Scorie nucleari: anche a Trapani il NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi

Manifestazione NO deposito scorie. Ciminnisi (M5S): "Auspichiamo presa di posizione di maggioranza e Governo di centrodestra".  La deputata ARS Cinqustelle Cristina Ciminnisi presente, unitamente alla coordinatrice Territoriale del M5S Francesca Trapani, alla manifestazione contro le scorie nucleari avvenuta a Trapani. Trapani, 2 maggio 2024  – "Come abbiamo già fatto a Segesta, anche a Trapani, oggi abbiamo manifestato il nostro NO assoluto al deposito nazionale di rifiuti radioattivi nei nostri territori. Come MoVimento 5 Stelle Sicilia, lavoreremo perché l’ARS approvi la mozione affinché Trapani e Calatafimi non diventino la pattumiera d’Italia. Ci preoccupa il fatto che non abbiamo ancora ascoltato un NO altrettanto deciso da parte della maggioranza di centrodestra, né da parte del Governo Regionale. Al contrario, sembrano giungere da autorevoli rappresentanti del territorio preoccupanti voci di 'disponibilità a valutare' le 'opportunità economiche'.

“CULTURA E SAPORI MADE IN SICILY”, A GIOIOSA MAREA TRE AUTORI DI PUNTA DELLA CASA EDITRICE KIMERIK

Una serata per affinare la mente e il palato: vino e letteratura per una serata da gustare
Gioiosa Marea (ME), 14/08/2014 - L'Agriturismo S. Margherita di Gioiosa Marea, ha ospitato venerdì 8 agosto 2014, la manifestazione culturale denominata “Cultura e sapori made in Sicily” con la partecipazione di tre scrittori siciliani che pubblicano i loro libri con la casa editrice Kimerik di Patti (ME). Hanno presentato le loro opere: Irene Condonato, con Il club dei sogni dimenticati, Elena Fazio, con Profili di inchiostro, e Nino Casamento, con Il fiore più alto del ciliegio e altre opere. L'evento è stato organizzato dalla giornalista Roberta Fonti in collaborazione con la casa editrice Kimerik di Patti (ME), Giuseppe Mollica, proprietario dell'agriturismo Santa Margherita di Gioiosa Marea (ME), e le Cantine Amato di Piraino (ME) che hanno offerto una degustazione di vini. Una insolita manifestazione culturale, che ben si sposa con un’offerta gastronomica ed enologica aperta e moderna.
Da sempre cibo e cucina sono utilizzati come grandi metafore dell’esistenza. La letteratura è intrisa di momenti conviviali, di ricette, di alimenti perché tutto ciò che ha a che vedere con il cibo ha inevitabilmente anche a che fare con la vita. Cucinare significa simbolicamente sottomettere la natura (gli ingredienti, i materiali grezzi) e trasformarla in cultura (il piatto finito). E così anche scrivere, permette di mettere insieme le parole, le emozioni dove il piatto finito è un racconto, un romanzo, un diario. Più in generale, attraverso il cibo rievochiamo frammenti della nostra esistenza, volti, tempi e terre lontane. Il cibo come veicolo di sensazioni ed incontro tra personalità diverse.
E così anche la letteratura. Inoltre, la tavola è il luogo del racconto, a volte un piccolo teatro, sempre un luogo in cui si scambiano storie. C'è, inoltre, uno stretto rapporto tra l'idea di civiltà e il vino: ciò che distingue l'essere umano sono il mangiare il pane e bere il vino. Vino e letteratura, due creature fatte per stare assieme, sin dai tempi antichi, come manifestazioni immediate del senso stesso di essere uomini. Il vino, creazione tutta umana, monumento all'ingegno di coloro che furono capaci di volgere a proprio vantaggio un processo naturale negativo (la putrefazione) in un prezioso mezzo di conservazione di risorse alimentari (la fermentazione). La letteratura, testimone e compagna di un cammino di civilizzazione cui entrambi appartengono, cominciato quasi cinque millenni addietro.

