Primo Maggio a Portella della Ginestra: “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”

Primo Maggio a Portella della Ginestra, Antoci (M5S): “Il lavoro strumento di giustizia sociale e lotta alla mafia”,  Giuseppe Antoci, capolista del M5S nella circoscrizione “isole” alle elezioni europee, a margine del corteo in memoria della strage di Portella della Ginestra a cui a partecipato col Presidente Giuseppe Conte.  Portella   della   Ginestra : Di Paola (M5S): Governo Meloni smembra Stato Sociale.  Il coordinatore regionale Cinquestelle: “Nostre battaglie tutto l’anno per maggiori tutele per i cittadini”. PORTELLA DELLA GINESTRA, 1 mag 2024 -  “Oggi con Giuseppe Conte abbiamo ricordato la strage di Portella della Ginestra avvenuta l'1 Maggio 1947. Un’occasione importante per ribadire l’importanza del diritto al lavoro come strumento di giustizia sociale e di lotta alla mafia. Il sud continua ad avere il più alto tasso di disoccupazione in Italia; tasso ancora più elevato tra le donne. E proprio nel disagio si insinua la criminalità organizzata. C’è fame di lavoro, di di

MAFIA DA TRAPANI A S. VENERINA: SEQUESTRATI BENI PER 25 MILIONI DI EURO A FURNARO PADRE E FIGLIO

La lotta alla criminalità organizzata passa sempre più attraverso la strategia dell'aggressione ai patrimoni illegali. Proprio in questa direzione si orienta l'operazione "Funaro&Funaro" portata a termine questa mattina dagli uomini della Divisione anticrimine della questura di Trapani, in collaborazione con il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza

Gli agenti hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale della provincia siciliana, su proposta del Questore; la misura ha portato al sequestro anticipato di beni ai fini della confisca, nei confronti di imprenditori operanti principalmente nel settore degli appalti pubblici, per un valore stimato di circa 25 milioni di euro.

Il sequestro riguarda tre beni immobili, 38 tra autovetture, furgoni e mezzi meccanici, 11 tra società e imprese, 22 partecipazioni in altre società, 82 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura.

L'operazione è frutto della cooperazione tra poliziotti e finanzieri che, dal gennaio 2011, fanno parte di un gruppo di lavoro specializzato in indagini su patrimoni e società. La Squadra ha già portato a termine cinque importanti operazioni antimafia ("Salus Iniqua" nel 2011; "Panoramic" e "Araknos" nel 2012; "Corrupti Mores" e "Niceta - Guttadauro" nel 2013).

I sequestri sono stati effettuati a Trapani, in alcuni comuni della sua provincia (Campobello di Mazara, Santa Ninfa, Alcamo e Castellammare del Golfo) e a Santa Venerina (Catania).

Gli imprenditori colpiti dal provvedimento sono Domenico Furnaro e suo figlio Pietro, che dalle indagini sono risultati in stretta collaborazione con alcune famiglie mafiose.

In particolare gli investigatori, grazie anche alle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia e all'intensa attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno fatto luce su un comitato d'affari.

Tale "strumento" era nato con lo scopo di controllare e gestire gli appalti illeciti attraverso attività di turbativa d'asta, falso e corruzione; le condotte criminose erano commesse, tra gli altri, dai due imprenditori della famiglia Funaro, su "autorizzazione" delle principali cosche mafiose locali, che in questo modo avevano costituito un vero e proprio cartello.

Il raggio d'azione del comitato era molto esteso e comprendeva gran parte del territorio regionale grazie anche a un reticolo di imprenditori compiacenti; questi ultimi agivano per l'aggiudicazione della gestione dei lavori e delle forniture di beni e servizi, relativi alla realizzazione delle opere pubbliche appaltate.

Sergio Foffo
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5 agosto 2014 - Nella mattinata di oggi, Agenti di Polizia della Divisione Anticrimine della Questura e Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani hanno eseguito a Trapani, Campobello di Mazara (TP), Santa Ninfa (TP), Alcamo (TP), Castellammare del Golfo (TP) e Santa Venerina (CT) il sequestro anticipato di beni ai fini della confisca ai sensi dell'art. 20 del d.lvo n. 159 del 2011, nei confronti degli imprenditori da anni operanti soprattutto nel lucroso settore dei lavori appaltati da enti pubblici per un valore stimato di circa 25 milioni di Euro.

