Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

TERREMOTI E SOCIETÀ 2014, I LUOGHI DELLA CATASTROFE, NON SOLO IL CILE

Cile (magnitudo 8,2 e soli sei morti), la megacaldera di Yellowstone (magnitudo 4,8), i vulcani del Cascade e le faglie della California prossima al Big One. Los Angeles (magnitudo 5,1) e San Francisco rase al suolo? Nessuno scienziato può prevedere i terremoti! A 60 mesi dalla tragedia di L’Aquila del 6 Aprile 2009 (Mw=6.3; 311 morti; 1600 feriti), la lezione della Natura non è stata ancora compresa in Italia. I titoli ad effetto della CNN lo dimostrano ampiamente
L’Aquila, 04/04/2014 - Terremoti e Società AD 2014, i luoghi della catastrofe, non solo il Cile (magnitudo 8,2 e soli sei morti), la megacaldera di Yellowstone (magnitudo 4,8), i vulcani del Cascade e le faglie della California prossima al Big One. Los Angeles (magnitudo 5,1) e San Francisco rase al suolo? Nessuno scienziato può prevedere i terremoti! A 60 mesi dalla tragedia di L’Aquila del 6 Aprile 2009 (Mw=6.3; 311 morti; 1600 feriti), la lezione della Natura non è stata ancora compresa in Italia. I titoli ad effetto della CNN lo dimostrano ampiamente: nessun scienziato che si rispetti può prevedere i terremoti. Il Cile è la nazione più protetta al mondo contro gli effetti delle catastrofi naturali, megaterremoti compresi. In totale sicurezza le strutture scientifiche dell’ESO in Cile. I cavilli giuridici della storica Sentenza di condanna in primo grado degli scienziati al Processo di L’Aquila, salveranno vite umane in futuro? Si contano più danni che vittime in Cile. Perché? L’accumulo di energia in una faglia non necessariamente “esplode” in un megaterremoto. Semplicemente perché nessuno sa dove, come e quando colpirà.

Allo stato delle nostre conoscenze. L’Unica Difesa è la Prevenzione, il grado di approntamento e risposta dei cittadini all’Allerta/Allarme che solo l’autorità politica responsabilmente è in grado lanciare quando si può. A volte sbaglia pure la CNN. La spettacolarizzazione delle catastrofi naturali e della Scienza galileiana, non è nel Dna dello scienziato autentico. Prima e dopo un evento distruttivo, lo scienziato sa mantenere e diffondere la calma! Il Big One sudamericano di Arica! In Italia un evento come quello cileno del 1° Aprile 2014, ovunque colpisse, causerebbe centinaia di migliaia di morti. Perché siamo impreparati e le abitazioni pericolosissime. Grazie a Dio, fortunatamente per il Cile, alla devastazione i sudamericani di Papa Francesco sanno opporre la preparazione, l’attenzione, l’onestà, la solidità delle istituzioni e delle costruzioni, nonché il rispetto delle regole fondamentali di protezione civile. Il Cile, signori Presidenti Napolitano, Grasso, Boldrini e Renzi, è semplicemente una delle nazioni più difese al mondo contro la violenza della Natura! L’Anno Mercalliano risvegli le coscienze. ScienzAperta 2014 all’Ingv. L’unica difesa dai terremoti consiste nel rafforzare le costruzioni e migliorare la loro capacita di resistere al sisma.

(di Nicola Facciolini)

