Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

SCUOLA: LA RELAZIONE DELLA MINISTRA GIANNINI UN LIBRO TUTTO DA SCRIVERE, DEL QUALE SI CONOSCE SOLAMENTE L’INDICE

La comunicazione della ministra dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania Giannini, al senato, un libro tutto da scrivere?
Palermo, 03/04/2014 - Commentando sulla “Letterina” n.391 del 27 febbraio scorso, ho scritto che quanto affermato sulla scuola dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, mi è sembrato un capitolo di estrema attualità e originalità anche perché difficilmente presente al centro dei programmi dei politici.
Affermare che la scuola deve essere il punto di partenza, è musica per le orecchie di chi crede nell’istruzione e nella scuola come volano di crescita, sviluppo e futuro per il nostro Paese.

La Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Stefania GIANNINI, coerentemente con quanto affermato da Renzi, ha iniziato la sua comunicazione al Senato sulle linee programmatiche del suo Dicastero, affermando che, l’attuale Esecutivo, ha messo l’istruzione al centro dell’agenda politica del Paese, sulla base di una scelta non casuale ma coerente con una precisa visione della società italiana. Il sistema educativo, per l’attuale Governo, è, infatti, la leva più efficace per offrire opportunità di promozione e sviluppo per uno Stato democratico e per i suoi cittadini.

E la Giannini, durante tutto il suo intervento, non si è distaccata da quella premessa. La scuola non si può considerare come una spesa ma come un investimento nel capitale umano del Paese e, nella scuola, i docenti possono essere visti come dipendenti pubblici demotivati e sindacalizzati, solamente da chi non tiene conto di quale sia in realtà il processo educativo. È urgente, perciò, lavorare “in modo che la scuola torni a formare le coscienze dei cittadini adulti di domani, che i dirigenti scolastici siano sostenuti nel loro compito direttivo e di supporto agli insegnanti, e che questi si sentano spalleggiati nel loro ruolo di formazione diretta degli alunni”.

Porre la scuola come punto di partenza significa superare “la criticità cronica e il logorio costante nel dettaglio burocratico e amministrativo” per evitare che il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca continua ad essere il “Ministero delle emergenze” con la conseguenza che la scuola, resti “afflitta” da un precariato stabile ma non stabilizzato che determini una sorta di “guerra tra poveri” e legittimi un elenco inesauribile di rivendicazioni. Occorre superare la logica di “una scuola per tutti” in favore di “una scuola di qualità per tutti”, puntando sulla valutazione dei risultati e dei procedimenti adottati per ottenerli. In quest’ottica occorrerà consolidare il sistema di misurazione degli apprendimenti tramite le prove INVALSI, promuovendo un maggior coinvolgimento delle scuole.
Per la Ministra, i principi ispiratori per ottenere risultati di qualità, saranno: a) la semplificazione che non richiede un proliferare di norme ma l’impegno ad attuare quanto imposto dalle disposizioni già esistenti attraverso una programmazione che non si fermi alle emergenze; b) la valutazione che comporterà l’esigenza di ridurre i controlli ex ante privilegiando la valutazione ex post, con l’effetto di assegnare risorse in base ai risultati; c) l’internazionalizzazione come sistema aperto alla competizione e alla comparazione per generare maggiore qualità sul piano didattico, scientifico e strutturale.

Sempre nell’ottica di una scuola di qualità, la Ministra reputa necessario: a) un aggiornamento del Testo unico sulla scuola, risalente al 1994, “onde evitare continue stratificazioni normative e garantire la certezza del diritto, semplificando le regole ed eliminando le contraddizioni”; b) la revisione degli organi collegiali a livello nazionale e locale; c) utilizzazione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica per rilevare un censimento generale delle scuole e registrare le loro vulnerabilità e i corrispondenti interventi di manutenzione necessari per superarle; d) la predisposizione di un Piano di medio termine per il reintegro dei precari e il loro inserimento all’interno di “organici funzionali”, che permettano ai dirigenti scolastici una miglior gestione delle supplenze e un aumento dell’offerta formativa; e) l’assegnazione di stanziamenti certi già all’inizio dell’anno scolastico in un budget unico, senza vincoli di spesa, se non quelli fissati dalla scuola e finalizzati al miglioramento dell’offerta formativa, anche con la possibilità di utilizzare contratti d’opera laddove essi siano utili. Molti problemi, molte urgenze e tante promesse ma, a mio avviso, la relazione della Ministra non si può definire “programmatica” quanto piuttosto, come rilevato sul discorso del Presidente Renzi al Senato, la presentazione di un libro ancora tutto da scrivere e del quale si conosce solamente un lungo indice. Quanti, comunque, crediamo che se fallisce la scuola, fallisce il Paese, ci aspettiamo che l’indice di questo libro si trasformi in iniziative, strumenti e quanto altro necessario per far compiere un salto di qualità alle nostre scuole.

Giuseppe Luca
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