Casteldaccia: la morte di 5 operai lascia sgomenti, ennesimo incidente sul lavoro grave e inaccettabile

Incidente sul lavoro a Casteldaccia: cinque lavoratori perdono la vita e un sesto è in gravi condizioni. La Cisal indice per domani, martedì 7 maggio, uno sciopero generale di 4 ore nel settore privato, a partire dall’inizio del turno di lavoro, "mentre dalle 9 terremo un sit-in di fronte alla Prefettura di Palermo”.   Palermo, 6 maggio 2024 – "L'incidente sul lavoro che a Casteldaccia, in provincia di Palermo, ha portato alla morte di cinque operai e al ferimento di un sesto, ci lascia sgomenti. Esprimiamo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e chiediamo che si accertino al più presto le cause di questo ennesimo incidente sul lavoro, grave e inaccettabile. La sicurezza sul lavoro è un'emergenza nazionale e come tale va affrontata a ogni livello, coinvolgendo sindacati, imprese e istituzioni". Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Daniele Ciulla di Federerenergia Cisal in merito all'incidente sul lavoro avvenuto a Castaldaccia, nel Palermit

OPERAZIONE “AFFARI DI FAMIGLIA”, CONFERMATO IL TEOREMA ACCUSATORIO PER 12 INDAGATI

Sant’Agata di Militello, Misure cautelari dell’Operazione “Affari di Famiglia” passano nella competenza della DDA di Messina
Sant’Agata di Militello, 20/06/2014 - In relazione all’operazione “AFFARI DI FAMIGLIA” scattata nella giornata del 6 giugno 2014, con l’esecuzione da parte dei Carabinieri della Compagnia di S. Agata Militello di 22 misure cautelari, nella mattinata odierna i militari dell’Arma procedevano all’esecuzione di una misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Messina, su richiesta della DDA del capoluogo, che confermava il teorema accusatorio sulla sussistenza del vincolo associativo a carico di nr.12 indagati, sussistenza già espressa nella pregressa misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Patti, su richiesta della locale Procura.

Difatti, la suddetta Autorità Giudiziaria, nel contestare i vari capi di imputazione, dichiarava la sua incompetenza funzionale per il reato associativo ex. art. 74 del D.P.R. 309/90, rimettendo il fascicolo ai Magistrati del Capoluogo di provincia. Nella sostanza il P.M. della Direzione Distrettuale di Messina proponeva nuova richiesta di misura cautelare ritenendo concordanti i gravissimi indizi sui componenti dell’aggregato criminale caratterizzato da una struttura di persone e mezzi che gestivano il traffico di droga nella provincia di Messina, gravitante nei contesti della cosca dei “batanesi”, con punto direttivo nel comune di Tortorici e connessioni operative rilevate anche nella provincia di Catania e Palermo dove i sodali si rifornivano dello stupefacente che poi immettevano sul mercato.
Pertanto il GIP del Tribunale di Messina ribadiva le seguenti misure cautelari nei confronti dei sottonotati indagati.

Misura cautelare in carcere:
• CONTI MICA Francesco;
• TALAMO Mirko;
• TALAMO Alessandro;
• CALA’ CAMPANA Andrea;
• GALATI MASSARO Sebastiano;
• BARBAGIOVANNI Giuseppe;
• BONTEMPO VENTRE Michele;
Tutti già ristretti presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi, fatta eccezione per CALA’ CAMPANA Andrea ristretto presso il carcere di Siracusa;

Misura cautelare agli arresti domiciliari
• BONTEMPO Luisa;
• CONTI MICA Antonino;
• CALA’ CAMPANA Carmelo;
• COSTANZO ZAMMATARO Antonino;
• MARINO GAMMAZZA Salvatore.
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Tortorici (Me), 6 giugno 2014 - Nella nottata odierna, i Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata Militello, in collaborazione con i rispettivi Comandi Arma del luogo, in Tortorici, Rocca di Capri Leone, Galati Mamertino, Milazzo, Centuripe (EN) e Catania, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 22 soggetti, coinvolti a vario titolo in una ramificata organizzazione criminale, con base in Tortorici, votata stabilmente al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, cannabis indica e hashish.
La particolarità dei rapporti esistenti tra i componenti dell’organizzazione criminale portava la Procura di Patti a ravvisare, al termine delle indagini, la sussistenza del reato associativo e, per tale ragione, il procedimento era trasmesso alla Procura di Messina, funzionalmente competente. Detto Ufficio, tuttavia, restituiva il fascicolo alla Procura di Patti, che, comunque, confermando la originaria impostazione, chiedeva al Gip l’emissione di misura cautelare anche in relazione all’associazione criminale, trattandosi di reato ad alto allarme sociale.

Il GIP del Tribunale di Patti, con l’ordinanza eseguita nella notte, ha ravvisato l’esistenza del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (ex art. 74 D.P.R. 309/90) e di numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, disponendo le seguenti misure cautelari:

- nr. 10 indagati colpiti dal provvedimento di custodia cautelare in carcere: CONTI MICA Francesco, di anni 27, ritenuto il capo del gruppo criminale, i fratelli gemelli Alessandro e Mirko TALAMO, di anni 27, considerati i luogotenenti del predetto, nonché gli affiliati CALA’ CAMPANA Andrea, di anni 26, GALATI MASSARO Sebastiano, di anni 43, BARBAGIOVANNI Giuseppe (detto gniupinu), di anni 28, tutti di Tortorici, ed ancora BONTEMPO VENTRE Michele, di anni 29, residente a Rocca di Capri Leone, i catanesi LA MONICA Tindaro, di anni 37, e LA MONICA Phil Joe, di anni 24, ed infine COSTANZO ZAMMATARO Simone, di anni 23, residente a Centuripe.