“La Scienza aumenta quando la si distribuisce” (Guglielmo di Champaux). I luoghi della catastrofe non sono soltanto il Cile, la megacaldera nel Parco Nazionale di Yellowstone dell’orso Yogi, i vulcani del Cascade e le faglie della California negli Stati Uniti d’America, forse prossima al suo Big One più distruttivo di sempre. A 60 mesi dalla tragedia di L’Aquila del 6 Aprile 2009 (Mw=6.3; 311 morti; 1600 feriti) la lezione della Natura non è stata capillarmente compresa dai cittadini e dagli opinion maker italiani. Gli scienziati hanno parlato, studiato, illustrato la situazione e continuano a farlo perché è il loro dovere. I politicanti, d’altra parte, fanno finta di capire perché presumono di essere difesi dalla loro proverbiale irresponsabile ignoranza da scaricare, subito dopo la prossima catastrofe, sul capro scienziato espiatorio di turno! L’European Geosciences Union General Assembly (EGU Spring Meeting, www.egu2014.eu/home.html) in programma a Vienna dal 27 Aprile al 2 Maggio 2014 all’Austria Center, è dedicato per la prima al tema del “The Face of the Earth”, La Faccia della Terra, come rivela la rivista scientifica GEO (www.egu.eu/newsletter/geoq/09.pdf). Se la prossima recidiva più energetica di sempre sarà disastrosa e inquietante soprattutto per l’Italia corrotta, perché questi anni di relativa “pace” geologica non sono stati affatto impiegati per la messa in sicurezza di cittadini, infrastrutture strategiche, imprese, abitazioni e territorio, pare ragionevole pensare che la Natura aborre il vuoto e non farà sconti ad alcuno. Il 29 Marzo 2014 l’estesa area metropolitana di Los Angels in California (Usa) viene scossa da un sisma di magnitudo 5,1 con replica di 4,5. Si contano pochi danni e tanta paura. Poi, Domenica 30 Marzo, alle ore 6:34 del mattino locali, un terremoto di magnitudo 4,8 con ipocentro a sette Km di profondità scuote il Parco Nazionale di Yellowstone tra gli stati del Wyoming, del Montana e dell’Idaho negli Usa, la più grande e pericolosa caldera vulcanica sulla faccia della Terra. È il sisma più violento dal 22 Febbraio 1980. Gli scienziati dell’USGS, il Servizio Geologico degli Stati Uniti d’America, monitorano la situazione in tempo reale da mesi ma nessuno azzarda previsioni come invece fanno la CNN e Hollywood con Tg e pellicole catastrofiche come “2012” (www.youtube.com/watch?v=cUT8g8_Yd2Y).

I ricercatori all’Università dell’Utah non si sbilanciano neppure sui probabili effetti a lungo termine delle centinaia di scosse finora registrate, sul sistema idrotermale di Norris Geyser Basin, a nord del quale si è verificato il sisma. Il Yellowstone Volcano Observatory sta accumulando dati interessanti da sette mesi. Per ora, i bisonti e gli orsi fanno il loro dovere. Non fuggono! In tempi recenti questi sciami hanno interessato varie zone della megacaldera, come il terremoto di magnitudo 7,3 del 1959, senza innescare piccole esplosioni o la temuta super-eruzione di livello estintivo (in ritardo di 20mila anni sulle stime più ottimistiche dopo il grande evento di 640mila anni fa!) che da Yellowstone devasterebbe gli Usa, distruggendo tutto nel raggio di mille chilometri, seppellendo di cenere il resto del continente americano in poche ore, cancellando la nostra civiltà sulla Terra in poche settimane a causa dell’abbassamento violento delle temperature (inverno nucleare). Per ora spaventa più la disinformazione scientifica, da Pesce d’Aprile, sull’argomento. Del resto, c’è sempre chi azzarda previsioni, persino sull’estinzione del supervulcano ormai dato per “moribondo”. E gli ultimi terremoti, secondo i “profeti”, ne sarebbero la priva più evidente! Follia pura. Yellowstone potrebbe invece diventare la lapide della Terra, per il semplice fatto che i volumi di magma ed acqua sotto la superficie del Parco sotto semplicemente astronomici. Una miscela micidiale in grado di zittire tutti. L’evento di Domenica 30 Marzo 2014 non avvicina alla catastrofe finale? Chi può assicurarlo? Il meccanismo focale del sisma non è direttamente compatibile con la risalita del magma verso la superficie?

