1° Maggio: «Festa del Lavoro», la filastrocca di Mimmo Mòllica

1° Maggio Festa del lavoro. La «Filastrocca del Lavoro» di Mimmo Mòllica racconta in versi e strofe questa importante ricorrenza. E noi la proponiamo a grandi e piccini per celebrare la «Festa del Lavoro e dei Lavoratori».  «Filastrocca del lavoro» di Mimmo Mòllica   Caro babbo che cos’è il lavoro? dei bambini domandano in coro a un papà stanco e pure affannato, dal lavoro appena tornato. Ed il babbo risponde a fatica «serve a vivere, è una regola antica». Ed aggiunge: «… ed inoltre, sapete il lavoro è passione, è volontà e decoro». «E che cosa vuol dire decoro?», ribatterono subito loro. «È nell’opera di un falegname, è Van Gogh, è in un vaso di rame». «È Geppetto e il suo pezzo di legno, è Pinocchio, è Collodi e il suo ingegno, è donare qualcosa di noi senza credersi dei supereroi». «È costruire un gran bel grattacielo, è Gesù quando spiega il Vangelo, compiacersi di quello che fai, è dolersene se non ce l’hai!». Però un tipo iniziò a blaterare: «È pagare la gente per non lavorare, s

OCCUPAZIONE SCUOLE & SEDUTE SPIRITICHE: LA BARONESSA DI CARINI SI RIVOLTA NELLA TOMBA?

* Alla Redazione della Letterina
19/12/2013 - Non sono solito leggere la “letterina”, tuttavia sono stato affettuosamente spinto a farlo da un amico che mi ha segnalato che venivo ivi citato (forse “malamente”?) e che era opportuno un mio chiarimento. Per chi non ha letto la “letterina” n. 382 del 12 dicembre 2013 preciso che la redazione, nel corso di una seduta spiritica, avrebbe intervistato la signora Laura Lanza, più famosa come la Baronessa di Carini, intrattenendola ad esaminare la situazione delle Scuole siciliane.
In tale occasione la signora Laura Lanza, sconsolata, avrebbe detto: “Ho visto che l’USRS ha convocato i presidi per affrontare i problemi dell’occupazione delle scuole e il vicario dott. Zanoli ha detto loro “dovete dialogare con gli occupanti, potreste portare loro i cornetti. Perché a inizio d’anno non programmate le modalità dell’occupazione? Ho visto “i presidi allibiti, scoraggiati, confusi”.

Forse il termine “signora” non è appropriato riferendosi ad una baronessa, ma io, che non ho dimestichezza né con le sedute spiritiche né tantomeno coi salotti nobiliari, userò questo termine forse più plebeo ma certamente democratico, sperando che la baronessa non se ne abbia troppo a male. Capirete poi il mio imbarazzo: per cultura, oltre che per educazione, sono abituato a dire “evidentemente non mi sono spiegato bene”, al posto del più comune “non hai capito ...”; ma in questo caso mi verrebbe proprio di dire “non ha capito nulla!”. Ma come si fa a rivolgersi in questo modo allo spirito di una signora tragicamente scomparsa proprio in questi giorni di 450 anni fa, alle cui vicende tutti ci siamo commossi, almeno a seguito della mirabile narrazione teatrale di Toni Cucchiara?

Del resto, rifletto, nessuno dei partecipanti all'incontro del 28 novembre, in cui abbiamo affrontato la problematica relativa alle agitazioni studentesche, ha avvertito la “presenza” della signora Laura Lanza, Baronessa di Carini. Pertanto, deduco, qualcuno le ha riferito ciò che avrei detto. Ed è a quel qualcuno - probabilmente distratto durante l'incontro - che debbo dire “evidentemente non mi sono spiegato bene” (ritorna la mia educazione!).

Ed infatti in quell'incontro, dopo aver più volte riaffermato l'esigenza di non interrompere il dialogo con gli studenti, ho condiviso con i presenti l'emozione della sera precedente, quando avevo avuto il privilegio di partecipare all'intitolazione dell'Aula Magna dell'Università “S. Silvia” LUMSA di Palermo al Prof. Francesco Teresi. Io non ho avuto la fortuna di conoscere il Prof. Teresi, ma l'ho conosciuto attraverso le parole di chi lo ha frequentato. In particolare la figlia ha ricordato quanto egli fosse vicino ai suoi studenti, e quanto soffrisse quando essi, occupando l'Università, rinunziavano a molte opportunità formative, costringendo a tali rinunzie anche chi non aderiva all'occupazione.

E ci ha confidato che era tanto vicino agli studenti ed aveva un così bel rapporto con essi che, pur rammaricato per il loro comportamento, spesso la mattina portava loro i cornetti per la colazione, fermandosi con essi a discutere sulle occupazioni, rispettandoli e ricevendo rispetto. Citando questo episodio ricordo di aver detto: “non vi dico di portare i cornetti, ma di fare di tutto per tenere aperto il dialogo con i vostri studenti”.

Ovviamente non ho detto “Perché a inizio d’anno non programmate le modalità dell’occupazione?”; sarebbe stata un'offesa all'intelligenza dei presenti, oltre che alla mia. Né ho visto “i presidi allibiti, scoraggiati, confusi”, anzi i molti che hanno capito hanno sorriso alla battuta, ed alla fine tanti si sono avvicinati per ringraziarci per l'incontro, ritenuto proficuo quanto meno per la possibilità di affrontare insieme il problema e condividere le azioni da seguire.
Forse per questo l'iniziativa dell'U. S. R. non è piaciuta alla signora Laura Lanza, Baronessa di Carini, o a chi le ha riferito.

Raffaele Zanoli
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Redazione de “La Letterina”
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