1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

LAMPEDUSA: UNO SCANDALO MONDIALE, “INTOCCABILI” NONOSTANTE I GUAI CON LA GIUSTIZIA

Per il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano quanto accaduto a Lampedusa è «inammissibile, mettere in ombra l'impegno umanitario e solidale del nostro paese non si può accettare». Alla X conferenza degli ambasciatori alla Farnesina il Capo dello Stato ha detto che l'Europa deve «strutturarsi sempre di più dinanzi a prove di tragica attualità come quella del dramma migratorio di cui Lamapedusa è divenuta simbolo e voglio che simbolo sia soprattutto dell'impegno umanitario e solidale del nostro paese che non può essere messo in ombra e screditato da episodi inammissibili come quello venuto in questi giorni alla luce»

20/12/2013 - "Ex sindacalista Cgil e iscritto al Pci, Cono Galipò ha militato nel Psi, in Forza Italia, nella Margherita e infine nel Pd. Ma è in qualità di vicepresidente di “Sisifo” e amministratore delegato di “LampedusaAccoglienza” (di cui Sisifo detiene il 66,6%) che Galipò è entrato nel gotha delle cooperative sociali", scrive su Panorama.it di oggi Claudia Daconto.

Per Rachele Gonnelli, su L'Unità del 18 dicembre, ha "un nome strano, si chiama Cono Galipò, l’amministratore delegato della cooperativa che gestisce dal 2007 il centro di Lampedusa. Federata alla Legacoop e recentemente ribattezzata «Nuova Lampedusa Accoglienza», gestisce quello che il Centro Astalli chiama ora «un lager». In effetti tra le tag del succitato articolo di Panorama.it viene denominato 'Cano', ma deve trattarsi di un errore di battitura.

La faccenda di Lampedusa e della scabbia non ha risparmiato critiche all'imprenditore di Capo d'Orlando che rachele Golinelli considera "amico e collega di partito di Francantonio Genovese, il discusso armatore messinese del Pd, Cono ha fatto della gestione delle strutture di segregazione, ufficialmente di identificazione, degli immigrati «un business».

Tornando a Panorama.it, scrive Claudia Daconto: "Sotto la pressione di uno scandalo mondiale, adesso li hanno rimossi dai loro incarichi ma, per anni, i responsabili della cooperativa “LampedusaAccoglienza”, quella che gestisce i servizi all'interno del Cie di Lampedusa, sono stati considerati degli “intoccabili”. Nonostante i guai con la giustizia.

Quella aperta dalla Procura di Agrigento, per ora contro ignoti, per i reati di violenza privata e maltrattamenti non è infatti la prima inchiesta che investe l'operato dei dirigenti di questa società che da cinque anni – dopo aver vinto la gara con un ribasso del 30% – gestisce il Centro di soccorso e prima accoglienza (Cspa) dell'isola siciliana, primo approdo di tanti disperati in fuga dalle loro vite di miseria.

Qualche anno fa, infatti, l'amministratore delegato di “LampedusaAccoglienza”, Cono Galipò, fu rinviato a giudizio dalla Procura di Patti per il reato di “truffa aggravata continuata” in qualità di rappresentante legale di "Sisifo" nella gestione delle sue strutture per l’accoglienza di immigrati a S. Angelo di Brolo, in provincia di Messina.

Rachele Gonnelli su L'Unità del 18 dicembre 2013 -  «Ha un nome strano, si chiama Cono Galipò, l’amministratore delegato della cooperativa che gestisce dal 2007 il centro di Lampedusa. Federata alla Legacoop e recentemente ribattezzata «Nuova Lampedusa Accoglienza», gestisce quello che il Centro Astalli chiama ora «un lager». Siciliano di Capo d’Orlando, amico e collega di partito di Francantonio Genovese, il discusso armatore messinese del Pd, Cono ha fatto della gestione delle strutture di segregazione, ufficialmente di identificazione, degli immigrati «un business».


"Eppure lui dice che «se fosse per me, io, la legge Bossi-Fini, la abolirei, anche se andrebbe comunque sostituita da risposte concrete». Il business, è previsione facile, andrebbe solo rimodulato. Galipò con un’altra società gestisce anche il Cara di Mineo, quello dove solo pochi giorni fa un giovane di 21 anni si è ucciso dopo aver troppo lungamente atteso una risposta alla sua domanda di asilo in Italia. Suicidio per troppa attesa o troppo cattive condizioni di vita, senza aver fatto nulla di male."

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