È solo di natura idrotermale? Chi è pronto a giurarlo? Sono anni che il suolo del Yellowstone National Park è in movimento. Attribuire questi sismi solo all’assestamento di piccole faglie e sorgenti d’acqua sotterranee, è altrettanto rischioso. Tuttavia alcune ricerche per ora sembrano suggerire che terremoti simili non sono prodromici ad eventi distruttivi in genere improvvisi nelle megacaldere come Yellowstone e i Campi Flegrei. L’analisi mineralogica rivela piccole intrusioni nel magma di elementi non in grado di aggiungere calore sufficiente per innescare sufficiente energia alla complessa camera magmatica profonda. E i terremoti a Yellowstone sarebbero imputabili a tali intrusioni. Questo non significa che la “coppa” è vuota. I geoscienziati dell’USGS stanno vagliando la situazione molto attentamente alla ricerca di ogni possibile segnale “premonitore” nei gas che arrivano in superficie al Norris Geyser Basin, per misurare ogni variazione possibile. Oggi non esistono indicazioni scientifiche su un imminente fase esplosiva di Yellowstone. Dalla fine dell’Estate 2013, la rete GPS ha registrato piccoli episodi di deformazione del suolo nella regione centro-settentrionale del Parco Nazionale di Yellowstone. Nel corso degli ultimi cinque mesi, la stazione ha scoperto circa 3,5 cm di sollevamento e circa 1 cm di movimento in direzione sud-est, deformazioni relative ad un sensore fisso a nord del Parco. Misure da altre stazioni GPS nel nord di Yellowstone mostrano movimenti più piccoli che formano un arco di deformazioni coerenti, da 6 a 10 Km di profondità, nei pressi di Norris Junction. Modelli simili di deformazione del suolo si sono verificati anche prima dell’ultima crisi sismica. Dal 1996 al 2003 il Norris Geyser Basin è cresciuto di circa 12 centimetri, prima di iniziare a diminuire nel 2004. Gli episodi di deformazione del suolo che si verificano comunemente a Yellowstone e in altri vulcani dormienti in tutto il mondo, non pongono rischi diretti né implicano che l’eruzione esplosiva sia effettivamente in corso. Essi, tuttavia, creano un’opportunità scientifica per comprendere meglio i processi geologici in atto a Yellowstone, nei Campi Flegrei e altrove. Monitorare costantemente la deformazione del suolo sul campo, è essenziale per fugare ogni dubbio e timore.

I terremoti però costituiscono il rischio più grande. L’Osservatorio vulcanologico di Yellowstone fornisce il monitoraggio a lungo termine dell’attività geologica in atto. Yellowstone è il sito della più grande e diversificata collezione di caratteristiche idrotermali naturali al mondo e il primo Parco Nazionale negli Stati Uniti d’America utilizzato dall’USGS per la Scienza e la Sicurezza Pubblica. Poi, il giorno 1° Aprile 2014 alle ore 23:46 UTC (le 18:46 cilene, in Italia il 2 Aprile, le ore 1:46) è avvenuto un terremoto di magnitudo 8,2 localizzato dall’USGS al largo delle coste settentrionali del Cile. Il sisma ha colpito il nord-ovest del Paese con epicentro a 95 Km dalla città di Iquique. Ha ucciso finora solo 6 persone, una morta di infarto. Nelle ore successive sono stati registrati più di 60 terremoti di magnitudo maggiore di 4,5. Il più forte di magnitudo 7,6 è avvenuto alle ore 02:43 UTC. La sequenza sismica è stata preceduta da un’altra iniziata il 16 Marzo 2014 con un terremoto di magnitudo 6,4 avvenuto in un’area molto vicina all’epicentro del sisma del 1° Aprile. L’ultimo terremoto forte avvenuto in quest’area risale al 1877 di magnitudo 8,8. Il sisma è avvenuto in un’area in cui la crosta oceanica pacifica, appartenente alla cosiddetta Placca di Nazca, sprofonda (subduce) al di sotto della placca continentale sudamericana ad una velocità di 65 millimetri l’anno. La subduzione della crosta oceanica al disotto delle coste sudamericane è all’origine di terremoti di grande magnitudo che storicamente hanno colpito in gran numero tutta la fascia costiera del Cile. Il terremoto di Maule (M 8,8) nel 2010 interessò la costa del Cile centrale, causò uno tsunami e circa 500 vittime; il catastrofico terremoto del 1960 di magnitudo 9.5, il più grande mai registrato al mondo, colpì il Cile meridionale. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha calcolato la localizzazione del sisma tramite Early-Est (EArthquake Rapid Location sYstem with Estimation of Tsunamigenesis; Lomax e Michelini, 2009-2011; Michelini et al., 2010). Un sistema che analizza i sismogrammi in tempo reale e determina alcuni parametri indicativi della possibilità di avere o meno onde di maremoto, la cosidetta “tsunamigenicità” del terremoto. Tale sistema funziona già da alcuni anni su scala globale utilizzando i dati delle reti sismiche di moltissimi Paesi.

