avuto un incremento dell'1,3 per cento (circa 2,8 milioni, ossia 36 mila in più rispetto al 2011), dall'analisi per tipologia di reato il peggioramento più pesante è per i cosiddetti reati predatori, che sono quelli che incidono direttamente sui beni personali, maggiormente legati alle fasi di crisi economica e in grado di destare particolare allarme nella collettività, ossia furti, scippi, borseggi e truffe che vanno a colpire i singoli cittadini, anche con modalità particolarmente violente;
   tali atti di clemenza, dunque, hanno sempre avuto a parere degli interroganti quale unico effetto quello di far uscire dagli istituti penitenziari autori di crimini, anche di particolare allarme sociale, che, come dimostrano i dati, in larga parte vi hanno fatto rientro, commettendo, però, nel frattempo altri reati a danno di onesti cittadini, del tutto evitabili se vi fosse la certezza della pena;
   l'8 gennaio 2013 la Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato nuovamente l'Italia per trattamento inumano e degradante di sette detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza, concedendo al nostro Paese un anno di tempo per trovare una soluzione al problema del sovraffollamento carcerario, ma non ha individuato in un atto di clemenza la soluzione allo stesso;
   il problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari italiani non può essere risolto con amnistie, indulti o altri provvedimenti «tampone», come da ultimo il recentissimo cosiddetto svuota carceri (legge n. 94 del 2013), perché tali strumenti si sono rivelati del tutto inidonei a risolvere il problema; pertanto essi non rappresentano un'idonea soluzione e saranno anche molto probabili altre future condanne da parte della stessa Corte europea dei diritti dell'uomo;
   secondo gli ultimi dati forniti dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria al 30 settembre 2013 i detenuti presenti negli istituti penitenziari italiani sono 64.758, di cui 22.770 stranieri;
   sempre secondo i dati forniti dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, a fronte dei 64.758 detenuti presenti, l'esubero rispetto alla capienza regolamentare sarebbe di 17.143 posti;
   nonostante esponenti di questo Governo continuino a insistere sulla necessità di un atto di clemenza quale unica soluzione per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, vi sono invece almeno 40 edifici che potrebbero essere utilizzati come istituti penitenziari, ma risultano allo stato in disuso o abbandonati;
   tali atti di clemenza rappresentano ad avviso degli interroganti una resa dello Stato alla criminalità, un colpo mortale alla sicurezza dei cittadini, alle vittime dei reati, al principio della certezza della pena, vanificando, altresì, l'operato delle forze dell'ordine che, nonostante le esigue risorse finanziarie a loro disposizione, si impegnano quotidianamente nel controllo del territorio per assicurare alla giustizia gli autori dei crimini –:
   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario senza tradire il principio della certezza della pena e senza mettere in pericolo la sicurezza e l'incolumità dei cittadini, in particolare se, in alternativa a qualsiasi atto di clemenza, non intenda procedere con il già esistente piano di edilizia carceraria. (3-00377)

RAMPELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   la legge 15 luglio 2009, n. 94, ha introdotto, attraverso una modifica al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, il reato d'immigrazione clandestina nell'ordinamento giuridico italiano;
   nella fattispecie, si tratta di una semplice contravvenzione, sanzionata unicamente con la pena pecuniaria, la quale punisce le condotte di ingresso e permanenza illegale nello Stato italiano, senza prevedere alcuna reclusione ma solo il pagamento di un'ammenda di 5-10 mila euro, che nessuno straniero irregolare sarà mai in grado di pagare;
   sulla base delle diverse normative nazionali attualmente vigenti in Europa, la presenza illegale di un cittadino non comunitario può essere punita con la detenzione in Belgio, Danimarca, Regno Unito, Grecia, Francia, Germania, Irlanda, Svezia, seppur con durate diverse;
   l'Italia rappresenta un esempio di eccellenza per quanto riguarda l'integrazione degli immigrati regolari e dei rifugiati, sia nella scuola sia nel lavoro;
   sono in corso concrete iniziative per procedere all'abrogazione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, come disciplinato dall'articolo 10-bis del citato testo unico sull'immigrazione;
   il controllo delle frontiere va considerato come un atto costitutivo della sovranità dello Stato e, nell'esercizio di questa stessa sovranità, lo Stato attraverso le sue leggi deve regolare l'afflusso regolare di immigrati e stabilire i provvedimenti e le pene per i clandestini –:
   quale sia l'orientamento del Governo in merito all'abrogazione del reato in questione e, in caso sia favorevole, attraverso quali normative intenda garantire il rispetto delle frontiere italiane. (3-00378)

