Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

DIRIGENTI SCOLASTICI PRIVATI DEL “TEMPO DEL SERVIZIO”, IL CONTRATTO SACRIFICA IL TEMPO PERSONALE


L’abbondante produzione mediatica di articoli e video e talk show televisivi, focalizzati tutti finalmente sulla riforma della dirigenza statale e sugli stipendi dei manager e dei dirigenti pubblici, sta mettendo in luce tutte le distorsioni e le ingiustizie che vi sono nel sistema costruito negli ultimi 50 anni da una politica fallimentare,rapace e corrotta
Palermo, 03/04/2014 - In una di queste rubriche televisive, “Uno Mattina” del 24 marzo 2014, abbiamo avuto modo di apprendere dal Segretario Generale Unadis Barbara Casagrande, un sindacato dei dirigenti ministeriali, che i presidi di 2 fascia in servizio sarebbero 15.000 e percepirebbero una retribuzione annua lorda di 80.000 euro, addirittura superiore alla retribuzione media dei dirigenti di seconda fascia dei ministeriali pari secondo le slides presentate a 75.000 euro!

Allibiti da queste dichiarazioni, palesemente errate, ci siamo subito premurati a smentire preoccupati del fatto che se un sindacato importante dei ministeriali, che partecipa ai tavoli contrattuali, non conosce la situazione professionale e stipendiale dei dirigenti scolastici, siamo imbottigliati in un vicolo cieco.
È noto a tutti che i dirigenti scolastici in servizio sono attualmente 8.191 e la loro retribuzione media è di 56.566 euro cosi ripartita: Tabellare 43.310,90; Retribuzione posizione fissa 3.556,68; Retribuzione media di posizione variabile 8.000; Retribuzione media di risultato 1700.

La retribuzione dei dirigenti scolastici è quindi inferiore rispetto a tutte le retribuzioni medie di tutte le aree dirigenziali determinando una insopportabile sperequazione a danno degli stessi.
A titolo esemplificativo. Lo stipendio tabellare base annuo dei ministeriali, degli universitari e dei dirigenti scolastici è lo stesso e cioè di 43.310,70 in ossequio al ruolo unico di appartenenza.
La retribuzione di posizione parte fissa per i ministeriali e per gli universitari è 12.155,61, mentre per i presidi è di 3.556,68.

La Retribuzione di posizione parte variabile per i ministeriali è in media di 27.719,39, gli universitari incassano 33.569,7 mentre i presidi al massimo 10.025,63 e in media 8.000.
La Retribuzione di risultato per i ministeriali è di 39.768,00, gli universitari incassano in media 15.879 mentre le briciole vengono assegnate ai presidi, al massimo circa 3.000 euro in media 1.700.
E qui gli ispettori recuperano in media sugli universitari circa 23.889. La differenza tra ministeriali Area I ed presidi Area V si colloca intorno ai 35.000 euro, ragionando naturalmente sulla media.
La classifica vede in testa gli ispettori ministeriali, seguono poi gli universitari con un distacco di 18.039 e fanalino di coda i presidi con 35.000 euro di distanza dai primi.

Analogo risultato si ottiene se confrontiamo la situazione con le altre aree; negli Enti Locali per esempio il diffe-renziale a sfavore del preside è in media di 36.000 euro.
E così via per tutte le aree dirigenziali di 2 fascia.
La retribuzione di posizione e di risultato serve a compensare la complessità e gravosità dei compiti e funzioni loro assegnate. Conoscono i colleghi dirigenti delle altre aree che i presidi subiscono contratti mortificanti se confrontati con la dirigenza di 2° fascia dei ministeriali,commisurati al peso di responsabilità gestionali, sotto il profilo del diritto civile, penale, del lavoro e amministrativo?

I dirigenti della scuola vengono mortificati in questi ultimi anni dai concorsi di cui pagano i “difetti di trasparenza e legittimazione” che non sono dipesi da loro.

I dirigenti della scuola sono invischiati da una burocrazia complessa, legata ad un apparato centrale e periferico (MIUR, USR e USP) che entra in contraddizioni continue, non è collegato e non ragiona in rete, non ha le competenze necessarie e finisce con il rendere inattuabile anche l’azione più semplice; una legislazione contorta tra richiami a norme da interpretare e aggiornamenti di norme di difficile e immediata attuazione; una mancanza di supporti necessari ad evitare contenziosi; un difficile rapporto con l’Avvocatura dello Stato, spesso assente o tardiva; una autonomia in ritardo, tra responsabilità delegate e vincoli sindacali che hanno privilegiato i diritti alienando i doveri; una desueta distribuzione di responsabilità e di rappresentatività in OOCC così come pensati nei decreti delegati del 1974.

