Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

MERCANTI DI SCHIAVI: 176 MIGRANTI ABBANDONATI IN MARE, PRESI GLI SCAFISTI DI LAMPEDUSA

Abbandonano 176 clandestini in alto mare, presi 16 scafisti. Immigrati clandestini appena sbarcati da una nave. Il gruppo investigativo sul traffico di migranti, istituito all'indomani della tragedia del 3 ottobre scorso in cui persero la vita oltre 360 persone, ha individuato e fermato due mercanti di schiavi

Capo Passero (Siracusa), 11/11/2013 - Erano stati filmati dal sommergibile della Marina Militare Gazzana mentre, a bordo di un peschereccio, stavano trainando verso le coste siciliane una "carretta del mare" che trasportava 176 clandestini di origine siriana. Arrivati a circa 500 miglia a sud est di Capo Passero (Siracusa) i 16 scafisti avevano lasciato il barcone alla deriva, con altissima probabilità di causare l'ennesima strage in quanto le condizioni del mare erano in forte peggioramento, il natante di fortuna galleggiava a malapena e stava imbarcando acqua.

Per tale motivo questi moderni "Caronte" dei disperati sono stati arrestati dagli agenti della Squadra mobile di Catania e del Servizio centrale operativo (Sco) di Roma, che, insieme ai militari, li hanno fermati appena sbarcati dalla nave Espero della Marina Militare.

La fregata li aveva raggiunti prima che riuscissero a far perdere le loro tracce. A bordo della nave italiana è imbarcato anche personale della Polizia di Stato, nell'ambito dell'operazione "Mare Nostrum" che ha per scopo la vigilanza del Mediterraneo.

L'accusa nei confronti dei fermati, tutti egiziani e tre dei quali minorenni, è di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

In mattinata sono arrivati al porto di Catania anche i 176 extracomunitari, 146 uomini, 11 donne e 19 bambini, soccorsi dalla nave Stromboli, intervenuta poco prima che affondasse il barcone, fornendo assistenza immediata ai profughi.

Successivamente gli immigrati sono stati presi in consegna dalla nave San Marco, dove hanno ricevuto ulteriori cure mentre il team della Polizia di Stato presente a bordo procedeva ad accertare l'identità delle persone tratte in salvo.

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Il gruppo investigativo sul traffico di migranti, istituito all'indomani della tragedia del 3 ottobre scorso in cui persero la vita oltre 360 persone, ha individuato e fermato due mercanti di schiavi.

Il responsabile del naufragio

Per uno, un 24enne somalo, sono scattate le manette a seguito delle indagini condotte proprio sul naufragio di Lampedusa del 3 ottobre. Attraverso le testimonianze dei sopravvissuti e grazie alle indagini svolte dagli investigatori del Servizio centrale operativo e delle questure di Palermo e Agrigento, si è accertato che l'uomo è inserito in una organizzazione che "rastrellava" i migranti lungo le rotte terrestri che dal corno d'Africa portano alle coste libiche.

Da qui le persone che volevano raggiungere l'Europa venivano condotte, sotto la minaccia delle armi, in territorio libico dentro una base logistica e tenute sotto sequestro, in attesa di partire per l'Italia.

I trasferimenti verso le coste siciliane non venivano organizzati sino a quando i migranti non avevano rimediato i soldi necessari, anche attraverso i propri familiari a casa. Durante queste soste il somalo si è anche macchiato di violenze sessuali a carico di giovani donne sequestrate nel lager libico.

Il palestinese

L'altro arrestato è invece un palestinese di 37 anni che ha organizzato diversi viaggi di migranti in fuga dall'inferno siriano verso l'Italia. Anche lui è stato arrestato a Lampedusa dopo che molte testimonianze, lo hanno collegato ad una organizzazione internazionale di trafficanti di esseri umani.

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