Capizzi, studente modello di 16 anni ucciso in piazza da un ventenne armato di pistola

Uno studente di 16 anni,  Giuseppe Di Dio, è stato ucciso sabato 1° novembre a Capizzi, piccolo comune dei Nebrodi in provincia di Messina, mentre un suo amico è rimasto ferito nella sparatoria. Fermate tre persone.  Giuseppe Di Dio frequentava la terza classe  dell'istituto alberghiero di Troina (Enna) e sarebbe stato attinto per errore dai colpi mortali esplosi da  Giacomo Frasconà Filaro , il 20.enne presunto assassino . 3 nov 2025 - Giuseppe Di Dio, 16 anni, e i suoi amici si trovavano  davanti a un bar di via Roma, a Capizzi, quando da un'automobile sarebbero scese tre persone, una delle quali avrebbe esploso i colpi di arma da fuoco che hanno attinto mortalmente il sedicenne, ferendo un altro giovane di 22 anni.  Si tratta di  Antonio Frasconà Filaro , 48 anni, e dei figli Mario, 18 anni, e Giacomo, 20 anni. Quest'ultimo, armato di pistola avrebbe fatto fuoco sulle persone presenti all'esterno del  bar di via Roma, a Capizzi, uccidendo ...

SICILIA IN ZONA FRANCA CONTRO LA DISOCCUPAZIONE E LA DEINDUSTRIALIZZAZIONE


Come, fra l’altro, ha denunziato, in una recente intervista, il Presidente del Comitato Regionale della Piccola Industria di Confindustria Sicilia, Giorgio Cappello, nel solo secondo quadrimestre del 2014, in Sicilia, ben 497 Imprese hanno “chiuso” i loro cancelli, le loro saracinesche e le rispettive attività
Palermo, 9 Ottobre) 2014 - Non ci pare uno “scandalo” di poco conto! Si tratta, infatti, di un “dato” che va aggiunto alle altre notizie relative alla crescita della disoccupazione, alla emigrazione emorragica di “cervelli”, di giovani e di non giovani che abbandonano la Sicilia. Un “dato” che va aggiunto, altresì, alla cronaca della de-industrializzazione in corso. E che va aggiunto alla cronaca “nera” dei finti posti di lavoro che, in realtà, - soprattutto nel settore del pubblico impiego e/o delle “partecipate” , - abbondano ad alti costi, in un “clima” di parassitismo e di sprechi, che al Sud ed in Sicilia sembra essere più diffuso che altrove. E che impedisce di produrre reddito, nuova occupazione e lavoro (quelli veri, cioè).

Ferma restando l’esigenza prioritaria di moralizzare ad ogni livello la vita pubblica, l’FNS “Sicilia Indipendente” ritiene che sia intollerabile il “fattaccio” che, - in Sicilia, - continui a mancare quella strategia siciliana per l’economia siciliana, senza la quale non si potrà uscire dal “fondo del sacco” nel quale il Popolo Siciliano è stato cacciato, soprattutto a causa della sua condizione coloniale. Ed è notorio quanto l’ascarismo sia praticato in tutti o quasi gli ambienti, gli assetti, le strutture della nostra Società. E diventa, volontariamente o non, determinante nelle scelte operate dalla classe politica pseudo-dirigente e dai Partiti politici qui dominanti.

Ed è conseguenza quasi fatale la “scomparsa” di quella sana cultura del lavoro e della produttività che ha consentito ad altre realtà geo-politiche di superare questa ed altre crisi economiche e politiche.
Il tutto mentre (a prescindere dalle altre migliaia di problematiche e richieste di lavoro da affrontare), vediamo il Palazzo d’Orleans assediato da 25.000 forestali, da 8.000 dipendenti della “Formazione”, nonché da più di 400 “trattoristi” dell’ESA, ai quali non è stato rinnovato il contratto a tempo determinato.

Non osiamo elencare, in questa sede, le numerose categorie, i variegati gruppi di disoccupati e di non occupati o di innumerevoli singole persone, spesso capi-famiglia ed altrettanto spesso dotate di grande professionalità. Tutti alla disperata ricerca di soluzioni occupazionali.
A tutti, la solidarietà degli Indipendentisti F.N.S.

A questo punto, occorre, però, che scatti la logica di porre – ad estremi mali – estremi rimedi, ricordando alla classe politica ed, in particolare, ai deputati siciliani eletti nei Parlamenti di Palermo, di Roma e di Bruxelles, che rimane in piedi (pur se vergognosamente boicottata, mai discussa, mai approvata) la proposta sicilianista di costituire tutto l’attuale territorio della Regione Siciliana in ZONA FRANCA integrale, controllata, programmata.

Una proposta valida ed attuale, oggi più che mai. Tantoppiù che l’ascarismo dominante non è ancora riuscito a fare sparire la centralità geografica della Sicilia.
E la Sicilia, l’unica, grande, “vera” Sicilia, inalienabile ed indistruttibile, (piaccia o non piaccia ai militanti dell’Antisicilia), rimane anche il punto naturale d’incontro fra i tre grandi Continenti che gravitano sul Mediterraneo.

Sì, dunque, alla costituzione della Sicilia in Zona Franca. E subito!

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