Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro

Vittima di violenze: ok al distacco presso altra sede di lavoro.  Una dipendente dell’Ufficio del processo presso il tribunale di Catania ha chiesto e ottenuto la proroga del distacco presso un’altra sede lavorativa, a tutela della sua incolumità. 8 mag 2024 - Dopo essere stata assunta a tempo determinato, la dipendente è stata vittima di violenze, regolarmente denunciate, che l’hanno costretta a chiedere il distacco dalla propria sede lavorativa perché non si sentiva più al sicuro. Il Tribunale di Catania le aveva però concesso il distacco fino a settembre 2024. Nel frattempo, la donna aveva denunciato altri reati contro la sua persona e il ritornare nella sede assegnatagli avrebbe messo a serio repentaglio la sua incolumità. Per tale ragione si è rivolta allo studio legale Leone-Fell & C. per ottenere la necessaria tutela. “Vista la gravità della situazione, abbiamo inoltrato un’istanza al ministero di Giustizia – spiegano i legali Francesco Leone, Simona Fell e Davide Marceca ch

PENSIONI D'ORO: MOZIONE DEL M5S, UN ROBUSTO CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ IN FAVORE DELLE PENSIONI MINIME

Roma, 14/11/2013 - "L'alibi delle "facce di bronzo" da 40, 60 o 90mila euro non regge più. I pensionati d'oro si sono aggrappati finora alla storiella dei "diritti acquisiti", infiocchettata ben bene da quell'altra esclusiva casta di 15 mandarini dello Stato dirimpettai del presidente Napolitano sulla piazza del Quirinale: la Corte Costituzionale (450-500mila euro di stipendio l'anno a testa). Ora la balla viene spazzata via. Stop ai privilegi. Con la mozione del M5S si aggirano i rilievi di una sentenza del 2013 della Consulta e si chiede ai maxi-pensionati un robusto contributo di solidarietà in favore delle pensioni minime", si legge sul sito ufficiale del M5S Camera e Senato.