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA
DELL’ON. MOLTENI
ED ALTRI.
R I S P O S T A
Rispondo all’interrogazione dell’on. Molteni ed altri
richiamando le considerazioni svolte dal Presidente della
Repubblica nel messaggio inviato alle Camere in data
8
ottobre u.s., secondo cui per risolvere il problema

di
straordinaria gravità

del sovraffollamento carcerario, occorre
un intervento altrettanto straordinario ed urgente, ma
composito, su più fronti.
Sarà naturalmente il Parlamento a decidere l’event
uale
concessione di provvedimenti di amnistia o di indulto ed il
loro ambito di applicazione, sia soggettivo che oggettivo.
Ma è chiaro che
eventuali
provvedimenti di
clemenza
non
avrebbero alcun senso

se non quello di alleggerire
temporaneamente la tens
ione detentiva

ove non fossero
2
accompagnati da misure strutturali di carattere normativo,
logistico ed organizzativo.
Sotto il profilo normativo, il recente intervento attuato
con il decreto legge n. 78 del 2013 (che ha elevato il limite di
pena edittale
per la applicazione della custodia cautelare in
carcere, ha
abrogato alcuni automatismi che precludevano ai
recidivi non pericolosi l’accesso ai benefici carcerari ed ha
reso più agevole l’impiego lavorativo dei detenuti, anche per
progetti di pubblica ut
ilità
) sembra avere determinato un

sia
pur lento

mutamento di tendenza: si è infatti registrata una
diminuzione delle presenze dal 30 settembre 2012 ad oggi di
oltre 2.000 detenuti, mentre dal luglio scorso vi è stata una
flessione di circa il 50% del
numero degli ingressi in carcere
dei soggetti condannati con sentenza definitiva.
Sono inoltre attualmente al lavoro alcune Commissioni di
studio, dalle quali giungeranno a breve ulteriori proposte di
interventi normativi sull’ordinamento penitenziario, le
condizioni detentive, le misure alternative alla detenzione, il
sistema sanzionatorio e il processo penale.
Per quanto concerne il fronte de
ll’edilizia penitenziaria,
premesso che gli edifici già adibiti a case mandamentali sono
stati dismessi dagli usi p
enitenziari e restituiti ai comuni di
3
appartenenza, osservo che di recente sono stati aperti i nuovi
istituti penitenziari di Reggio Calabria e di Sassari, oltre a
quelli di Tempio Pausania e di Oristano operativi dallo scorso
anno, ed è stato realizzato u
n nuovo padiglione detentivo a
Carinola; entro la fine del corrente anno saranno disponibili
2.500 nuovi posti detentivi, che diventeranno circa 4.400 nella
prima metà del 2014 e circa 10.000 al completamento del
Piano Carceri, nella seconda metà del 2015.
Ma credo che gli aspetti
deteriori dell’attuale
sovraffollamento possano essere da subito affrontati mediante
l’adozione ad ampio raggio di un nuovo modello
organizzativo di detenzione, caratterizzato da una maggiore
apertura alla socialità

e quind
i da una radicale diminuzione
del tempo trascorso all’interno di una cella chiusa
-
e da una
più ampia offerta di opportunità lavorative, al fine di favorire
il reinserimento sociale del detenuto scongiurando il rischio di
una sua recidiva.

INTERROGA
Z
IONE A RISPOSTA IMMEDIATA
DELL’ON
.
RAMPELLI
R I S P O S T A
Rispondo
a
ll’ onorevole interrogante sottolineando, anche
in questa occasione, il mio personale apprezzamento per il
forte richiamo che il Capo dello Stato ha voluto rivol
gere a
tutte le Istituzioni
-
italiane ed europee
-
a seguito dei tragici
fatti di Lampedusa definiti, per l’appunto, quale vera e propria
strage di innocenti.
Nel solco tracciato dal Presidente della Repubblica
ritengo sia indispensabile stroncare il tra
ffico criminale di
esseri umani, in cooperazione con i paesi di provenienza dei
flussi di emigranti e dei richiedenti asilo. Si rendono pertanto
necessari presìdi adeguati lungo le coste da cui partono questi
viaggi di disperazione e di morte ed il concret
o e fattivo
coinvolgimento di tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione
europea.
2
Ricordo che il Governo italiano ha dato avvio, proprio in
questi giorni, ad un’operazione militare e umanitaria nel Mar
Mediterraneo che prevede il rafforzamento dell’attivit
à di
sorveglianza e soccorso in alto mare, finalizzata ad
incrementare il livello di sicurezza della vita umana ed il
controllo dei flussi migratori attraverso l’impiego di
dispositivi aero
-
navali. In quest’ottica, sarà fondamentale il
coordinamento di tut
ti i mezzi e dispositivi di sorveglianza e
soccorso, e lo scambio di informazioni tra tutti coloro che
partecipano al controllo dei flussi migratori via mare. Come
segnalato dal Ministro dell’Interno, l’operazione avrà un
effetto deterrente molto signific
ativo per chi pensa di fare
impunemente traffico di esseri umani: tale effetto sarà infatti
garantito sia dall'azione di pattugliamento del mare che dalla
possibilità di disporre il sequestro delle navi e l'arresto
dell'equipaggio.
Ciò detto in linea gener
ale, voglio ricordare, nello
specifico che nell’attuale sistema la fattispecie incriminatrice
prevista per l’art. 10 bis
del decreto legislativo n. 296/1
998 ha
natura contravvenzionale, è devoluta alla competenza del
giudice di pace ed è punita con la sola
pena dell’ammenda.




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