I dirigenti della scuola rispondono di risultati su interventi deliberativi in cui non decidono direttamente, su strutture edilizie che non garantiscono sicurezza e salute, su esiti del servizio pedagogico didattico di cui è il Collegio dei docenti che ha una presunta delega affidata; della formazione professionale del personale che non ha l’obbligo di aggiornarsi; di gestione per via telematica, insufficiente e inserita in programmi complessi e spesso inefficienti e non funzionanti; di organizzazione del personale docente in un quadro di organici assegnati tardivamente.

I Presidi si trovano di fronte a personale dipendente da sostituire se utilizzato altrove ma solo dopo il 31 dicembre dell’anno scolastico in corso; da supplire senza certezze di fondi se assenti a vario titolo e con procedure dispendiose in termini di tempo e di costi, vincolate a diritti presunti del lavoratore e mai a diritti dello studente, sempre a rischio di contenziosi.

Il Preside ha l’incombenza di garantire il lavoro collegiale, specie in consigli di classe, all’interno di un calcolo di ore complessive da non superare pur dovendo convocare anche consigli straordinari se per motivi disciplinari e per coordinamenti della didattica; di organizzazione del personale ATA, assegnato tardivamente, da sostituire se utilizzato altrove, da supplire senza certezze di fondi se assenti a vario titolo, in numero insufficiente rispetto ai carichi di lavoro, calcolato ancora secondo vecchi parametri risalenti ai D. D., senza obbligo di formazione pur in presenza di competenze non aggiornate.

I dirigenti della scuola sono stati privati del “tempo del servizio” perché il contratto omnicomprensivo sacrifica il tempo personale, non consente di “misurare” l’impegno professionale dovuto e quello straordinario o eccedente reso necessario dalle incombenze assegnate; del “valore del servizio” perché il contratto omnicomprensivo sacrifica la possibilità di “apprezzamento” dell’ordinario e dello straordinario, nella proposizione di rete di territorio e con il territorio, di coordinamento dell’obiettivo territoriale del servizio, mai a conoscenza degli obiettivi dell’incarico della direzione regionale, mai in un rapporto di sistema con la stessa direzione; della “certezza” finanziaria del servizio, alla rincorsa di bandi su cui avviene la selezione: in base a progettualità non dipendenti dal dirigente ma dal Collegio dei docenti, a rischio di attuabilità se finanziati, perché condizionati dalla “disponibilità” ad effettuare orario aggiuntivo di lavoro da parte di docenti e di personale ATA.

Tutto questo è ignoto al dirigente amministrativo di 2 fascia di un Comune o di una Regione o di un ente ospedaliero che sta dietro un tavolo a coordinare tre segretarie e a alzare un telefono.
Quindi ruolo unico e stipendi perequati tra tutte le aree dirigenziali, con tetti estesi anche alla retribuzione di posizione e di risultato, abolendo il FUN, Fondo Unico Nazionale, dell’area V e costituendo un unico FUN per tutte le aree con criteri trasparenti e operativi per l’assegnazione della retribuzione di posizione e di risultato secondo parametri chiari e reali, eliminando le finzioni sulla valutazione dei risultati e degli obiettivi dirigenziali.
Unificazione della dirigenza di 1 e 2 fascia in un ruolo unico effettivo riducendo l’assurda forbice retributiva tra 1 e 2 fascia, punendo quelle Regioni che hanno istituito la ridicola 3 fascia dirigenziale basata sul nulla e sulla clientela.

Abolire dal vocabolario sindacalese il principio dei “diritti acquisiti”, sempre a vantaggio dei più forti e basta più rimandare di contratto in contratto l’adeguamento stipendiale per mancanza di “risorse fresche”, che non ce ne sono state in passato e non ce ne saranno più in futuro.
Dopo 14 anni i presidi non possono e non vogliono più aspettare e non vogliono che si sciupi questa occasione irripetibile della spending review per abbattere un sistema iniquo e costruirne uno nuovo dalle fondamenta.

Salvatore Indelicato
Vicepresidente regionale ASASi
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