"Chi guadagna 30mila euro al mese ne prenderà per tre anni quasi 10mila in meno e vivrà bene lo stesso. Chi ne prende addirittura 90mila ne guadagnerà quasi 30mila in meno al mese e potrà comunque sbarcare il lunario. In compenso la mozione del MoVimento punta a ridare dignità ai pensionati minimi (495 euro al mese) con oltre 500 euro in più all'anno. E così si darà una mano anche alla ripresa dei consumi. La Consulta la smetta di difendere alcuni suoi membri, come Giuliano Amato. Nonno Mario ringrazia. Per tutti gli attivisti che vogliono diffondere la proposta del MoVimento 5 Stelle, ecco il kit dell'operazione Facce di bronzo".
Così si legge sul sito ufficiale del M5S.
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Mozione
La Camera,
premesso che:
- la questione delle pensioni d’oro è oggetto di accese discussioni sia fra i cittadini sia fra le forze politiche, senza che ad oggi si sia pervenuti ad una proposta risolutiva;
- un primo tentativo di intervenire con un prelievo straordinario di solidarietà è stato bocciato dalla Consulta che, con la sentenza 116/2013 depositata il 5 giugno scorso, ha dichiarato incostituzionale il comma 22- bis dell’art. 18 del Decreto Legge 6 luglio 2011, n. 98 recante “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, che aveva introdotto un “contributo di perequazione” nella misura del 5% sulla quota di assegno eccedente i 90.000 euro, del 10% per la parte eccedente 150.000 euro e del 15% per la parte eccedente 200.000 euro;
- in precedenza la Corte costituzionale, con la sentenza n. 241 del 2012 aveva già”bollato” e reso incostituzionale il prelievo sugli stipendi pubblici elevati, in quanto giudicato: “un intervento impositivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini”, poiché i provvedimenti colpivano i soli dipendenti pubblici, e non anche i lavoratori autonomi o privati, o i pensionati pubblici, lasciando indenni le altre categorie previdenziali;
- come si legge in ambedue le sentenze della Consulta: “Il risultato di bilancio avrebbe potuto essere ben diverso e più favorevole per lo Stato, laddove il legislatore avesse rispettato i principi di eguaglianza dei cittadini e di solidarietà economica” viceversa in conseguenza della sentenza della Consulta, lo Stato dovrà restituire circa 84 milioni di euro, con conseguente negativo sull’opinione pubblica;
considerato che:
- permangono i presupposti di eccezionalità della situazione economica, che avevano indotto il Governo, allora in carica, ad adottare il citato prelievo solidale, anzi oggi rispetto al 2011 la recessione si è acuita e la situazione dei conti pubblici italiani è peggiorata a causa del trend negativo di crescita del PIL;
- a maggior ragione necessitano maggiori risorse da destinare al sostegno delle fasce più deboli e resta inaccettabile che circa il 44% dei pensionati italiani, quindi oltre 7 milioni di cittadini, riceve oggi dall’Inps un assegno inferiore a mille euro mensili e, nel 13% dei casi, tale assegno non supera l’importo di 500 euro, mentre sussistono pensioni d’oro di importi mensili superiori a 20.000 euro fino al caso eclatante di euro 90.000 mensili;
- il ministro Enrico Giovannini ha espresso aperture in merito ad un ventilato prelievo sulle pensioni che superino una determinata soglia di importo, sostenendo che tale intervento “non porterebbe molti soldi, ma sarebbe una misura di giustizia sociale” (intervista sul Corriere della Sera) ;
- altresì il Ministro ha dichiarato la necessità di reperire risorse da destinare ai trattamenti pensionistici minimi;
ritenuto che:
- è inaccettabile giustificare giuridicamente i trattamenti pensionistici elevati di oltre 20 volte il trattamento minimo in quanto autorizzati da disposizioni di legge antecedenti, perché i suddetti presupposti giuridici non sono più adeguati al contesto economico attuale di grave depressione economica e le decisioni assunte in passato oggi minano il “patto sociale” fra i cittadini e consentono uno spreco di “risorse pubbliche” con grave danno sia per i pensionati che percepiscono il trattamento minimo, sia per le giovani generazioni colpite da tassi di disoccupazione ai massimi storici;
- è auspicabile, invece, sottoporre a valutazione i trattamenti pensionistici di elevato importo per evidenziare la quota di pensione imputabile agli effettivi contributi versati e la quota imputabile al sistema di calcolo retributivo, al fine di assumere decisioni politiche sulle cause degli eccessivi privilegi concessi prima della riforma del sistema pensionistico;
- un eventuale intervento normativo deve essere finalizzato a creare una maggiore equità nell’erogazione dei trattamenti di quiescenza, senza generare situazioni di disparità di trattamento non conformi ai principi della Costituzione;
- per l'anno 2013 l’importo minimo del trattamento corrisponde a euro 495,43 mensili;
- è opportuno consentire una equa e solidale progressività dell’imposizione sui redditi da pensione, applicando aliquote progressive in base alle classi di pensione mensile contenute nelle tabelle ufficiali dell’ISTAT per l’anno 2012;
- da proiezioni effettuate , si potrebbe realizzare un maggior gettito non inferiore a 1.142.061.790 milioni di euro (millecentoquarantadue milioni), da destinare all’aumento dell’importo dei trattamenti minimi, applicando le seguenti aliquote:
a) da 1 fino a 6 volte il minimo: aliquota 0,1 per cento;
b) da 6 fino a 11 volte il minimo: aliquota 0,5 per cento
c) da 11 fino a 15 volte il minimo: aliquota 5 per cento
d) da 15 fino a 20 volte il minimo: aliquota 10 per cento
e) da 20 fino a 25 volte il minimo: aliquota 15 per cento
f) da 25 fino a 31 volte il minimo: aliquota 20 per cento
g) da 31 fino a 39 volte il minimo: aliquota 25 per cento
h) da 39 fino a 50 volte il minimo: aliquota 30 per cento
i) oltre 50 volte il minimo: aliquota 32 per cento

impegna il Governo:

- previa valutazione dei contenuti della sentenza della Corte Costituzionale n. 116 del 3 giugno 2013, a valutare l’opportunità di applicare, per un periodo limitato di tre anni, sui redditi da pensione lordi annui un contributo solidale suppletivo applicando le indicate aliquote progressive differenziate in base alle classi di importo mensile percepito, al fine di riconoscere un aumento di 518 euro all'anno della pensione minima (ora consistente in euro 6.440,59 all'anno) di cui, in relazione agli ultimi dati aggiornati Istat 2011, potrebbero beneficiare circa 2.219.482 pensionati:


- a valutare l’opportunità di revisionare i trattamenti pensionistici erogati per prestazioni lavorative di elevato importo, al fine di adeguare i trattamenti medesimi alla effettiva contribuzione da parte del lavoratore beneficiario in quiescenza, riducendo la quota di trattamento acquisita in base al sistema retributivo, fissando per ciascuna forma di sistema un tetto massimo di pensione erogabile, onde evitare disparità eccessive nell’erogazione delle pensioni e tali da rendere il sistema iniquo ed oramai inaccettabile per i molti cittadini che vivono alle soglie della povertà, percependo pensioni minime di importo tale da non consentire nemmeno lo svolgimento di una vita dignitosa.

On.le Giorgio Girgis Sorial

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