Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

MILAZZO, L’AMMINISTRAZIONE RISPONDE A MARANO SULLE FUGHE DI INCONTROLLATE DI GAS

Milazzo, 2/4/2014 - L’Amministrazione comunale ha risposto all’interrogazione presentata dal consigliere comunale Giuseppe Marano relativa al ripetersi di fenomeni improvvisi di emissioni fuggitive ed incontrollate di gas. In quattro pagine si riscontrano tutte le osservazioni del consigliere e si afferma “ in piena ed assoluta coscienza, che nella materia affrontata, non si è denunciato perché non si ha niente da sottoporre alla magistratura, non avendo riscontri né notizie di reati e/o di fatti delittuosi di sorta, il cui ricorrere
avrebbero, in piena autonomia di decisione, già mosso lo scrivente ad intervenire nella veste di autorità sanitaria preposta ed avrebbero trovato come ulteriore e necessario corollario la denuncia alla magistratura”.

La risposta dell’Amministrazione all’interrogazione.

C I T T A' D I M I L A Z Z O

Prot. n. 125/ 14993 lì, 02.04.2014
OGGETTO: Nota dei VERDI di Milazzo ad oggetto: “Interrogazione con risposta scritta e
Accesso agli Atti della Corrispondenza” per fenomeni improvvisi di emissioni fuggitive ed
incontrollate di gas.
Riscontro.

Alla Segreteria Politica
dei Verdi
Al dr. Giuseppe Marano
All’Autorità Territoriale di Governo-
Prefetto di Messina
Alla Provincia Regionale di
Messina U.D. Ambiente e
Politiche Energetiche
Alla Procura della Repubblica di
Barcellona P.G.

Confermando tutte le obiezioni già svolte con nostro precedente riscontro che prendeva in
esame la richiesta del 12 febbraio 2014 acquisita al prot. 7029/13.02.2014, a firma del dr.
Giuseppe Marano Consigliere Comunale che ivi si qualifica Capogruppo dei Verdi di Milazzo, nel
sollecitare il redattore della nota a rendere note le sue generalità, si ha ora riguardo ad ulteriore e
successiva richiesta che interroga lo scrivente circa i fenomeni improvvisi di emissioni fuggitive ed
incontrollate di gas a fronte dei quali si sarebbero verificati malesseri tra docenti e alunni
dell’Istituto d’Arte che sarebbero ricorsi alle cure del pronto soccorso.
Invero i quesiti formulati sono del seguente tenore testuale:

1-“Quali tipi di provvedimenti la S.S. ha determinato per tutelare la salute degli studenti e dei
docenti appartenenti al suddetto complesso scolastico;
2-Se esiste corrispondenza tra la dottoressa Delfina Guidaldi, la S.S. e la procura di Barcellona
sui fatti in premessa; Se ne chiede copia;

3-Se la S.S., una volta conosciuti, ha esposto i fatti summenzionati al Procuratore della
Repubblica competente per territorio affinché questi possa assumere le determinazioni di propria
competenza in merito alla verifica della sussistenza di eventuali fattispecie di reato, alla
individuazione degli eventuali soggetti responsabili ed alla loro punizione di legge”.
Con riguardo al primo quesito, preliminarmente, anche a rischio di apparire ridondanti, ma a ciò
ci obbliga l’interrogazione proposta, si pone in evidenza che eventuali provvedimenti comunali e
nello specifico del Sindaco, nella veste di Autorità Sanitaria investita del potere di affrontare le
emergenze sanitarie onde fare fronte a situazioni impellenti ed imprevedibili a carattere locale, con
potere di imporre “misure extra ordinem” e dunque ai termini dell’art.217 del Regio Decreto
27.07.1934 n.1265, meglio noto come testo unico delle leggi sanitarie, abbia necessità di avere
conferma e supporto tecnico-scientifico da parte degli Organi Sanitari preposti e/o dell’ARPA ,
che acclari l’esistenza di un nesso di causalità/effetto, tra i fatti accaduti -effusioni maleodoranti che
soltanto Ella definisce emissioni fuggitive ed incontrollate di gas- ed i sintomi patologici cui si
accenna, sul cui aspetto si riferirà in seguito.

