Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

SCUOLA, LA SICUREZZA E LA CULTURA DEL CAPRO ESPIATORIO

09/11/2013 - Per capro espiatorio si intende l’animale o uomo capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale, per questo processo di trasferimento, ne viene liberata (anche capro emissario, nella Vulgata hircus emissarius, traduz. dell’ebr. ‘ăzā’zēl). Il nome deriva dal rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione (kippūr), quando un capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto (Lev. 16, 8-10; 26).
Questa trasmissione del male era conosciuta anche dai Babilonesi e Assiri, e dai Greci. Partecipando alla Messa i cattolici, forse senza riflettere molto, recitano le parole di Giovanni: “Ecce Agnus Dei, ecce Qui tollit peccatum mundi”. Operazione ingegnosa, che carica su un povero caprone i peccati di tutti, evitando di assumersi le dovute responsabilità.

In senso figurato, un “capro espiatorio” è qualcuno a cui è attribuita tutta la responsabilità di malefatte, errori o eventi negativi e deve subirne le conseguenze. La ricerca del capro espiatorio è l’atto di voler identificare irragionevolmente in una persona, un gruppo di persone, o una cosa la causa responsabile di gravi problemi, con il celato obiettivo di nascondere le vere cause o i veri colpevoli.
La ricerca del capro espiatorio è devastante perché la colpa è attribuita a un gruppo di minoranza, che trova difficile difendersi dalle accuse. Una tattica spesso impiegata è quella di caratterizzare un intero gruppo di individui per la condotta non etica o immorale di un piccolo numero di appartenenti a tale gruppo. Tra i soggetti usati come capri espiatori nel corso della storia troviamo ad esempio i neri, gli immigrati, i comunisti, i terroni, le streghe, i catari, gli ebrei, i matti, i lebbrosi, gli omosessuali, i disabili, gli zingari. Ora ci sono anche i presidi e i professori.

La condanna di tre docenti responsabili della sicurezza del liceo Darwin di Rivoli apre un problema di cui i giudici non hanno tenuto conto, ma di cui si dovrà occupare il Ministero: quanti insegnanti, d’ora in poi, saranno disponibili ad assumere incarichi nell’ambito della sicurezza per pochi spiccioli di fondo di istituto, ma con il rischio di finire in un’aula di tribunale e di essere condannati ad un paio d’anni di reclusione? Non è improbabile che, già dai prossimi giorni, in molte scuole italiane docenti e personale amministrativo si dimettano da incarichi in materia di sicurezza.

Né è da escludere un “effetto domino”: se in una scuola vi sono 3 docenti responsabili, in caso di dimissioni anche di uno solo di loro, le responsabilità verrebbero comunque a ricadere su coloro che restano in carica che vedrebbero così aumentare il proprio impegno.
È di questa settimana la notizia che il giudice Dario Gallo, del Tribunale di Termini Imerese, ha condannato la preside della scuola elementare Luigi Capuana, di Casteldaccia a 14.400 euro di risarcimento nei confronti di due studenti, feriti dalla caduta del cancello d’ingresso della scuola. La motivazione è che la preside aveva omesso la manutenzione del cancello. Assolto il tecnico del Comune. Ma il vero scandalo è che sia assolto il Governo Nazionale che si ostina a definire “Datore di lavoro” il preside, senza conferirgli alcun potere nei confronti del personale, infatti egli non ha alcuna influenza nelle assunzioni, nella valutazione, nel licenziamento. Dirò di più: docenti e bidelli sono presenti nel consiglio d’istituto con compiti di indirizzo e di controllo per cui siamo all’assurdo che il preside si trova ad assumere un ruolo subordinato nei confronti del personale. Come se nel consiglio d’amministrazione della Fiat sedessero impiegati e operai e non i rappresentanti di chi investe risorse nell’impresa.

Altro scandalo è dato dal fatto che questo datore di lavoro-capro espiatorio non riceve risorse per la manutenzione, per cui non si comprende come possa intervenire per sostituire un cancello o rifare un contro-soffitto che richiedeva tre tiranti a pannello e invece era stato installato con un tirante a pannello. È quindi assolto il Governo regionale che ripartisce alle scuole siciliane 32 mln di euro e ai centri di formazione 260 mln, lasciando le scuole persino nell’impossibilità di sostituire gli estintori scarichi, mentre consente ai CFP di dilapidare somme enormi consegnandole agli amici degli amici. La pesante riduzione dei fondi destinati al pagamento degli incarichi aggiuntivi sta rendendo sempre meno “appetibili” ulteriori impegni oltre a quelli contrattualmente dovuti.
Ma, se una buona percentuale di docenti dovesse rinunciare ad incarichi sulla sicurezza, l’effetto paradossale della sentenza di Torino sarà contrario a quello auspicato da più parti: la sicurezza nelle scuole, anziché aumentare, diminuirà ulteriormente perché non ci saranno più figure “sensibili” che potranno segnalare ai dirigenti scolastici i problemi su cui intervenire.
Insomma, la sentenza di Torino e quella di Termini Imerese potrebbero aprire una nuova stagione nelle scuole italiane con dirigenti scolastici sempre più oberati da impegni legati alla sicurezza della scuola e con sempre meno tempo e meno risorse per garantire che la scuola svolga la propria funzione educativa.

Roberto Tripodi
Presidente regionale ASASI

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