In risposta al "Diario di bordo" pubblicato sulla Gazzetta del sud a pagina 14 in data 9 dicembre
Messina, 10/12/2013 - "Caro anonimo; non ti diamo del lei perché sin da bambini ci è stato insegnato che gli uomini, quelli veri, si prendono la responsabilità di ciò che fanno, senza nascondersi dietro una macchina da scrivere.
Capirai il nostro disappunto nel leggere il tuo "diario di bordo", che più che un articolo di giornale pare essere una considerazione superficiale e puerile. Ognuno di noi è infatti pronto a scommettere che al contrario di ogni giornalista che si rispetti tu, mio caro anonimo, ti sia seduto alla tua scrivania senza conoscere realmente i fatti. Non hai nemmeno fatto lo sforzo di cercare un dialogo costruttivo che noi avremmo sicuramente accolto a braccia aperte. È il secondo articolo che la gazzetta scrive su di noi. Eppure vi siete mai scomodati per venire a parlarCi?
No, le vostre sono considerazioni palesemente stereotipate e luoghi comuni. Tu non eri nemmeno a conoscenza del fatto che non c'è stata alcuna interruzione di pubblico servizio: la segreteria continua a funzionare e i docenti continuano con il loro normale orario di ufficio. E ti diremo di più; agli studenti bisognosi basta chiedere perché la lezione venga svolta regolarmente. Ci dici di tornare in classe: in classe ci siamo già. Ci siamo a scrivere quest'articolo, ci siamo a parlare di antimafia, ci siamo a fare corsi sulle tematiche più disparate. Ci siamo a formare i cittadini di domani, a differenza di un sistema scolastico controllato dai poteri forti di questa città.
Ti è anche evidentemente sfuggito che l'unica occasione in cui abbiamo "scomodato" le forze dell'ordine l'abbiamo fatto da cittadini minacciati; e oltre a essere intervenute prontamente, ci hanno garantito la loro piena disponibilità in caso di bisogno. Vorremmo capire perché nessuno parla di quello che facciamo realmente; delle conferenze, degli incontri, dei corsi autogestiti. Non rivendichiamo il diritto allo studio semplicemente protestando, ma lo facciamo facendo cultura di ogni genere. Allora, mio caro anonimo, ti invitiamo a venire a farci visita ufficiale; solo allora potrai parlare delle occupazioni. Il collettivo Seguenza"
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