Al momento ci rifaremo al contenuto di precedente nostro riscontro, richiamato in premessa, in cui
si dava conto del fatto che, a parte le note degli Uffici competenti rationis materiae, puntualmente e
ritualmente rivolte ai soggetti “ipoteticamente responsabili” , quali la direzione della Raffineria di
Milazzo, l’Edipower, la Capitaneria di Porto, anche con distinte note raccomandate del Sindaco del
07.11.2013 con il n.341/48518 del prot. e del 16.12.2013 con il n.398 del prot. si invitavano tutti
gli organismi preposti al controllo ed alla tutela ambientale e sanitaria, di livello locale e regionale, a
trasmettere il formale parere di competenza, nella occasione richiesto espressamente ai sensi
dell’art.16 della Legge 241/1990 (legge fondamentale sul procedimento amministrativo) , necessario
ai fini della eventuale adozione delle ordinanze ai termini del testo unico delle leggi sanitarie anzi
richiamato.

L’adozione dei provvedimenti che Ella sollecita e che trovano il presupposto ordinamentale e
previsione nella indicata fonte normativa, avendo riguardo a diffusa se non costante ed autorevole
giurisprudenza amministrativa, necessitano da un lato che risulti accertato in modo puntuale,
ancorché in summis, il ricorso dell’emergenza sanitaria e/o ambientale, anche ai fini della salubrità
ambientale per il ripetersi delle effusioni maleodoranti, dall’altro che risulti individuata con certezza
la fonte da cui promanano.

Invero si è rilevato che anche chi denuncia detti fenomeni, solo in via di presunzione li
attribuisce al polo industriale, mentre, si ribadisce, necessita averne certezza e prova.
L’obbligo di adempiere nei termini richiesti può, dunque, confermarsi solo in presenza del
necessario riscontro tecnico-scientifico (che rappresenta la dovuta motivazione dell’atto) e non in
vista di una ipotesi presuntiva, ancorché la stessa apparirebbe plausibile.

Si è dato, peraltro, conto che, a seguito delle superiori richieste e sollecitazioni, rappresentanti
dell’ente locale, in data 29.01.2014 sono pervenuti ad un formale incontro presso il Dipartimento
Regionale ASOE , in presenza dell’ASP di Messina, nel corso del quale gli stessi rappresentanti
della sanità siciliana, hanno chiarito che, a livello locale, risultano essere state effettuate numerose
indagini sulla popolazione, distinte per fasce di età, per specifiche patologie e categorie di
popolazione a rischio e che i risultati degli studi condotti sui registri di mortalità e sulle schede di
dimissione ospedaliera danno atto di quanto segue “ L’analisi della mortalità per tutte le cause e per
tutti i tumori considerati nel loro insieme non evidenzia né tra gli uomini né tra le donne decessi
statisticamente significativi per entrambi i livelli di confronto locale e regionale” e parimenti
l’analisi delle morbosità (individui ricoverati) “…non evidenzia aumenti statisticamente significativi
per entrambi i generi su entrambi i livelli di confronto (locale e regionale)” .

