
Maria Ilenia Crifò Ceraolo, lo scorso lunedì, si è laureata con 110 alla Specialistica: ora è dottoressa magistrale in Civiltà Letteraria dell’Italia Medievale e Moderna (Filologia Moderna), con una tesi in Letterature Comparate dal titolo “Isabella di Morra e Pernette du Guillet: percorsi di versi nel Cinquecento”. Relatore è stato il prof. Carlo Donà dell’Università degli Studi di Messina. Di seguito pubblichiamo l’introduzione della sua tesi e l'articolo pubblicato da Repubblica Palermo, nel quale si parla del progetto seguito alla scuola media di San Giorgio. Nella foto, Maria Ilenia Crifò Ceraolo il giorno della laurea.
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Oggetto di questa tesi è il confronto fra due petrarchiste: Isabella di Morra e
Pernette du Guillet. Attraverso l’analisi congiunta delle loro opere e del contesto geografico e
socio-culturale nel quale le due poetesse sono vissute, ne ho individuato i punti di
contatto e le peculiarità, nonché le modalità con le quali Isabella e Pernette
abbiano agito sul modello di riferimento, costituito appunto, dal Canzoniere di
Francesco Petrarca.
Lo scopo del mio lavoro di ricerca è stato in particolare, sia quello di mettere in
luce l’originalità con cui queste due petrarchiste del Cinquecento hanno
rielaborato gli stilemi petrarcheschi, differenziandosi l’una dall’altra, sia di
dimostrare come tale diversità di approcci sia stata in gran parte influenzata dalla
loro vicenda biografica, oltre che dall’humus culturale di entrambe, cioè a dire
quello di Valsinni per Isabella di Morra e quello di Lione per Pernette du Guillet.
Nello specifico, nel primo capitolo di questa tesi mi sono soffermata, dopo una
breve introduzione sul petrarchismo, sulla biografia e sull’opera di Isabella di
Morra (un canzoniere composto da quattordici poesie); ho ritenuto inoltre
pertinente dedicare un piccolo paragrafo alla vita e a Le Rime di Diego Sandoval
De Castro.
Nel secondo capitolo mi sono invece occupata della biografia e dell’opera di
Pernette du Guillet (Rymes de gentille et vertueuse dame Pernette Lyonnaise),
accennando brevemente anche alla Délie. Objet de plus haulte vertu di Maurice
Scève e facendo precedere il tutto da un cappelletto introduttivo sull’ École lyonnaise.
Insieme a ciò, in ambedue i capitoli ho voluto riportare alcune delle vicende filologico-redazionali più significative e relative alla pubblicazione dei componimenti stessi.
Nel terzo ed ultimo capitolo infine, sulla base delle osservazioni maturate nei capitoli precedenti, ho confrontato i ‘percorsi di versi’ di Isabella di Morra e Pernette du Guillet, partendo dal contesto biografico e procedendo poi con la comparazione delle rispettive opere.
Durante il raffronto delle due raccolte poetiche, ho sviluppato un discorso particolareggiato sulla tematica amorosa (caratterizzata dal ricorrente richiamo alla castità) e, prendendo spunto dalle due versioni della canzone a Cristo di Isabella di Morra (Signor, ch’insino a qui, tua gran mercede e Signor, che insino a qui, tua gran mercede), ho compiuto altresì un breve excursus sui rapporti fra spiritualità e corporeità, citando come termine di paragone Gaspara Stampa.
Infatti, allo scopo di fornire una visione un po’ più completa del panorama poetico femminile del Cinquecento, nell’elaborazione della mia tesi ho tenuto presente (seppur ‘diluitamente’) anche l’opera di altre petrarchiste, quali appunto Gaspara Stampa e Louise Labé, poiché più volte le loro figure sono state rispettivamente accostate, e per varie ragioni, a quelle di Isabella di Morra e di Pernette du Guillet.
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