Ponte sullo Stretto: da sì al ponte a no al ponte è un attimo

Da sì al ponte a no al ponte è un attimo: basta che De Luca lo richiami all'ordine e il sindaco di Messina Federico Basile, obbedendo agli ordini di scuderia, rinnega una parte importante del proprio programma elettorale”. Roma, 23 aprile 2024 -  Così gli ingegneri Giacomo Guglielmo e Mauro Fileccia, fondatori insieme al senatore Nino Germanà del Comitato Ponte e Libertà.  " Ma una città come Messina, con un futuro tutto da disegnare, può accettare che il proprio sindaco sia teleguidato per gli interessi elettorali di chi non ha completato il proprio mandato per inseguire il sogno, poi infranto, della presidenza della Regione Siciliana? - incalzano Guglielmo e Fileccia. Altro aspetto sconcertante è quello della “preoccupazione” di Basile per la quantità di acqua necessaria per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un aspetto squisitamente tecnico, che però non ha sfiorato Basile se riferito al fabbisogno dei cantieri del passante di Palermo, del raddoppio ferroviario Messina

TERREMOTO DEL BELICE, NEL 46° ANNIVERSARIO GLI INDIPENDENTISTI DEL FNS RIPROPONGONO IL MODELLO GIAPPONE

Nella ricorrenza del 46° anniversario del terremoto che colpi’ la Valle del Belice, gli indipendentisti Fns ripropongono il modello antisismico del Giappone ed il “cambiamento” della classe politica dominante in Sicilia
Palermo, 16/01/2014 - Nel ricordare le 385 vittime e gli immensi disastri provocati dal terremoto del 15 Gennaio del 1968, il cui epicentro fu nella Valle del BELICE, gli Indipendentisti FNS ritengono doveroso stigmatizzare il fatto che, - a distanza di tanti anni la “Questione Belice” non sia stata adeguatamente affrontata né SUPERATA.

La tanto attesa “RICOSTRUZIONE”, - anche se non priva di punte di eccellenza, - non è stata completata come avrebbe meritato (e meriterebbe) che lo fosse. Anche in termini di RIPRESA economica, di produttività e di occupazionalità oltre che di “servizi”. Temiamo che sia stato trascurato persino il raggiungimento dell’ambizioso obiettivo di un grande RECUPERO culturale – etnologico – artistico – architettonico, la cui salvaguardia è fondamentale quantomeno nelle testimonianze più significative della “ CIVILTA’ ” che per millenni aveva caratterizzato l’intera area. E che, oggi, continuando di questo passo, è a rischio scomparsa.
*** *** ***
Si deve altresì programmare un FUTURO migliore attraverso l’adozione di una specifica strategia per lo sviluppo economico e per la migliore qualità della vita.
*** *** ***
Il terremoto del 1968, come quello di Messina del 1908 o come i tanti terremoti succedutisi, fino ai nostri giorni, non hanno, però, scosso, dal torpore, in materia la classe politica ed i partiti dominanti in Sicilia, che sono notoriamente in tutt’altre faccende affaccendati…
E che comunque persistono nella PRASSI di ricorrere ai pannicelli caldi ed ai provvedimenti amministrativi e legislativi, improvvisati di volta in volta, per affrontare le EMERGENZE nelle “zone” più direttamente coinvolte nei veri SISMI e DISASTRI AMBIENTALI.
Continuano a mancare quindi le misure, i mezzi e le professionalità – e spesso il supporto scientifico – necessari per la prevenzione e per gli interventi di soccorso e di ripristino della normalità.
Si avverte ormai come impellente la necessità di una grande RIVOLUZIONE CULTURALE (e politica) che ci allinei ai Paesi più moderni e soprattutto al GIAPPONE.
In quest’ultimo Paese, infatti, i terremoti, anche di maggiore intensità di quelli sopra richiamati, non provocano più i danni ed i disastri che invece noi piangiamo in Sicilia. Ciò, grazie ad una legislazione organica e specifica ed a una mentalità diversa da quella del SOLONI POLITICI di casa nostra.
*** *** ***
A questo punto il Popolo Siciliano deve prendere coscienza del fatto che, con questa CLASSE POLITICA e con le forze politiche che la sostengono, non si và da nessuna parte.
E’ necessario un rinnovamento proteso a far si che i problemi di carattere generale, di pubblico interesse, che bruciano sulla pelle del Popolo Siciliano trovino soluzioni prioritarie ed adeguate. Ad iniziare dalla terra che ci TREMA sotto i piedi.
Ma per arrivare a questi risultati occorre appunto che in Sicilia vi sia una vera classe politica dirigente, capace, onesta ed in grado di assumersi le responsabilità e che sia al servizio del Popolo Siciliano e della Sicilia.
Occorre cioè che finalmente l’ASCARISMO politico, che domina in Sicilia dal 1860, vada fuori da Sala d’Ercole e dalle alte istituzioni rappresentative.
Niente lacrime di coccodrillo, pertanto, ma fatti concreti.

Commenti