Il Provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani su Proposta del Questore di Trapani, datata 19 giugno u.s., per l'applicazione della misura di prevenzione personale e patrimoniale redatta ai sensi degli artt. 4, 16 e segg. del decreto legislativo n. 159 del 2011 (Testo unico Antimafia) a conclusione di analisi condotte dalla Divisione Anticrimine su pregresse acquisizioni degli organi di polizia giudiziaria e all'esito di indagini societarie e patrimoniali, ai sensi dell'art. 19 del decreto legislativo n. 159 del 2011, svolte congiuntamente dalla Divisione Anticrimine e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani, mediante la costituzione di un apposito "Gruppo di Lavoro", quale soluzione sinergica e strutturata di contrasto alle organizzazioni criminali che, dal gennaio 2011, ha già portato a 5 importanti operazioni di sequestro antimafia (maggio 2011, "operazione Salus Iniqua"; gennaio 2012, "operazione Panoramic"; settembre 2012, "operazione Araknos"; aprile 2013," operazione Corrupti Mores"; dicembre 2013, "operazione Niceta - Guttadauro").

L'odierno provvedimento evidenzia la vocazione imprenditoriale di "Cosa Nostra" e il suo perdurante potere ben più esteso del territorio provinciale trapanese, distribuito, piuttosto, in gran parte del territorio regionale attraverso la costituzione di un reticolo imprenditoriale per il condizionamento illecito della fase di aggiudicazione della gestione dei lavori e delle forniture concernenti la realizzazione di opere pubbliche appaltate.

Gli elementi indiziari raccolti si fondano sull'esito di un complesso di investigazioni svolte da vari organi di polizia giudiziaria, in particolar modo tra la seconda metà degli anni '90 e il più recente periodo.
Innanzitutto rilevano le dichiarazioni rese da S. V., divenuto collaboratore di giustizia, circa i rapporti intrattenuti dal F. D. con l'imprenditore edile A. M., risultato, nel 2007, avere fatto parte della famiglia mafiosa.
Successivamente, grazie alle risultanze rassegnate nella informativa di reato "Progetto Mafia - Appalti Trapani fase III" del 2007, sono emersi elementi in relazione al rapporto di cointeressenza dei F. D. e P. con il vertice del mandamento mafioso di Trapani. Analoghe risultanze emergevano anche nelle indagini "Progetto Mafia Appalti I" del 2004, nonché alle consequenziali o.c.c." Mafia Appalti fase I" e "Mafia Appalti fase II".
Proprio in tale contesto investigativosi evidenziavano i rapporti dei F. con C. T. e B. A., noti imprenditori locali e principali referenti operativi del P. F.

Il B. A., nel corso delle sue dichiarazioni confessorie descrivevala strutturazione di un comitato d'affari volto alla gestione illecita degli appalti, spiegando come tutte le attività di turbativa d'asta, falso e corruzione, relative al controllo occulto sugli appalti, venivano poste in essere, tra gli altri, dal F. D. e F. P., confermando il loro ruolo centrale nel condizionamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti posto in essere da cosa nostra sul territorio trapanese, a seguito di una specifica autorizzazione rilasciata dal reggente del mandamento P. F. per delega di questi dal C. T. o dallo stesso B. A.
In particolare, il B., parlava, tra gli altri, dei noti imprenditori T., M. e F., specificando gli accordi intercosi con il P. per i lavori relativi all'aeroporto militare di Birgi. Si trattava dell'appalto aggiudicato nel 2002 per la realizzazione di opere per un importo a base d'asta di oltre 13 milioni di euro.

Sempre nell'ambito del "Progetto Mafia - Appalti Trapani fase III" rilevano altri episodi relativi ai "lavori di completamento della galleria naturale e suoi raccordi nel tratto Scindo Passo della S.P. di Favignana" del 2001.
Le imprese riferibili al F., al pari di altre aziende mafiose, inoltre, mantenevano un atteggiamento ostruzionistico nei confronti di una società già sequestrata a cosa nostra.

Ulteriori elementi d'interesse sono stati ricavati da intercettazioni di conversazioni fra presenti condotte negli uffici di C. T.
Per quanto riguarda, invece, le più recenti acquisizioni, le figure di F. P. e D. sono emerse anche dalle attività di indagini patrimoniali e societarie svolte relativamente alla proposta inoltrata per l'applicazione di misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di T. V., con il quale gli stessi sono risultati avere rapporti di illecita cointeressenza caratterizzati sia dalla compartecipazione in appalti pubblici, che, soprattutto, dalla costituzione comune di società in cui il F. P. ha operato nella piena consapevolezza del ruolo assunto in esse dal T. V. attraverso la interposizione fittizia di prestanome.

Pertanto, in questa prima fase, ai fini dell'applicazione della misura personale e patrimoniale, è stato ottenuto dal Tribunale, ai sensi degli artt. 4, 16 e segg. del decreto legislativo n. 159 del 6 settembre 2011, il sequestro anticipato ai fini della confisca di nr. 3 beni immobili, nr. 38 beni mobili (autovetture, furgoni, mezzi meccanici) registrati, nr. 11 società/imprese (capitali sociali e pertinenti complessi aziendali), nr. 22 partecipazioni in altre società, nr. 82 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato, di circa 25 milioni di euro.

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