Sabato 28 dicembre all’istituto Cristo Re Il XXXIII convegno annuale di Caritas Messina
Messina, 24/12/2013 - “C’entriamo la periferia! Il coraggio di essere comunità cristiana educa alla carità” è il titolo del XXXIII convegno annuale della Caritas diocesana di Messina. Il convegno si terrà sabato 28 dicembre, a partire dalle ore 9, nel teatro dell’Istituto Cristo Re dei Padri Rogazionisti di viale Principe Umberto 89. Dopo il saluto dell’Arcivescovo di Messina, Mons. Calogero La Piana, e il saluto delle autorità, il Convegno vedrà la presenza del direttore della Caritas di Torino Pier
Luigi Dovis, da poco eletto membro della Presidenza di Caritas italiana, e si arricchirà di testimonianze portate in sala dalle comunità parrocchiali S. Pio X di Fondo Fucile, S. Lucia sopra Contesse, S. Gerlando di Lampedusa.
“Il tema che intendiamo approfondire – spiega il direttore di Caritas Messina, padre Gaetano Tripodo – è stato individuato sulla scia delle indicazioni pastorali di Papa Francesco e del Vescovo Calogero. La lettera che il nostro Pastore ci ha donato per l’anno in corso ‘Vedendo … glorifichino il Padre’ invita infatti a mettere al centro la bellezza della comunità cristiana quale mediazione significativa per imparare a vivere da cristiani e sollecita ad andare verso le periferie esistenziali assumendo lo sguardo di Cristo. Abbiamo dunque una sfida da affrontare: crescere come comunità che educano alla prossimità. Ed è a questa sfida che dedichiamo il nostro appuntamento annuale”.
“Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede: però tutti siamo invitati ad ascoltare questa chiamata: uscire dalla propria comodità ed avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”, ha detto Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium”.
“Le periferie, richiamate spesso da papa Francesco – scrive l’Arcivescovo di Messina, Mons. Calogero La Piana – non denotano solo un ambiente geografico, sono soprattutto spazi e vissuti esistenziali, rimandano alle diverse categorie sociali ignorate e abbandonate, alle tante forme di povertà e di fragilità umana, alle relazioni ferite, al vuoto e allo smarrimento di senso, alle sofferenze e alle malattie, alle ingiustizie e a tutte le forme di violenza e di oppressione. Le periferie sono anche tutte le realtà che tendiamo a non far entrare nel nostro campo visivo, che manteniamo sfocate, per impedire che disturbino le nostre sicurezze e i nostri progetti… la nostra azione pastorale deve farsi più vicina alla vita delle persone, attenta agli ambiti fondamentali intorno a cui si dispiega l’esistenza umana”.
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