Omaggio all’artista ideatore della “Pont-Art”
Agrigento, 02/06/2014 – E’ in corso fino a domenica 20 luglio alle Fabbriche Chiaramontane (FAM) di Agrigento la mostra “Ignazio Moncada. Espansione del colore. Una visione “mediterranea” [24 maggio > 20 luglio 2014].
Si tratta del primo importante omaggio alla figura di uno dei maggiori artisti italiani del secondo dopoguerra (Palermo 1932 - Milano 2012).
L’esposizione è curata dallo storico dell’arte Francesco Tedeschi, che per le FAM ha ripercorso i circa sessant’anni di attività con cui il maestro di origine siciliana ha attraversato la recente storia dell’arte.
Alla mostra – organizzata dall’Associazione Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento in collaborazione con l’Archivio Ignazio Moncada e con il patrocinio del Comune di Agrigento e della Fondazione Sicilia - è dedicato il catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Francesco Tedeschi, docente di Storia dell’Arte Contemporanea (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), critico e studioso dell’arte italiana del secondo Novecento, con un saggio introduttivo, approfondimenti sulle varie fasi del lavoro dell’artista e apparati documentari.
Gli spazi delle Fabbriche Chiaramontane di Agrigento sono aperti da martedì a domenica, dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 21.00. Chiusi i lunedì.
Continuatore e interprete originale di un’astrazione che si fonda sulle qualità proprie del colore, nell’indagine del rapporto tra colore e luce e tra colore e spazio, Moncada è stato ideatore e sperimentatore di tecniche pittoriche che si sono andate allargando a interventi pubblici come quelle per i grandi teloni che proteggono le facciate di palazzi pubblici in restauro, proposti con la definizione di “Pont-Art” negli anni Ottanta e Novanta. Ma anche all’uso della ceramica, in senso scultoreo e decorativo, come nel grande intervento per la “passeggiata degli artisti” di Albisola.
Sono quasi cinquanta le opere selezionate per questa mostra.
Al centro del percorso alle FAM di Agrigento una idea di “espansione cromatica”, nel doppio senso di una tendenza a fare della pittura la matrice dello spazio, anche con il ricorso a grandi formati, e di una estensione oltre i limiti della pittura.
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