Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

4 NOVEMBRE 2013: 'GIORNO DELL'UNITÀ NAZIONALE E DELLE FORZE ARMATE', LE CELEBRAZIONI

04/11/2013 - Oggi, lunedì 4 novembre, alle ore 11 verrà celebrato al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il "Giorno dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate". Nell'occasione verranno consegnate le decorazioni dell'Ordine Militare d'Italia conferite nell'anno 2013. In precedenza il Capo dello Stato deporrà una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria e sulla lapide che al Quirinale ricorda i caduti.

Caserme e musei militari aperti, eventi celebrativi, concerti di Bande e Fanfare: il programma delle manifestazioni organizzate in tutta Italia dal Ministero della Difesa, in occasione delle celebrazioni del 4 Novembre, “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate”. Il 4 novembre - “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate” - è stato storicamente celebrato con l’apertura delle caserme per consentire ai familiari, amici e cittadini di avvicinarsi ai militari.

Una consuetudine alla quale, nel corso degli anni, si sono aggiunte altre manifestazioni con l’obiettivo di avvicinare i cittadini al mondo della Difesa, ai valori che custodisce e rappresenta, e per far meglio comprendere il quotidiano sacrificio e la dedizione delle donne e degli uomini con le stellette. Ecco perché alla cerimonia ufficiale - che prevede la deposizione di una corona di alloro al Sacello del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria - in occasione del 4 novembre diverse città italiane ospiteranno eventi celebrativi, iniziative storico-museali, concerti delle Bande e delle Fanfare militari.

Oggi, lunedì 4 novembre, saranno aperte al pubblico numerose caserme e diversi musei militari di tutte le regioni. Celebrazioni su tutto il territorio nazionale. Il 4 novembre 1918 aveva termine il primo conflitto mondiale, un evento che ha segnato in modo profondo ed indelebile l’inizio del ’900 e determinato radicali mutamenti politici e sociali. La data, che celebra la fine vittoriosa della guerra, ricorda la firma dell’armistizio siglato a Villa Giusti con l’Impero austro-ungarico e rappresenta il coronamento del processo di unificazione nazionale ed il riconoscimento del sacrificio e del valore delle nostre Forze armate. Un momento altamente significativo della nostra storia in cui si commemorano i combattenti di tutte le guerre che hanno sacrificato la loro vita per gli ideali di Patria e di collettività nazionale: valori immutati nel tempo, per i militari di allora e per quelli di oggi.
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Unità Nazionale e Forze Armate: un legame indivisibile

Il 4 novembre 1918 aveva termine la Grande Guerra, un evento che ha segnato in modo profondo l’inizio del novecento. In quella giornata di novantaquattro anni fa, si completò il processo dell’unificazione italiana. Esso rappresenta il traguardo di un lungo e travagliato percorso, raggiunto attraverso uno sforzo collettivo, mai compiuto prima nel nostro Paese: un moto di coscienze che scosse le genti di allora e le rese un Popolo.

Le Forze Armate sono state “parte attiva”, nell’aver reso partecipi gli italiani, di questa importante consapevolezza: sui campi di battaglia; nell’amalgama educativo e sociale delle tante realtà “culturali” delle penisola; nell’impulso al progresso tecnologico ed economico; nell’arricchimento del rango della nostra giovane Nazione nel consesso internazionale. Non a caso Luigi Settembrini – scrittore e patriota italiano – definì l’istituzione militare uscita dal Risorgimento come “… il filo di ferro che ha cucito insieme l’Italia”.

Commemorare il Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate significa, pertanto, dedicare la giusta attenzione ad un momento di portata nazionale, non solo celebrativo, ma dal forte carattere storico-culturale; che serva a mantenere viva verso le nuove generazioni una coscienza collettiva sulle radici e sull’identità nazionale. Ecco perché durante tale ricorrenza è giusto rievocare e onorare la memoria di tutti coloro che hanno sacrificato, nel tempo, il bene supremo della vita per l’Italia. Ma tale rievocazione rappresenta anche un’opportunità per ripercorrere, in chiave di lettura contemporanea, le tante straordinarie prove di coraggio, civiltà e di volontà di rinascita di cui la nostra Nazione si è, in passato, resa protagonista. E’ con questo spirito che, anche quest’anno, con un impegno sobrio – coerente con il momento di difficoltà del Paese – tutto il territorio nazionale vive occasioni d’incontro fra la popolazione e “concittadini in uniforme” delle Forze Armate: uomini e donne dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica e dell’Arma dei Carabinieri.

Un’occasione in cui le strutture militari sparse nel Paese – caserme, basi navali, aeroporti – si aprono ai contesti locali che le ospitano, per diventare non solo baricentro e palcoscenico dei festeggiamenti, ma un vero e proprio “punto di riferimento” e “polo di aggregazione” per il territorio e le sue genti. Un’opportunità di dialogo e di approfondimento, di conoscenza reciproca, che permette ai cittadini di conoscere e di valorizzare la presenza militare e rende, nel contempo, più evidente la contiguità della “Caserma” con la realtà locale in cui è inserita. Si favorisce così l’unione d'intenti fra Istituzioni, comunità e forze vive della Nazione, fondamentali in questo periodo complesso e delicato per il Paese.

Il 18 febbraio del 1861, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza e ai plebisciti nei territori conquistati dal Regno di Sardegna, Vittorio Emanuele II inaugurò a Torino il parlamento italiano formato dai rappresentanti di tutti i territori annessi. Il successivo 17 marzo il re firmò con Cavour la legge che proclamava il Regno d'Italia. Scomparivano i ducati e i granducati in Emilia e Toscana, il dominio pontificio veniva ridotto alla sola zona del Lazio e tramontava il regno borbonico. A completare l'unità mancavano solo il Veneto e Roma. Il Regno d'Italia venne strutturato come un allargamento del Regno di Sardegna, mantenendo la forma istituzionale monarchico-costituzionale e un modello centralista. Il diritto di voto era attribuito - secondo la legge elettorale contenuta nello statuto albertino del 1848 - in base al censo e in tal modo gli aventi diritto costituivano appena il 2% della popolazione. Le basi del nuovo sistema erano quindi estremamente ristrette.

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