Appalti pubblici, Antoci dopo il caso Palermo: "La digitalizzazione degli appalti non diventi una nuova zona grigia del malaffare”

SANITÀ E APPALTI DIGITALI, L’UE CHIAMATA A CHIARIRE DOPO IL CASO PALERMO.  Antoci: “La tecnologia negli appalti pubblici deve rafforzare la trasparenza, non renderla aggirabile.  La digitalizzazione degli appalti   deve diventare garanzia di integrità, non una nuova zona grigia dove il malaffare si reinventa.”   Bruxelles, 11/04/2025 – Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Palermo ha svelato un inquietante meccanismo di manipolazione delle gare pubbliche gestite attraverso piattaforme digitali. In particolare, un funzionario dell’Arnas Civico, con la complicità di soggetti privati, avrebbe eluso i controlli del sistema telematico di gara, suggerendo modifiche tecniche a un’impresa per farle ottenere l’appalto, in violazione della normativa e dei principi di imparzialità e concorrenza. Di fronte a questo allarmante caso, l’europarlamentare Giuseppe Antoci ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea per chiedere quali misure intenda adotta...

TARES A MESSINA: “DOPO IL CAOS OCCORRE LA CHIAREZZA NON FORNITA DALLE ISTITUZIONI”

Dopo il caos cittadino scatenatosi con l'arrivo della Tares, è ora necessario fissare alcuni punti fermi e fare quella chiarezza che non è stata fornita dalle Istituzioni
Messina, 15/01/2014 - La tassa prevede il ribaltamento sui cittadini di tutti i costi del servizio (disposizione, comunque, già inserita nel Decreto Ronchi del 1997). Ciò che non prevede è che si ribaltino i debiti pregressi: infatti la Tares2013 copre "solo" il costo del servizio 2013, non già quanto non versato nelle annualità precedenti.
Sul punto, l'Amministrazione ha avuto modo di confondere le acque: certo, la gran parte dei costi del servizio è stata generata dalla struttura di costi ereditata dalle gestioni precedenti, ma è anche vero che tali costi imputabili al servizio per l’anno 2013 sono perfettamente in linea con i corrispettivi di altre città italiane simili a Messina per numero di abitanti. Come mai, allora, i messinesi sono obbligati a pagare quasi il doppio per un servizio scadente e precario?

La risposta è semplice: perché in un conto economico non ci sono solamente costi (che, ripetiamo, sono in linea con altre realtà) ma anche i ricavi (non solo quelli derivanti indirettamente dalla Tares). Messinambiente è riuscita ad incassare dal Conai (consorzio privato per la gestione della filiera degli imballaggi) meno di 100.000€, a fronte dei 4/5 milioni di altre città con più di 240.000 abitanti. RicicliAMO Messina, progetto presentato all'Amministrazione a luglio, garantisce incassi maggiori di quelli oggi offerti dal Conai (in altre parole, minori costi da ribaltare ai cittadini).

In più, garantisce un netto innalzamento della differenziata (con i conseguenti risparmi in termini di conferimento in discarica): quest'ultima garanzia, abbastanza evidente, è data dalla previsione di pagamento in contanti ai cittadini dei rifiuti differenziati. E' vero, come è stato sostenuto dall'Amministrazione, che il Comune di Messina è stato obbligato ad introdurre la Tares, ma è anche vero che ha sul tavolo una soluzione, a costo zero per la casa comunale, già da 7 mesi. A nostro avviso (ma in questa convinzione non siamo evidentemente soli) avrebbe dovuto accelerare l'iter per la realizzazione di RicicliAMO Messina e non metterlo in stallo, come invece è avvenuto, mentre negli ultimi 7 mesi ci è stato detto di aspettare il tavolo tecnico più volte.

Il termine "dovuto" non è casuale: un no a RicicliAMO Messina (o comunque l'ostracismo finora dimostrato) non comporta solamente responsabilità politiche e sociali, ma ne comporterebbe anche di civili e penali, posto che si impedirebbe la libera concorrenza tra privati (ovvero tra RicicliAMO Messina e Conai). Non è stata sposata e spinta un'idea che manterrebbe la ricchezza in città e creerebbe un centinaio di nuovi posti di lavoro. Perché? Siamo ancora in attesa delle dovute risposte e del famigerato tavolo tecnico. Queste sono, a nostro modesto avviso, le responsabilità dell'attuale Amministrazione: temi e responsabilità che non è più possibile procrastinare, se non vogliamo che anche il 2014 sia gravato da costi del servizio sempre più alti e ricavi sempre più bassi.

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