- nr. 9 indagati colpiti dal provvedimento degli arresti domiciliari: BONTEMPO Luisa, di anni 43, CONTI MICA Antonino (Massimo), di anni 36, ARCODIA Maurizio (mafia), di anni 26; CALA’ CAMPANA Carmelo, di anni 30, COSTANZO ZAMMATARO Antonino (karate), di anni 32, MARINO GAMMAZZA Salvatore, di anni 26, tutti di Tortorici, ANASTASI Francesco, di anni 31, di Galati Mamertino, CONTI BELLOCCHI Calogero Salvatore, di anni 26, di Torrenova, ed infine, CHILLEMI Samuele, di anni 32 anni, di Milazzo.
- nr. 3 indagati colpiti dal provvedimento di obbligo di dimora: CONSALES Giuseppe, di anni 30 di Tortorici, CONTI BELLOCCHI Valentino, di anni 23, di Torrenova, e TALAMO Luca, di anni 25, di Milazzo.
L’inchiesta giudiziaria, avviata nel mese di giugno 2011, condotta dai Militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Sant’Agata Militello, coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti, dott.ssa Rosanna CASABONA, è il frutto di una complessa ed articolata attività investigativa, compendiata da numerose attività di intercettazione, ambientali e telefoniche.
Le investigazioni hanno avuto inizio con le operazioni di intercettazione all’interno del Carcere di Messina – Gazzi, sul conto di CONTI MICA Francesco, ritenuto il capo del gruppo criminale, detenuto per una rapina compiuta nella stessa Tortorici ai danni di un’anziana donna. In seguito il contesto di indagine è stato ampliato con una serie di ulteriori attività di intercettazione nei confronti degli altri indagati, nonché l’effettuazione di pedinamenti, di perquisizioni e contestuali sequestri di partite di stupefacenti.

In particolare, le indagini hanno riguardato un composito gruppo criminale, chiaramente riconducibile alla famiglia mafiosa di Tortorici, nello specifico la cosca dei c.d. Batanesi, i cui componenti risultavano avere il controllo diretto di numerose “piazze di spaccio” ramificate sull’intero territorio dei Nebrodi, tra le quali le più attive operavano come segue:

- nei centri di Rocca di Capri Leone e Capo d’Orlando, gestita da BONTEMPO VENTRE Michele, con l’apporto di altri indagati;
- inoltre, sempre a Rocca di Capri Leone, agivano pure i fratelli CONTI BELLOCCHI Salvatore e Valentino;
- nel paese montano di Galati Mamertino, operava ANASTASI Francesco;
- anche nella stessa Tortorici era stata allestita una frenetica piazza di spaccio gestita direttamente da TALAMO Alessandro, ARCODIA Maurizio, detto mafia, GALATI MASSARO Sebastiano, chiamato Jano, e BARBAGIOVANNI Giuseppe, soprannominato gniupino.

Infine, ulteriori piazze di spaccio sono state individuate nei comuni di Torrenova e Sant’Agata Militello.
I canali di approvvigionamento di stupefacente utilizzati dal sodalizio criminale tortoriciano sono stati localizzati nelle città di Palermo, Catania e Centuripe (EN), presso soggetti anch’essi fidelizzati alla criminalità organizzata. Tali contatti sono stati agevolati dall’intervento presso dette fonti di approvvigionamento da parte dei maggiorenti della famiglia mafiosa di Tortorici.

Nel corso delle indagini, si è potuto stabilire un ruolo determinante svolto dai fratelli Alessandro e Mirko TALAMO, i quali traducevano le disposizioni provenienti dal carcere da parte di CONTI MICA Francesco, che a sua volta faceva riferimento ai maggiorenti delle cosche mafiose tortoriciane, agevolato anche dalla parentela con esponenti di spicco della medesima organizzazione criminale. Infatti, egli è il figlio dell’ergastolano CONTI MICA Sebastiano, detto “bellocciu”, temuto killer del c.d. Clan dei Batanesi, nonché nipote del boss BONTEMPO Sebastiano, inteso vappu, ritenuto il capo del medesimo gruppo criminale, anch’egli condannato all’ergastolo.

Anche i rimanenti soggetti del sodalizio criminale in questione, risultano contigui alla medesima famiglia mafiosa. Invece, CONTI MICA Antonino, detto Massimo, e TALAMO Mirko hanno dei trascorsi giudiziari che li vedono entrambi affiliati alla richiamata cosca mafiosa dei Batanesi.

Il nome dell’operazione, AFFARI DI FAMIGLIA, scaturisce dal coinvolgimento di alcuni componenti della famiglia di CONTI MICA Francesco nelle attività illegali gestite dal sodalizio criminale ed è diretto a sottolineare il vincolo associativo che unisce tutti gli indagati. Infatti, le disposizioni veicolate dal carcere giungevano agli affiliati del gruppo prevalentemente attraverso BONTEMPO Luisa, madre del predetto, nonché CONTI MICA Antonino, detto Massimo, zio paterno, i quali settimanalmente si recavano presso il carcere di Messina – Gazzi per effettuare i colloqui parentali con CONTI MICA Francesco medesimo.

Le indagini sono state estese anche ad altri contesti criminali, che hanno avuto essenzialmente riguardo delle “piazze di spaccio”, articolate sul territorio egemonizzato dalla locale criminalità organizzata, per cui l’inchiesta giudiziaria avrà certamente ulteriori sviluppi.
Nel corso dell’imponente operazione di polizia sono stati impiegati circa 100 militari, con l’uso di 35 automezzi, e l’ausilio di diverse unità cinofile antidroga ed un elicottero in ricognizione sulla zona di interesse.

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