Al momento, presso la Sala Sismica dell’Ingv vengono ricevuti e analizzati in tempo reale i dati di circa 400 stazioni sismiche sulla Terra. In pochissimi minuti, tipicamente tra i 3 e i 6, viene effettuata una prima stima dei parametri di ogni terremoto rilevante che avviene nel mondo. Vista la magnitudo del terremoto, la profondità ipocentrale, la collocazione dell’epicentro in mare e la valutazione dei parametri tsunamigenici, il sisma è stato valutato da subito come potenziale causa di uno tsunami. Il Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) ha diramato immediatamente un avviso di allerta tsunami per Cile, Perù, Ecuador, Colombia, Panama e Costa Rica, calcolando i tempi di propagazione dello tsunami nell’Oceano Pacifico e l’altezza massima prevista. Dati elaborati anche dal Gruppo CAT del Centro Allerta Tsunami dell’Ingv. Alcuni mareografi lungo le coste del Cile hanno rilevato altezze massime attorno ai 2 metri con punte di picco di circa 3,5 metri. Le misurazioni effettuate sulle coste del Cile settentrionale ed alle boe DART (Deep-ocean Assessment and Reporting of Tsunamis) nel Pacifico confermano che il livello del mare ha subito variazioni rilevanti. La registrazione della boa DART 32402, localizzata di fronte alle coste cilene, ha osservato variazioni del livello del mare superiore ai 5 cm. I valori in oceano aperto sono molto più bassi di quelli che si osservano sulle coste dove, a causa dell’assottigliamento della massa d’acqua, le onde di tsunami si amplificano notevolmente. Oggi è possibile prevedere l’altezza delle onde secondo un modello di faglia ricavato dalla magnitudo e dalla tettonica della zona di subduzione cilena. Si contano più danni che vittime in Cile. Perché? Le coste cilene sono state pesantemente colpite ma, grazie all’efficiente sistema di evacuazione, anche in un lasso di tempo così breve (minuti), sono state evitate le numerose vittime che, in simili circostanze, potrebbero interessare le coste italiane immerse nell’insidioso Mar Mediterraneo.

Tutto dipende, quindi, dal livello di risposta di ogni cittadino, consapevole del Rischio, al famoso Tsunami Warning! L’Osservatorio Australe Europeo (ESO) nell’esprimere le proprie sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, ha assicurato la piena collaborazione con le autorità cilene. Il sisma ha colpito a una distanza di 500 Km sia dai Telescopi ALMA/APEX sia dall’Osservatorio del Paranal. Tutte le strutture scientifiche finora non hanno registrato danni a persone o cose. Alcuni dipendenti dei telescopi attivi al Paranal provengono proprio dalle regioni più colpite di Iquique e Arica. Al Paranal il terremoto principale del 1° Aprile e le sequenze in atto vengono registrate come tremori lunghi ma non molto forti. Preoccupano i titoli ad effetto della CNN, del genere: “This was big but a bigger one awaits, scientist says, potrebbe accadere oggi o tra 50 anni, ma ce ne sarà uno più distruttivo”(http://edition.cnn.com/2014/04/02/world/americas/chile-bigger-quake-possibility/index.html?hpt=hp_t2). Magari di magnitudo 9. Articoli basati su dichiarazioni molto più complesse dei sismologi, ridotte ai minimi termini per altre finalità. Nessuno scienziato può prevedere i terremoti! D’altra parte, l’accumulo di energia in una faglia non necessariamente “esplode” in un megaterremoto. Semplicemente perché nessuno sa dove, come e quando. Allo stato delle nostre conoscenze. L’Unica Difesa è la Prevenzione, il grado di approntamento e risposta dei cittadini all’Allerta/Allarme che solo l’autorità politica responsabilmente è in grado lanciare quando si può. A volte, dunque, sbagliano pure la CNN e lo scienziato distratto che non ha controllato le sue affermazioni e l’esito dell’intervista nel pezzo finale.

