Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

LUIGI RIZZO DA MILAZZO: UN EROE CON L’OROLOGIO FUORI POSTO, IN RITARDO PER L’AFFONDAMENTO DI 2 CORAZZATE

Oggi, 4 novembre 2013, è il giorno delle celebrazioni del “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate” e vale la pena illustrare i fatti storici che hanno caratterizzato la fine della prima guerra mondiale. Vi proponiamo l’approfondimento dedicato al Tenente di Vascello Luigi Rizzo (Milazzo, 8 ottobre 1887) e all’affondamento delle corazzate Wien e Szent Istvan. La notte del 9 dicembre 1917 una squadriglia al comando del tenente di vascello Luigi Rizzo (Mas 9 e 13) entrò nella rada di Trieste poco prima della mezzanotte e, tagliati i cavi di acciaio delle tre ostruzioni che proteggevano il porto militare, vi si insinuò silurando alle 2.32 la Wien che affondò rapidamente e la Budapest che riportò solo lievi danni
04/11/2013 - Il 4 novembre 1918 con l’entrata delle truppe italiane vittoriose a Trento e Trieste, dopo quasi tre anni e mezzo di combattimenti, si concludeva quella che allora venne definita la “Grande Guerra”. Nella ricorrenza si celebra il “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate” per ricordare la data in cui andò a compimento il processo di unificazione nazionale che, iniziato in epoca risorgimentale, aveva portato alla proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861.

Fu proprio durante la Prima Guerra Mondiale che gli italiani si trovarono per la prima volta fianco a fianco, legati indissolubilmente l’un l’altro sotto la stessa bandiera nella prima drammatica esperienza collettiva che si verificava dopo la proclamazione del Regno. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre fu dichiarato Festa nazionale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. Vi raccontiamo eventi, uomini, episodi, che hanno scritto una significativa pagina della storia del nostro Paese.

Oggi parliamo del Tenente di Vascello Luigi Rizzo e dell’affondamento delle corazzate Wien e Szent Istvan.
L'ammiraglio Luigi Rizzo, l'Affondatore, primo conte di Grado e di Premuda nacque a Milazzo l'8 ottobre 1887. Prestò servizio nella Regia Marina durante la prima e la seconda guerra mondiale ricevendo numerose decorazioni. Prese parte come volontario all'Impresa di Fiume e alla guerra d'Etiopia. Capitano di lungo corso della Marina mercantile, il 17 marzo 1912 fu nominato sottotenente di vascello di complemento della Riserva navale. Nel primo conflitto mondiale, dal giugno 1915 alla fine del 1916 venne destinato alla difesa marittima di Grado dove, agli ordini del capitano di corvetta Filippo Camperio prima e del capitano di fregata Alfredo Dentice di Frasso poi, si distinse particolarmente, ottenendo anche una medaglia d'argento al valor militare.

La sorte volle però che il pattugliamento in quel tratto dell’Adriatico nel quale era previsto il rendez-vous
delle unità della Flotta Imperial-Regia fosse affidato alla squadriglia dello stesso Luigi Rizzo (Mas 15 e 21).
Quest’ultimo per una ulteriore combinazione della sorte ebbe a patire un piccolo contrattempo a causa del
mal funzionamento del suo orologio, che lo fece giungere da Ancona con un certo ritardo sul tratto di mare
assegnatogli, ancorandosi presso l’isolotto di Premuda.

Rizzo e l’affondamento delle corazzate

Il ripiegamento del fronte italiano dall’Isonzo avvenuto in seguito allo sfondamento austriaco dell’ottobre
1917 a Caporetto aveva portato le truppe italiane a stabilire una linea resistenza sul corso del fiume Piave.
Su questa estrema linea di difesa, superata la quale le truppe austro-tedesche avrebbero potuto giungere in
poche ore a Venezia e Vicenza e forse dilagare nella Pianura Padana, il Comando Supremo italiano
convogliò tutte le residue forze disponibili.

Oltre ad un attraversamento del corso del Piave, i comandi italiani avevano anche previsto la possibilità di
un suo aggiramento da parte del nemico attraverso uno sbarco oltre la foce, e a questo scopo avevano
fortificato l’isolotto di Cortellazzo, posto alla foce del fiume, munendolo di numerosa artiglieria in grado di
colpire le posizioni nemiche sulla terraferma e di contrastare efficacemente qualsiasi manovra sottocosta.
In vista dell’offensiva del dicembre 1918 con la quale a Vienna si pensava di mettere definitivamente fuori
causa l’Italia dalla guerra, i comandi imperiali decisero di neutralizzare la posizione italiana di Cortellazzo
bombardandola con i grossi calibri di due unita navali, la Wien e la Budapest, corazzate costiere
particolarmente adatte all’azione contro obbiettivi a terra.

Gli italiani tuttavia avevano ampiamente previsto la possibilità di una analoga mossa da parte austro-ungarica, ed avevano dislocato nella zona una squadriglia di Mas, piccole unità veloci armate di siluri al
comando del capitano di fregata Costanzo Ciano.
Ciano intercettate le unità nemiche al largo di Cortellazzo il 16 novembre le affrontò con una ardita
manovra di attacco che costrinse la squadra navale nemica a desistere dall’azione.
Favorevolmente colpiti dalle possibilità dei Mas, i comandi italiani decisero quindi un’ulteriore azione,
stavolta offensiva, per colpire nelle proprie basi la flotta nemica togliendole anche per il futuro ogni residua
velleità offensiva sulla costa veneta.
 La notte del 9 dicembre 1917 una squadriglia al comando del tenente di vascello Luigi Rizzo (Mas 9 e 13)
entrò nella rada di Trieste poco prima della mezzanotte e, tagliati i cavi di acciaio delle tre ostruzioni che
proteggevano il porto militare, vi si insinuò silurando alle 2.32 la Wien che affondò rapidamente e la
Buda pest che riportò solo lievi danni.

Riposta la speranza di poter colpire Venezia o le posizioni italiane sul Piave data l’estrema reattività della
Regia Marina in quel settore, la Imperial-Regia Marina austro-ungarica ripiegò nell’ultima parte della
Grande Guerra, oltre che sulla prosecuzione a oltranza della guerra sottomarina, sul progetto di forzamento
del canale di Otranto, entro il quale era stata costretta fin dallo scoppio della guerra.

A questo scopo il comandante della Flotta Imperial-Regia, ammiraglio Miklòs Horthy, progettò una
articolata operazione navale che prevedeva l’uscita segreta e simultanea delle sue due squadre da battaglia
il 8 giugno 1918 e la loro riunione sul medio Adriatico all’alba del giorno 11. Con la flotta da battaglia al
completo Horthy si sarebbe allora diretto verso lo sbarramento navale alleato nel canale di Otranto
spingendo avanti a sé come esca una formazione “leggera” di incrociatori e torpediniere. Scambiando la
loro presenza nel canale con un tentativo di forzare il blocco gli incrociatori pesanti alleati di base a Brindisi
e a Valona sarebbero certo intervenuti, finendo così sotto il fuoco delle corazzate austro-ungariche.

Fonte: www.difesa.it


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