In generale, godere del vino è, poi, godere della vita stessa, esorcizzare la paura, prima che sopraggiunga la morte a sparigliare le carte. Anche rileggere nero su bianco, o a colori grazie a matite e/o nuove tecnologie, fissando a memoria postuma un pensiero o una pagina di vita su carta, o "a video" su un blog, aiuta a vedere le cose nella giusta prospettiva. Si può scrivere per esorcizzare, a volte: rimuovere, dimenticare o far dimenticare qualcosa di negativo.

Partendo da queste premesse, gli autori hanno presentato i loro libri, fondendo insieme tematiche diverse ma correlate: i sogni, la riflessione, la crescita, i sentimenti, il paesaggio, l'identità e la memoria.

Di seguito le sinossi dei tre volumi presentati:

Il club dei sogni dimenticati, di Irene Condonato (16 anni, di Barcellona P.G. - Messina)

In sintesi: Un gruppo di ragazzi, giochi e sogni d’altri tempi, una Tana, il luogo in cui coltivare speranze e incassare delusioni. Attraverso la storia di Laura, e degli amici del Club dei Sogni Dimenticati, l’Autrice descrive le giornate e le personalità di un gruppo di adolescenti che condivide amicizie, segreti, promesse e, realisticamente, anche tragedie. Pare che tutto stia andando per il verso giusto quando una lettera mette a repentaglio l’esistenza dell’unico punto fermo della vita degli otto ragazzi: la Tana, la vecchia struttura abbandonata in cui i giovani protagonisti custodiscono propositi e desideri reconditi. Ce la farà il Club a sopravvivere senza la Tana? Chi è il misterioso personaggio che minaccia di distruggere il loro rifugio? Ma non solo, l’arrivo di Matteo, il nuovo membro del Club, sconvolgerà le dinamiche del gruppo, travolgendo come un’onda il cuore di Laura e trascinando tutti loro in un’avventura piena di misteri e colpi di scena.
Profili d’inchiostro, di Elena Fazio (25 anni di Furci Siculo - Messina)

In sintesi: “Profili d’ inchiostro è una piccola raccolta di voci femminili che porta il lettore a ricostruire il profilo caratteriale delle protagoniste leggendo i loro sfoghi d’inchiostro”. Con delicatezza e semplicità l’autrice indaga i moti dello spirito facendo emergere un mondo parallelo a quello che viene effettivamente messo in luce nei rapporti con gli altri. Brevi racconti fotografano squarci di vita quotidiana in cui l’ordinarietà è travolta da una scrittura che, scorrendo come un fiume in piena, libera segreti, paure, gioie, preoccupazioni e fantasie, dando vita a pagine di appassionata liricità.

Il fiore più alto del ciliegio, di Nino Casamento (Professore di italiano e storia e giornalista. Scrittore di lungo corso. Di Montagnareale - Messina)

In sintesi: Il romanzo è un viaggio negli avvenimenti che hanno segnato gli ultimi settant’anni di storia italiana, dall’immediato dopoguerra fino ai giorni nostri. Protagonista è Antonio, un vecchio insegnante ormai in pensione, che in una struggente custodia della memoria ripercorre le vicende della sua vita. Dagli anni della fanciullezza vissuti in una Sicilia povera ma genuina, a quelli della gioventù trascorsa in una Torino flagellata dalle violenze del terrorismo, fino al ritorno definitivo in Sicilia. Qui lo troviamo impegnato in un’esperienza politica intensa e appassionata, troncata però dal sopraggiungere della stagione di tangentopoli, che lo porta amareggiato e deluso a ritirarsi a vita privata nella sua casa di campagna. Il figlio Roberto, l’unico affetto rimastogli di una famiglia disastrata, dopo la laurea è costretto a trasferirsi al Nord, in Friuli. Quando d’ estate torna in Sicilia, tra padre e figlio s’intrecciano appassionati colloqui, in cui si sviluppa un’impietosa analisi delle trasformazioni che ha subito la società italiana, aggredita dalla crisi economica e infiacchita dal degrado culturale e morale. In questo tunnel oscuro della delusione, nella parte finale del libro si apre però un orizzonte di luce che prefigura un possibile riscatto, grazie ad una coraggiosa decisione del figlio.

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