L’enfasi, quindi, è rischiosa. Come nel caso del Big One. C’è chi dice interesserà solo la California. No. Potrebbe colpire ovunque sulla Terra con un evento epocale di magnitudo superiore a 9,5. C’è chi dice debba essere “per forza” un singolo sisma e non uno sciame persistente di piccoli eventi e comunque distruttivo. Quelli che in gergo vengono definiti in lingua inglese “massive subduction earthquakes”, sono eventi normali nella lunga storia geologica della Terra. Nel corso di milioni di anni si verificano, eccome! Solo che la Scienza non li sa prevedere. Possiamo ricostruire l’evoluzione tettonica e vulcanica di una regione con sufficiente precisione, studiando le rocce e le lave. Ma non possiamo sostituirci a Madre Natura. Chi dice di poterlo fare, è un truffatore! Nessuno scienziato che si rispetti, in cerca di fondi per le sue ricerche, oserebbe (mai) diffondere il panico sui media e social network, prima e dopo le tragedie. La spettacolarizzazione delle catastrofi naturali e della Scienza galileiana, non è nel Dna dello scienziato autentico. Prima e dopo un evento distruttivo, lo scienziato sa mantenere e diffondere la calma! Nel 1868 Arica (oggi del Cile, un tempo del Perù) fu colpita da un sisma il 13 Agosto alle ore universali 21:30. Fu stimato di magnitudo compresa tra 8,5 e 9. Uno tsunami o una sequenza di maremoti investì l’Oceano Pacifico. Onde anomale furono registrate alle Isole Hawaii, in Giappone e Nuova Zelanda. Fu un Big One sudamericano! Il terremoto causò la totale distruzione di Arica, Tacna, Moquegua, Mollendo, Ilo, Iquique, Torata e Arequipa. Le vittime furono almeno 25mila. Lo tsunami strappò via tre navi ancorate al porto trascinandole fino a una distanza di 800 metri nell’entroterra! Conosciamo i nomi di quelle navi distrutte: la peruviana “America” e le statunitensi “Wateree” e “Fredonia”. Anche la britannica “Chañarcillo” e le due navi cilene “Rosa Rivera” e “Regalon” furono spazzate via dallo tsunami che causò la totale devastazione del porto della città di Pisco. Danni considerevoli furono registrati alle Hawaii dove fu travolto un ponte sul fiume Waiohi. In Nuova Zelanda si contarono danni alle Isole Chatham Islands e lungo la penisola di Banks con molte case e imbarcazioni travolte dalla furia del maremoto, con una sola vittima. I Big One di magnitudo compresa tra 8,8 e 9 sono molto comuni sulla Terra. Sono eccezionali nella vita di una persona, ma possono accadere improvvisamente. Dal 2004 ne contiamo già due, nell’Oceano Indiano e in Giappone.

Commenti

  1. Non é tanto vero che non si possono prevedere i terremoto, puó essere una casualitá, ma NOVE giorni prima é uscito sulla Tercera di Santiago, quest'articolo: http://www.emol.com/noticias/nacional/2014/03/20/650871/asi-seria-el-terremoto-que-se-espera-en-el-norte-del-pais.html

    RispondiElimina

Posta un commento

NEBRODI E DINTORNI © Le cose e i fatti visti dai Nebrodi, oltre i Nebrodi. Blog, testata giornalistica registrata al tribunale il 12/3/1992.
La redazione si riserva il diritto di rivedere o bloccare completamente i commenti sul blog. I commenti pubblicati non riflettono le opinioni della testata ma solo le opinioni di chi ha scritto il commento.