La rappresentata situazione che certamente non rimanda alla sussistenza di alcuna emergenza
ambientale e sanitaria né al fatto che i malesseri denunciati siano certamente e direttamente
ascrivibili ad attività del polo industriale, non può, allo stato, ritenersi modificata dal fatto che il
fenomeno delle effusioni maleodoranti si sia ripetuto. Il rischio, come già rilevato, risulterebbe
quello di adottare provvedimenti illegittimi, se non perseguibili penalmente oltrechè civilmente.
Ella sicuramente comprenderà che un qualunque provvedimento del Sindaco che, nella veste
precisata, dichiarasse lo stato di emergenza sanitaria e/o ambientale e vieppiù imponesse misure
volte ad interrompere sospendere o limitare l’attività del polo industriale, laddove non corroborato
da un analisi attenta e circostanziata, risulterebbe anche arbitrario e dannoso per il Comune che ne
dovrebbe sopportare le conseguenze negative in termini di apertura di sicuro contenzioso non di
poco conto ma anche per quanti, quali che siano le valutazioni politico-ambientali sulla presenza e
sugli effetti della realtà industriale nel nostro territorio, trovano occupazione e lavoro all’interno
della raffineria.

Per ciò che concerne i possibili malesseri cui Ella accenna nella sua interrogazione che comunque
si dimostra nel presente profilo assolutamente generica e priva di elementi concreti, si riferisce che
questo Sindaco con sua nota del 26.02.2014 acquisita ai nn.57/9714 del prot. ha richiesto formale
informativa alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Milazzo, per guisa di cui, nel pieno rispetto
del diritto alla riservatezza tutelato dalla legge 675/1996, si chiedeva di conoscere :
-il numero dei casi che nelle date segnalate (31.01.2014 e 10.02.2014) erano ricorsi alle cure
dell’autorità sanitaria locale;

-quali sintomi siano stati lamentati;
-quali siano state le diagnosi al momento delle dimissioni.
La nota di cui anzi è tuttavia rimasta priva di riscontro, circostanza questa per la quale si ritiene di
dovere sollecitare la direzione sanitaria preposta con atto formale di diffida e messa in mora.
Sulla questione, vale, tuttavia, riferire che da informazioni pervenute per via informale, risulterebbe
che soltanto una studentessa sia ricorsa alle cure del presidio sanitario di Milazzo e che la diagnosi
finale non sia da ascrivere a fattori ambientali (inquinamento/ odori molesti) bensì psicologici
(attacco di panico) .

La circostanza verificatasi induce, ancor più motivatamente, a considerare che la diffusione di
notizie infondate ed errate, via facebook, a mezzo stampa informatica e reti televisive ( TgR Regioni
Sicilia) ed in ogni modo non supportate da adeguata informazione e valutazioni scientifiche, a parte
le ricadute negative sull’immagine delle istituzioni (ed in particolare sul capo del governo locale)
alle quali si contesta il silenzio, l’inerzia se non la complicità con un sistema di interessi deviato ed
in danno alla salute se non alla vita dei cittadini e dei lavoratori, stia concretamente determinando
nella popolazione locale un allarme di non poco conto che andrebbe valutato nelle sedi giudiziarie
preposte.

A completamento di quanto precisato e contrariamente a quanto ella potrà immaginare, lo
scrivente Sindaco con suo ulteriore nota/invito del 17/03/2014 con il n.94 del prot., ha riunito, in
data 25.03.2014, nei locali comunali, rappresentanti di : RAM di Milazzo, Arpa di Messina,
Capitaneria di Porto di Milazzo, Provincia Regionale di Messina , Legambiente del Tirreno,
ADASC di Milazzo e 3^ Ufficio di Staff del Comune di Milazzo, approdando positivamente alla
formale costituzione di un gruppo di lavoro permanente con il compito di definire le componenti
delle effusioni maleodoranti, individuarne con immediatezza la fonte di produzione ed apprestare le
soluzioni tecniche per la loro eliminazione.

Relativamente al 2^ quesito , è d’uopo richiamare l’attenzione della S.S. sul fatto che il diritto di
accesso agli atti e/o di estrarne copia non si estende a note, richieste o comunicazioni epistolari che,
peraltro, non concorrono alla definizione di procedimenti/documenti amministrativi e
ciononostante si conferma che la professoressa Guidaldi con sua e-mail del 10.02.2014 ha
comunicato che in data 10.02. a partire dalle ore 7,45 nei pressi dell’Istituto di Via Gramsci sono
stati rilevati cattivi odori in atmosfera ivi chiedendo al Sindaco del Comune di Milazzo i
provvedimenti di competenza.

