Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

MERCANTI DI SCHIAVI: 176 MIGRANTI ABBANDONATI IN MARE, PRESI GLI SCAFISTI DI LAMPEDUSA

Abbandonano 176 clandestini in alto mare, presi 16 scafisti. Immigrati clandestini appena sbarcati da una nave. Il gruppo investigativo sul traffico di migranti, istituito all'indomani della tragedia del 3 ottobre scorso in cui persero la vita oltre 360 persone, ha individuato e fermato due mercanti di schiavi

Capo Passero (Siracusa), 11/11/2013 - Erano stati filmati dal sommergibile della Marina Militare Gazzana mentre, a bordo di un peschereccio, stavano trainando verso le coste siciliane una "carretta del mare" che trasportava 176 clandestini di origine siriana. Arrivati a circa 500 miglia a sud est di Capo Passero (Siracusa) i 16 scafisti avevano lasciato il barcone alla deriva, con altissima probabilità di causare l'ennesima strage in quanto le condizioni del mare erano in forte peggioramento, il natante di fortuna galleggiava a malapena e stava imbarcando acqua.

Per tale motivo questi moderni "Caronte" dei disperati sono stati arrestati dagli agenti della Squadra mobile di Catania e del Servizio centrale operativo (Sco) di Roma, che, insieme ai militari, li hanno fermati appena sbarcati dalla nave Espero della Marina Militare.

La fregata li aveva raggiunti prima che riuscissero a far perdere le loro tracce. A bordo della nave italiana è imbarcato anche personale della Polizia di Stato, nell'ambito dell'operazione "Mare Nostrum" che ha per scopo la vigilanza del Mediterraneo.

L'accusa nei confronti dei fermati, tutti egiziani e tre dei quali minorenni, è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

In mattinata sono arrivati al porto di Catania anche i 176 extracomunitari, 146 uomini, 11 donne e 19 bambini, soccorsi dalla nave Stromboli, intervenuta poco prima che affondasse il barcone, fornendo assistenza immediata ai profughi.

Successivamente gli immigrati sono stati presi in consegna dalla nave San Marco, dove hanno ricevuto ulteriori cure mentre il team della Polizia di Stato presente a bordo procedeva ad accertare l'identità delle persone tratte in salvo.

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Il gruppo investigativo sul traffico di migranti, istituito all'indomani della tragedia del 3 ottobre scorso in cui persero la vita oltre 360 persone, ha individuato e fermato due mercanti di schiavi.

Il responsabile del naufragio

Per uno, un 24enne somalo, sono scattate le manette a seguito delle indagini condotte proprio sul naufragio di Lampedusa del 3 ottobre. Attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e grazie alle indagini svolte dagli investigatori del Servizio centrale operativo e delle questure di Palermo e Agrigento, si è accertato che l'uomo è inserito in una organizzazione che "rastrellava" i migranti lungo le rotte terrestri che dal corno d'Africa portano alle coste libiche.

Da qui le persone che volevano raggiungere l'Europa venivano condotte, sotto la minaccia delle armi, in territorio libico dentro una base logistica e tenute sotto sequestro, in attesa di partire per l'Italia.

I trasferimenti verso le coste siciliane non venivano organizzati sino a quando i migranti non avevano rimediato i soldi necessari, anche attraverso i propri familiari a casa. Durante queste soste il somalo si è anche macchiato di violenze sessuali a carico di giovani donne sequestrate nel lager libico.

Il palestinese

L'altro arrestato è invece un palestinese di 37 anni che ha organizzato diversi viaggi di migranti in fuga dall'inferno siriano verso l'Italia. Anche lui è stato arrestato a Lampedusa dopo che molte testimonianze, lo hanno collegato ad una organizzazione internazionale di trafficanti di esseri umani.

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