Alla superiore comunicazione, attendendo il riscontro dell’ASP non è seguita alcuna
corrispondenza da parte del Comune.
Ciononostante è d’uopo sottolineare che il dirigente in questione, utilizzando una formulazione
impropria ma molto in uso , richieda l’adozione dei provvedimenti di competenza che non si
comprende bene quali dovrebbero essere se non quelli richiamati dal testo unico delle leggi
sanitarie di cui anzi per la cui adozione, quantomeno per le risultanze attualmente conosciute,
secondo quanto ampiamente spiegato, non ricorrono i presupposti.
Passando all’ultimo quesito , non possiamo non farle rilevare che Ella utilizzi il ricorso alla
magistratura penale e ne richieda l’intervento, ad avviso dello scrivente, in modo del tutto
inappropriato e dannoso.

Invero si ritiene più consono e più coerente all’interesse generale che l’intervento dell’autorità
giudiziaria sia auspicato/promosso/richiesto quando si ha il ragionevole motivo di ritenere che
sussistano dei fatti e/o degli atti che rimandano direttamente al compimento di fattispecie criminose
perseguite dall’ordinamento positivo ovvero che facciano motivatamente presumere (non
risolvendosi in semplici illazioni) aspetti criminosi sui quali viene chiamata ad indagare l’autorità
giudiziaria preposta.

Appare di contro del tutto evidente che Ella ritenga che ogni fatto e/o atto che in qualche modo sia
collegato con la presenza del polo industriale, debba risultare indagato. Detta modalità
comportamentale rimanda alle possibili spiegazioni che le sottoponiamo pure:
1- La prima: o Ella ha notizie, informazioni, documenti che farebbero supporre il ricorso di
responsabilità di natura penale (reati) e che questo Sindaco non ha e non detiene, nel qual caso è
lecito chiederle per quali motivi la S.S. non denunci personalmente i fatti e/o i reati di cui ha
conoscenza, rammentandole che l’obbligo di denuncia in materia penale è personale
2- la seconda : oppure ciò che la muove non sia tanto la conoscenza di atti/fatti/notizie di reato
quanto il desiderio di potere vedere lo scrivente Sindaco incriminato per il reato di “omissione”,
desiderio che, la posso nuovamente rassicurare, rimarrà insoddisfatto, posto che non si ha, come
già segnalatoLe, alcun intendimento di celare all’autorità giudiziaria e men che mai di risultare
complici di reati o fattispecie criminose , che risulteranno denunciati nel preciso momento in cui si
possa, anche solo, presumere o ancor più si abbia il convincimento che siano stati violati o elusi
obblighi normati dell’Ordinamento Positivo ;

3- La terza: oppure la sua “idea” della necessità di ricorrere alla Procura o alle Procure della
Repubblica è pretestuosa, insignificante, priva di concretezza e peraltro lede quell’interesse generale
cui soggiace l’obbligo di denuncia che certamente pretende che il magistrato inquirente sia
sollecitato all’esercizio dei suoi compiti quando concretamente e motivatamente sussistano dei fatti
da sottoporre alla sua attenzione.

Alla luce della superiore e fondamentale premessa , si afferma in piena ed assoluta coscienza, che
nella materia affrontata, non si è denunciato perché non si ha niente da sottoporre alla
magistratura, non avendo riscontri né notizie di reati e/o di fatti delittuosi di sorta, il cui ricorrere
avrebbero, in piena autonomia di decisione, già mosso lo scrivente ad intervenire nella veste di
autorità sanitaria preposta ed avrebbero trovato come ulteriore e necessario corollario la denuncia
alla magistratura.
Il Sindaco
(avv. Carmelo Pino)

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